Si è spenta oggi una delle leggende del calcio tedesco di ogni tempo. Di sicuro il più grande centravanti teutonico della storia. Gerd Müller è morto oggi a 75 anni. Soffriva da tempo di Alzheimer. A darne notizia per primo il sito della sua squadra di sempre, il Bayern Monaco Football Club con questo Tweet: “Il Bayern FC piange la scomparsa di Gerd Müller. Il mondo dell’FC Bayern è fermo oggi. Il club e tutti i suoi tifosi piangono la morte di Gerd Müller, scomparso domenica mattina (oggi ndr) all’età di 75 anni“.

La carriera e i numeri da record di Gerd Müller

Nato in Baviera il 3 novembre del 1945, ha tirato i primi calcio nella squadra della sua città natale il Nordlingen, dove ha segnato 51 gol in 31 partite tra il 1962 e il 1964. Poi il trasferimento nel Bayern Monaco, di cui è ancora oggi il miglior realizzatore di tutti i tempi. Goal che hanno significato 4 titoli tedeschi, 4 coppe nazionali, 1 Coppa delle Coppe, 3 Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Ancora oggi con 365 goal realizzati è il miglior marcatore nella storia della Bundesliga anche se ha appeso gli scarpini al chiodo nel lontano 1981.

Ma sono le prestazioni in Nazionale, con l’allora fortissima Germania Ovest capitanata dal “kaiserFranz Beckenbauer, a fare della “torpedineGerd Müller – come lo ha definito Edoardo Galeano – il “bomber della Nazione“. Ha conquistato l’Europeo 1972 e il Mondiale 1974, segnando in entrambe le finali.  Con la maglia della sua Germania vanta 68 marcature in sole 62 presenze, vincendo la classifica dei migliori marcatori sia nel Mondiale del ’70 che negli Europei del ’72.

Ha vinto il Pallone d’oro nel 1970, anno in cui arriva anche la prima delle due Scarpe d’oro (la seconda due anni dopo). E’ considerato uno dei cannonieri più prolifici della storia del calcio mondiale: 730 goal in 788 incontri (0,93 reti di media su partita giocata).

Il mondiale del 1974: la vittoria sull’Olanda di Cruyff

Il Campionato del Mondo di calcio del 1974 doveva essere quello della consacrazione per la fortissima nazionale olandese: “Sorpresa i giocatori olandesi arrivarono in Germania accompagnati dalle rispettive mogli, fidanzate o amiche, e con loro restarono in ritiro è la prima volta che una cosa simile accadeva. E con sorpresa ancora maggiore, gli olandesi avevano le ali piedi e arrivarono in battuti alla finale con quattordici gol all’attivo e uno solo al passivo segnato da loro per pura sfortuna” – racconta il grande scrittore sudamericano Edoardo Galeano in Splendori e miserie del mondo del calcio, che ricorda come tutto girasse intorno all’Arancia meccanica, come veniva chiamata la squadra capitanata da Johan Cruijff e che aveva inventato il calcio totale.

All’inizio dell’ultima partita Cruyff scambio i gagliardetti con Beckenbauer. E accadde la terza sorpresa: il kaiser e i suoi rovinarono alla festa olandese. Mayer quello che parava tutto, Müller, quello che tutto realizzava, e Breitner, quello che tutto risolveva, si occuparono di rovesciare due secchi di acqua gelata sopra la squadra favorita e contro ogni prodotto i tedeschi vinsero due a uno”.

Il gol del 2 a 1 fu siglato, nemmeno a dirlo, dal marcatore per antonomasia. Spesso sgraziato rispetto ai compagni di squadra, ma capace di agganciare qualsiasi pallone e trasformarlo in gol. L’ansia di ogni difesa che abbia incontrato, perché sapeva per certo che avrebbe fatto quello che andava fatto: toccarla quel tanto che basta per metterla in porta. Auf Wiedersehen Bomber der Nation!

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