Perché Madonna è ancora la ‘Regina del Pop’, “che vi piaccia o no”
I look iconici, le hit intramontabili e l'arte di far parlare di sé: tanti auguri signora Ciccone
Quando Dick Clark le domandò quale fosse il suo sogno, nel 1984 Madonna rispose brevemente, secca e concisa: “Governare il mondo“. Nonostante avesse in sé le caratteristiche che di fatto la rendevano una probabile “one hit wonder“, in lei c’era qualcosa di diverso. Dietro l’aspetto audace e controverso, sospeso nell’eterna dicotomia sacro-profano, dietro le croci riadattate ad accessori e ai ritornelli orecchiabili, era chiaro che in lei ci fosse anche altro. Un je-ne-sais-quoi che, se da un lato l’ha resa un riflesso coerente della cultura contemporanea, al contempo l’ha contraddistinta, portandola a essere unica. C’è chi ha affermato che “la storia della musica pop al femminile si possa dividere in un prima e un dopo Madonna.” E oggi 16 agosto, in occasione del suo 63° compleanno, non possiamo dunque non celebrare la Regina del Pop.
“Misero è l’uomo i cui piaceri dipendono dal permesso di un altro”
Il 6 novembre 1990 fu pubblicato il singolo Justify My Love, a cui seguì, alcuni giorni dopo, il controverso videoclip firmato Jean-Baptiste Mondino. Mossa dal medesimo spirito provocatorio con cui si era lasciata indietro gli Anni Ottanta, segnati dalla controversia legata a Like a Prayer, Madonna aveva inaugurato la nuova decade nel migliore dei modi. Girato in bianco e nero, il video si svolge in una camera di hotel, in cui è in corso un party che prende, presto, una piega ben precisa. Tra baci saffici e pratiche ritenute poco “consone” che si susseguono con, in sottofondo, la voce sussurrata di Madonna, Justify My Love ebbe non pochi problemi con la censura.
Non si era limitata solo a mostrare il sesso. Madonna ne aveva raccontato le sensazioni, il piacere vissuto dal punto di vista femminile. Non si trattava solo di provocazione, ma di un atto stesso di liberazione e rivendicazione di un diritto, che fin da sempre ha sentito suo. Una riappropriazione di sé in quanto essere senziente, culminata in un semplice verso della canzone: “Poor is the man, whose pleasures depend on the permission of another“. Misero è l’uomo i cui piaceri dipendono dal permesso di un altro. E lei, ormai, era arrivata al punto di svolta: suo il corpo, sue le regole.
“Assolutamente nessun rimpianto“
Il 1994 è un anno cruciale per Madonna. Dopo l’uscita, a breve distanza l’uno dall’altro del controverso Sex Book – nel quale, come suggerisce il titolo, ha rappresentato alcune delle sue fantasie più intime – l’album Erotica e il thriller-erotico Body of Evidence – il corpo del reato, la sua carriera è prossima alla conclusione. Ma, ancora una volta, l’artista statunitense tira fuori l’ennesimo asso dalla manica. Quell’anno viene pubblicato un nuovo album, Bedtime Stories, nel quale mostra un’immagine di sé sicuramente più soft, ma senza rinunciare alla sua ritrovata consapevolezza. Oltre alla title track Bedtime Story, che segna la collaborazione con l’artista islandese Bjork, ad attirare l’attenzione è il singolo – e videoclip – Human Nature.
Tra frustini e aderenti tutine in latex, Madonna è pronta alla sua ennesima provocazione, cantando: “Mi avete punito per avervi raccontato le mie fantasie. Sto infrangendo tutte le regole che non mi sono data“, chiosando, a fine videoclip: “Non ho rimpianti, assolutamente nessun rimpianto“. In barba a quanti pensavano di essere riusciti a “domarla”, a poter anche solo pensare di piegarla a proprio piacimento, la star statunitense ha dato loro il benservito. Attraverso i propri testi schietti, il modo di fare istrionico e, soprattutto con l’arte che più di sempre l’ha contraddistinta: la provocazione.
