Resta alto il tasso di disoccupazione in Italia fra i giovani. Secondo i dati Istat resi noti oggi, nel mese di luglio il numero di chi non ha lavoro è sceso, a livello generale, al 9,3% (-0,1 punti rispetto a giugno) ma nella fascia di popolazione più giovane è al 27,7%. Un valore in calo di 1,6 punti percentuali su base mensile ma pur sempre troppo alto. L’economia nazionale è in ripresa rispetto al ‘profondo rosso’ del 2020, l’annus horribilis del Coronavirus e ora Governo e istituzioni cercano di favorire una crescita dei posti di lavoro. Le cifre fornite dall’Istituto nazionale di statistica sono solo parzialmente incoraggianti. Occorre fare molto e subito.
Disoccupazione, colpiti i ventenni
La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro risulta pari a 29mila unità (-1,2%) rispetto a giugno e si concentra prevalentemente tra gli uomini e i giovani della fascia d’età 15-24 anni. Il punto è, fra le altre cose, la qualità dei posti di lavoro che si riescono a creare oggi, nell’Italia del precariato. Un Paese, il nostro, alle prese con il tentativo uscire da quella che molti definiscono la quarta ondata della pandemia di Covid. Per quanto riguarda il numero degli occupati, a luglio si registra, rispetto a giugno, una diminuzione di 23 mila unità (-0,1%). Il tasso di occupazione risulta stabile al 58,4%.
Un Paese sul filo del rasoio
Ma nel confronto annuo, a seguito della ripresa dell’occupazione tra febbraio e giugno, il numero di occupati è superiore del 2,0% (+440mila). “Nonostante si registri un contenuto calo del numero di occupati e una stabilità del tasso di occupazione – commenta l’Istat – la forte crescita registrata nei precedenti cinque mesi ha determinato un saldo rispetto a gennaio 2021 di 550 mila occupati in più“. Tuttavia dai mesi precedenti al diffondersi del Covid è inferiore di oltre 260 mila unità. Dati contraddittori, dunque, che non offrono una lettura univoca.
Cartelle esattoriali in arrivo
In questo contesto da oggi 1 settembre riprende il graduale invio della cartelle fiscali da parte degli esattori. Scade infatti la proroga che aveva consentito agli italiani di tirare un breve sospiro di sollievo estivo per il rinvio degli avvisi. Ma non sarà una valanga, come molti paventano, di 60 milioni di atti in partenza. Dei 20-25 milioni di cartelle ne inizierebbero a ‘viaggiare’ solo 4 milioni, riporta l’Ansa. Un numero imponente, certo, ma spalmato nel corso di tutti i mesi dell’ultimo quadrimestre di quest’anno. Sarebbero le cartelle consegnate dagli enti al riscossore poco prima dello stop determinato dalla pandemia, quindi a marzo 2020.
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