C’è chi al proprio appartamento preferisce vivere in una comoda camera d’albergo dove essere coccolato, come lo stilista Cesare Paciotti, o chi dopo una separazione burrascosa si è rifugiato in hotel come il regista Dino Risi, o chi lo utilizza a suo dire, per superare tutte le disgrazie della giornata, il conduttore Ezio Greggio. Insomma soggiornare in hotel affascina non solo per una fugace vacanza, ma anche per una vita all’insegna della maggiore libertà e del lusso. Ma come bisogna comportarsi in un hotel? Quali sono le regole per essere un ospite perfetto? Ci viene in soccorso il bon ton in hotel che ci indica le norme per trattare chi si prenderà cura di noi durante il soggiorno fuori casa.
“Quando entri in una stanza d’albergo e chiudi la porta, sai che c’è un segreto, un lusso, una fantasia. C’è il comfort. C’è la rassicurazione.” (Diane von Furstenberg).
Cerchiamo di lasciare un piacevole ricordo di noi dopo la villeggiatura trascorsa in albergo, soprattutto se pensiamo di ritornare nella struttura che ci ha ospitato. Una regola che si applica sia se abbiamo scelto un Grand Hotel a cinque stelle, sia se soggiorniamo nella pensione famigliare, in entrambi i casi terremo un comportamento educato e rispettoso del prossimo. Non è certamente piacevole essere additati come dei maleducati o delle persone pretenziose e noiose dallo staff alberghiero. Per prima cosa allacciamo dei rapporti cordiali con il portiere. Da lui dipendono le nostre comodità e anche le telefonate che riceveremo. Se desideriamo avere i giornali in camera ricordiamoci di richiederli la sera prima, insieme alla colazione scelta.
Se abbiamo freddo, prima di suonare con insistenza il campanello a notte fonda, verifichiamo se nell’armadio ci siano le coperte necessarie. Cerchiamo di informarci anticipatamente sul luogo scelto per il soggiorno al fine di evitare piacevoli sorprese. L’ideale è avere un indirizzo sicuro, se non conosciuto, almeno consigliato da qualcuno. Se al momento dell’arrivo la hall già non ci soddisfa, chiediamo di vedere subito anche la camera ed il bagno, solo a quel punto potremo lamentarci e richiedere di cambiare stanza.
La parola mancia deriva dal francese manche, letteralmente manica, e si collega ai tempi feudali quando gli abiti avevano maniche staccabili e le dame erano solite regalarne una al cavaliere preferito durante i tornei. I signori donavano poi le maniche non utilizzate ai domestici. Facciamo attenzione a dove dobbiamo recarci. In molti Paesi, come in America, la mancia è obbligatoria, perché nel conto non è inclusa la voce ‘servizio’. In altri, come in Giappone, è considerata offensiva. E in Italia? Non c’è una legge che impone di dare una mancia, ma il bon ton in hotel prevede di elargirla a chi ci ha servito con particolare gentilezza. Se siamo stati aiutati con il trasporto dei bagagli, o durante il servizio al ristorante o dalla cameriera della stanza lasceremo loro volentieri una somma di denaro.
Le mance alla cameriera della stanza e al cameriere di sala saranno date in anticipo, soprattutto se abbiamo esigenze particolari. In questa maniera ci garantiremo un servizio più attento e accurato. Al facchino che ci aiuterà con le valigie daremo una mancia in relazione al numero dei colli trasportati. Di solito tutti sono preoccupati di lasciare troppo poco, ma anche esagerare può essere maleducato. Ma nessuna mancia generosa ci farà stimare da chi la riceve se la daremo con l’altezzosità di chi vuol far pesare la sua momentanea superiorità. Quindi al bando la superbia, ed espressioni di sufficienza, ma anche bandito l’imbarazzo: è assurdo dare dei soldi guardando altrove. Diciamo grazie con un sorriso per far capire a chi riceve che il denaro lo stiamo donando volentieri.
Il fatto di stare fuori casa non farà automaticamente trasformare la nostra stanza in un campo di battaglia! Non lasceremo quindi indumenti intimi in giro, appenderemo gli abiti con cura e non butteremo i nostri oggetti per terra, con la scusa che tanto c’è chi li raccoglie. Non è signorile pretendere che la cameriera metta in ordine tra le nostre cose. La governante serve a rifare la camera e per le piccole urgenze, non è da intendere come una cameriera personale e non fa di certo le valigie.
Gioielli e denaro vanno riposti subito in cassaforte. Ricordiamoci che le pareti delle stanze sono sottilissime, perciò terremo basso il volume dello stereo e della televisione, controlleremo il tono di voce dei bambini. Gli orari dei pasti andranno rispettati e le eventuali lamentele sul servizio saranno esposte al direttore della struttura, mentre per le piccole osservazioni ci confronteremo con il personale interessato, mantenendo un tono di voce calmo e non imperioso, poiché le urla sono il biglietto da visita perfetto dei cafoni. All’intero staff dell’hotel si da del lei, il direttore si chiama direttore o con il cognome, anche se è una giovane donna che gestisce la struttura. Se riceviamo delle visite in camera è normale che vengano richiesti i documenti. Se ospitiamo qualcuno, anche solo per una notte, ricordiamoci che quella notte costa il doppio.
Il modo migliore per fare una bella figura consiste nel controllare il nostro comportamento e quello dei nostri figli, che anche se piccoli, saranno tenuti a rispettare delle regole di civile convivenza, non correranno ad esempio tra i tavoli del ristorante e non grideranno all’interno dell’hotel. Con gli altri ospiti della struttura possiamo scambiare qualche chiacchiera, stando attenti a non essere invadenti. Possiamo presentarci e attaccare il discorso, ma senza essere troppo invasivi. Se l‘hotel organizza varie attività, gite, escursioni o feste da ballo, non saremo tenuti a partecipare se non lo desideriamo.
Il galateo in albergo prevede che non ci esibiremo in costume da bagno, in accappatoio o in pigiama nei corridoi o nella hall dell’hotel. Al momento dei pasti non scenderemo in ciabatte o in infradito, ma saremo tenuti ad indossare una mise consona alla tipologia dell’hotel in cui soggiorniamo. Ci sono sale ristoranti in cui la giacca e cravatta è d’obbligo, così come un abito elegante per la signora. Allo stesso modo non ci presenteremo con un look da red carpet se andremo a mangiare in una pensione di montagna. Adeguarsi alle circostanze e mai eccedere in un verso o in un altro è ciò che ci consiglia sempre il bon ton, persino, in hotel.
Informiamoci innanzitutto se i cani sono ammessi o meno nell’albergo scdelto. Portare il proprio animale domestico in vacanza esige impegno ed attenzione. Al momento del pasto prepareremo la ciotola in camera, terremo il nostro amico a quattro zampe al guinzaglio nel corridoio, nella hall e nel giardino dell’hotel. Ci guarderemo, inoltre, dal lasciarlo tutto il giorno nella stanza con il rischio che abbai senza tregua.
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