Madonna, una “cattiva” femminista? No, un tipo diverso
Il 2016 segna per la carriera di Madonna un importante traguardo. La Regina del Pop viene difatti insignita del Billboard Woman of the Year. Il premio viene assegnato alle “donne nell’industria musicale che hanno dato un contributo significativo al business e che, attraverso il loro lavoro e il loro continuo successo, ispirano generazioni di donne ad assumersi responsabilità crescenti all’interno del settore“. Sbaragliando una concorrenza composta dai volti del momento, stretta nel suo completo Versace, Madonna è salita sul palco, regalando uno dei momenti più toccanti del suo intero percorso. “La gente dice che sono controversa, ma penso che la cosa più controversa che io abbia mai fatto sia essere ancora in giro.” – ha affermato l’artista italo-statunitense, raccontando inoltre di essere stata bersagliata, soprattutto a partire dagli anni Novanta.
All’epoca, ha ammesso, sentiva il bisogno di una figura femminile alla quale aggrapparsi, nella quale rispecchiarsi. Una figura che, in fin dei conti, le è stata strappata troppo presto (all’età di 5 anni, Madonna rimase orfana di madre). Quel conforto, da sempre vagheggiato l’ha condotta a rifugiarsi nei grandi “classici” del femminismo: “Traevo conforto dalla poesia di Maya Angelou, dagli scritti di James Baldwin e dalla musica di Nina Simone“. Ciononostante, la Ciccone si trovò tradita da quello stesso movimento di cui si riteneva esponente: “Camille Paglia, la famosa scrittrice femminista, disse che avevo fatto regredire le donne, presentandomi come oggetto sessuale. Quindi ho pensato: ‘Ah, allora se sei femminista, non hai una sessualità, la neghi’. Allora ho risposto – “V********o! Io sono un tipo di femminista diversa. Sono una cattiva femminista.”
Ed è anche in questo che risiede la grandezza del fenomeno ‘Madonna’. Le sue vesti succinte, la sua sessualità rivendicata e accentuata, il bustier che Jean-Paul Gaultier ha ideato per il suo Blond Ambition Tour, non sono accessori per rendersi desiderabile. Al contrario, sono “estensioni” con cui l’artista si riappropria di sé, rivendicando il suo corpo, accentuando le sue forme. Non è un oggetto per lo sguardo altrui, ma un soggetto che si lascia contemplare, perché è lei a deciderlo. Alle sue condizioni.
Material Girl, Regina del Pop, Madame X: le mille identità di Madonna
Se c’è una cosa su cui la critica ha sempre concordato è l’abilità di Madonna nel sapersi calare in diversi contesti. Eclettica, trasformista, non è mai stata statica. Diversamente dalla maggioranza dei suoi colleghi e, ribaltando inoltre una delle grandi leggi del mercato, una volta trovata la formula vincente non si è mai adagiata su di essa. Anzi, si è messa in azione per trovarne un’altra. Dal 1984, ormai la conosciamo con l’appellativo di Material Girl, preso in prestito dal titolo di uno dei suoi singoli più celebri, tratto dall’album Like a Virgin.
Eppure, quello è solo uno dei lati della sua personalità, così sfaccettata. Come il Paradosso di Zenone di Achille e della tartaruga: non appena si è certi di essere vicini, lei si muove ancora, rimanendo un passo davanti a tutti. La definizione che più di tutte le si avvicina è quella con cui, negli Anni Settanta Martha Graham l’ha ribattezzata: Madame X. Lasciatasi Chicago alle spalle, Madonna fu sua studentessa a New York e, dopo anni, ha rivelato l’intuizione che la ballerina e coreografa ebbe su di lei, già in tempi non sospetti. “Madame X perché ero un mistero per lei; cambiavo identità così spesso che faticava a riconoscermi.”
Un mistero che continua ad affascinarci da quasi 40 anni e che, volenti o nolenti, è rimasto sulla cresta dell’onda alle sue regole. Insomma, i decenni passano ma Madonna si vede riconfermato il suo status quo: è ancora lei la Regina del Pop. Come cantava in Like It or Not, tratta da Confessions on a Dance Floor: “Posso piacervi oppure no, potete amarmi o lasciarmi, perché io non ho intenzione di smettere“.
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