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Covid-19: migliaia di contagiati alla finale degli Euro2020 a Wembley

Per gli studiosi si è trattato di un caso unico che difficilmente potrà ripetersi

Secondo un recentissimo studio inglese, la finale degli Euro2020 è stata l’occasione ideale per far circolare il Covid-19. Lo racconta nel dettaglio un articolo del Times che cita i dati elaborati dal Public Health England. Si stima, infatti, che oltre 2.300 persone infettate dal Covid-19 erano presenti allo stadio di Wembley lo scorso 11 luglio.

La correlazione tra la finale di Wembley e migliaia di positivi al Covid-19

Si pensava di poter portare avanti un evento come gli Euro2020 senza conseguenze considerevoli per la pandemia. Eppure, nonostante gli accorgimenti e le restrizioni, gli esperti stimano che la finale degli Euro2020 abbia favorito la circolazione del virus causando migliaia di positivi. I numeri, riportati nel dettaglio dall’articolo citato del Times, parlano di ben 3.404 tifosi che erano presenti alla finale degli Europei e che sono risultati positivi nei giorni successivi. Questi soggetti, secondo gli esperti, potrebbero aver contratto il virus proprio allo stadio in occasione della partita giocata da Italia e Inghilterra.

Per gli esperti è un caso unico che non si ripeterà in inverno

Quanto è successo alla finale degli Euro2020 a Wembley, però, non deve allarmare. Secondo gli esperti, infatti, in altre occasioni i protocolli di sicurezza si riveleranno più efficaci. Le autorità sanitarie britanniche, infatti, hanno voluto sottolineare l’eccezionalità dell’evento. “Era la prima volta che una squadra inglese partecipava a una finale internazionale di calcio da 55 anni – hanno precisato – questo non avverrà per tutte le partite che si svolgeranno durante l’inverno“.

Complessivamente gli esperti stimano che le partite degli Euro2020 hanno causato più di 9 mila contagi da coronavirus in Gran Bretagna. Gli studiosi dei dipartimenti di Cultura e Pubblica sicurezza, hanno parlato di 9.402 pazienti positivi, di cui 3.036 che hanno riportato i sintomi già due giorni dopo aver assistito alle partite. Numeri decisamente più bassi si sono registrati in occasione del torneo di Wimbledon. A causare tali numeri, infatti, sarebbe stato il post-partita, con festeggiamenti fuori dagli stadi e assembramenti lungo i locali e le strade senza la protezione della mascherina.

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Roberta Gerboni

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Siciliana, vive a Roma. Appassionata di scrittura e giornalismo fin da giovane, inizia il proprio percorso in redazione a 17 anni, occupandosi di cultura e attualità. Per tre anni redattore del Corriere di Gela, si è dedicata alla redazione di articoli per varie testate online.
Laurea Magistrale con Lode in Lettere Classiche all' Università degli Studi di Siena, dopo aver conseguito la laurea triennale in Lettere a Catania.
Appassionata di salute, bellezza e delle vite dei reali di tutto il mondo.

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