Angelus 29 agosto, l’invito di Papa Francesco alla preghiera, al digiuno e alla penitenza
Durante la preghiera in Piazza San Pietro, il Pontefice rivolge il suo pensiero alla tragica situazione del popolo Afghano lanciando un forte appello a tutti i fedeli del mondo
La riflessione di Papa Francesco, durante la preghiera dell’Angelus di domenica 29 agosto, parte come ogni domenica dal Vangelo della Liturgia odierna. “Scribi e farisei sono scandalizzati perché i discepoli di Gesù prendono cibo senza compiere prima le tradizionali abduzioni rituali“; il Pontefice sottolinea questo passo del Vangelo perché si tratta di una sensazione che potrebbe coinvolgere anche i Cristiani di oggi. “Perché i discepoli di Gesù trascurano questa tradizione?” perché ciò che è essenziale per il figlio di Dio, non è la pratica o la buona abitudine, ma “riportare la fede al centro“.
Come sottolinea Papa Francesco, sono tanti i passi del Vangelo in cui Gesù si sofferma sulla centralità della fede pura; quella che si libera di gesti automatici e ai quali spesso non si attribuisce nessun significato profondo, se non quello della mera abitudine. Il Pontefice evidenzia come in molte situazioni si è portati a concentrarsi su pratiche e rituali, mettendo in secondo piano il “cuore della fede“.
L’Angelus di Papa Francesco: liberi dalle apparenze
“Tante volte ci trucchiamo l’anima“, un’espressione intensa quella di Papa Francesco che, in occasione della preghiera dell’Angelus, invita i fedeli a riflettere sulla formalità esterna che spesso si accosta al vuoto interiore. Un atteggiamento che può condurre, secondo le parole del Pontefice, ad una vita apparente, che nell’ottica cattolica si declina nel rischio di una “religiosità apparente“; “Vivere per bene fuori, trascurando di purificare il cuore” portando avanti una società delle apparenze nella quale manca l’essenza.
Se nella vita di ogni giorno questo atteggiamento si può ritrovare nella necessità di mostrare una ‘perfezione esteriore’, nella fede esso diventa l’ostentazione continua di “qualche devozione esteriore” privata di ogni vero significato.
“Guardarsi dentro sempre“
“Non c’è nulla al di fuori dell’uomo che entrando possa renderlo impuro; invece è da di dentro, nel cuore, che nascono le cose cattive“. Come spiega anche Papa Francesco, queste parole fi Gesù sono rivoluzionarie perché rompono quella parvenza di equilibri che nella mentalità dei suoi tempi, riteneva che fossero certi cibi o bevande a rendere impuri. Un messaggio intrinseco di un forte valore simbolico dove “non fa male quello che viene da fuori, ma quello che viene da dentro“; un concetto che potrebbe essere tradotto con la presa di coscienza che le azioni sono sempre guidate dal cuore, sia che esse siano buone, sia che esse sia malevole.
“Spesso pensiamo che il male venga da fuori, dal comportamento altrui, da chi pensa male di noi, dalla società. È sempre colpa della gente, di chi governa, della sfortuna; passiamo tempo a distribuire colpe“. Ma il tempo passato a dare colpe è tempo sprecato che genera rabbia. Papa Francesco, attraverso il messaggio di Gesù, invita i fedeli e tutti a guardarsi dentro: “Se ci guardiamo dentro, troveremo tutto quello che detestiamo fuori. C’è un modo infallibile di sconfiggere il male, iniziarlo a sconfiggerlo dentro di sé“.
I saluti di Papa Francesco e l’appello per il popolo Afghano
“Il male si sconfigge accusando sé stessi” facendo un’analisi profonda del proprio cuore; ed è per questo che, rivolgendo il suo pensiero alla tragedia vissuta dal popolo Afghano, Papa Francesco invita tutti i fedeli alla preghiera, al digiuno (inteso come disponibilità all’ascolto delle sofferenze degli altri) e alla penitenza. “È il momento di chiedere perdono” di non voltare le spalle verso un fratello che soffre. Tanta la preoccupazione del Pontefice per gli afghani, uomini, ed in particole donne e bambini, anche dopo gli ultimi attentati suicidi dello scorso giovedì. Il Papa ringrazia chiunque si stia adoperando nell’accoglienza dei profughi e chiede a tutti di continuare ad assistere i bisognosi. “In momenti storici come questo non possiamo rimanere indifferenti“.
Il Papa, vicino anche alla popolazione dello Stato Venezuelano di Mérida, colpito da devastanti inondazioni e frane, rivolge la sua preghiera ai defunti e a chiunque soffre a causa della calamità. E nel rivolgere il suo cordiale saluto ai membri del gruppo Laudato Sii, li ringrazia per l’impegno in particolare in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato; “Il grido della Terra e il grido dei poveri stanno diventando sempre più gravi e allarmanti e richiedono un’azione decisiva“.
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