Referendum sull’eutanasia, l’attacco dei vescovi: “Scelta individualista e nichilista”
Durissima nota della Cei. Il comunicato all'indomani dell'annuncio del raggiungimento delle 500mila firme necessarie a presentare il quesito sulla 'dolce morte' da parte dell'Associazione Luca Coscioni
Con l’annuncio del raggiungimento di quota 500mila firme per la presentazione del referendum sull’eutanasia è scontro aperto fra promotori e oppositori della legalizzazione della ‘dolce morte’. Dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) si fa presente una “grave inquietudine” per la volontà di depenalizzare l’omicidio del consenziente.
Eutanasia e accanimento terapeutico
La raccolta firme propone infatti un referendum di tipo abrogativo. I promotori puntano a eliminare una parte dell’articolo 579 del Codice penale. Ovvero la normativa che punisce l’assistenza al suicidio. In questo modo sarebbe permessa l’eutanasia attiva. Avviene quando il medico somministra il farmaco necessario a morire. Una realtà che in Italia è illegale. Sono invece considerate lecite forme di eutanasia passiva. È quella che si pratica astenendosi dall’intervenire per tenere in vita il paziente. Soprattutto quando l’interruzione delle cure ha come scopo di evitare il cosiddetto accanimento terapeutico.
I vescovi: “No all’eutanasia“
“Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita” scrivono i vescovi italiani in una nota. “Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista – attacca la Cei – in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali“. “Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire – sostiene la Conferenza episcopale – ma il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile. E con la dignità umana e cristiana che le è dovuta“.
I promotori: “Vogliamo 750mila firme“
La soglia minima di 500mila firme per poter presentare il quesito referendario è stata raggiunta con un mese e mezzo di anticipo sulla scadenza dei termini. Filomena Gallo e Marco Cappato, a nome del Comitato promotore referendum eutanasia legale e della Associazione Luca Coscioni, ha annunciano il successo della campagna referendaria il 17 agosto. Cappato e Gallo esprimono “profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell’esercizio del diritto al referendum“. “Vogliamo sottolineare – aggiungono in una nota – che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza“. L’obiettivo dei promotori del referendum è di arrivare a quota 750.000 firme entro il 30 settembre. Questo per mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta.
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