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Afghanistan, Di Maio: “Non riconosceremo il Governo dei talebani”. Attacco suicida al confine: morti e feriti

Rivendicato dai talebani del Pakistan, l'attentato è avvenuto a un posto di blocco: almeno 3 le vittime e 20 i feriti. Nella Valle del Panjshir vacilla la resistenza contro gli studenti coranici, migliaia di persone fuggono dai villaggi

Mentre, dopo 3 settimane di gestazione, sta per nascere in Afghanistan il governo dei talebani, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, precisa la posizione dell’Italia. La possibilità che il nostro Paese riconosca il governo talebano “è molto improbabile“. A Kabul, inoltre, “al momento non ci sono le condizioni di sicurezza per riaprire” le sedi diplomatiche. “Per questo motivo prende sempre più consistenza l’idea di ricollocarle, in maniera temporanea, a Doha” in Qatar, ha chiosato Di Maio dall’Uzbekistan, paese confinante con l’Afghanistan. In collegamento col Forum Ambrosetti di Cernobbio, il titolare della Farnesina ha annunciato che “l’Italia ha convertito i 120 milioni di euro che utilizzava per la formazione delle forze di sicurezza afghane in progetti di assistenza umanitaria“.

Pakistan, attentato vicino all’Afghanistan

A riportare l’attenzione sul paese asiatico è stato oggi 5 settembre un attacco suicida in Pakistan, non lontano dal confine afghano. Almeno tre membri delle forze di sicurezza pachistane sono rimasti uccisi a un posto di blocco a Quetta, nel Beluchistan, nell’ovest del Pakistan. Altre 20 persone sono rimaste ferite. L’attentato kamikaze è stato rivendicato dai talebani pachistani del Ttp (Tehrik-i-Taliban Pakistan). Lo fanno sapere le forze dell’ordine di Islamabad.

Valle del Panjshir, i talebani avanzano

I talebani afghani stanno intanto penetrando in profondità nella Valle del Panjshir, l’ultimo baluardo della resistenza contro gli studenti coranici. Molti afghani fuggono dai villaggi. Lo rivelano fonti locali, secondo le quali i jihadisti, dotati di armi moderne confiscate all’ex esercito esercito regolare afghano e di unità di élite, avrebbero conquistato nuovi distretti nella valle. Ali Maisam Nazary, portavoce della resistenza ma che non si trova nella valle, afferma che i miliziani che combattono i Talebani “non cederanno mai“, mentre l’ex vicepresidente Amrullah Saleh, che è al fianco di Ahmed Massoud constata che la situazione è difficile per la resistenza e parla del rischio di una “crisi umanitaria su larga scala“. Sarebbero infatti migliaia gli abitanti del Panjshir “sfollati dall’avanzata talebana“.

L’ospedale di Emergency

Fino a ieri i distretti caduti nelle mani dei cosiddetti studenti del Corano erano almeno quattro. L’unica certezza è che sono arrivati fino al villaggio di Anabah, a 25 chilometri dall’ingresso meridionale della valle del Panjshir, che è lunga 115 chilometri. Ad Anabah sorge l’ospedale di Emergency: finora i Talebani “non hanno interferito con le attività di Emergency“, scrive l’ong fondata da Gino Strada. Tuttavia, precisa, “molte persone hanno lasciato i loro villaggi negli ultimi giorni“.

Il nuovo Governo dell’Afghanistan

Intanto mullah sono pronti ad annunciare il loro nuovo governo. Lo afferma Inamullah Samangani, membro della commissione culturale talebana, citato da Tolo News. Ma secondo un analista afghano, Syed Ishaq Gilani, citato dall’emittente, “ci saranno decine di ministeri tecnici e ad occuparli dovrebbero essere dei tecnici competenti“. Secondo Gilani, inoltre, i talebani “dovranno prendere in considerazione la democrazia nel futuro sistema politico“. Tolo News sottolinea la presenza a Kabul di Faiz Hameed, capo dei servizi di intelligence del Pakistan (Is), in coincidenza con gli ultimi preparativi per la formazione del governo. Hameed è stato fotografato assieme all’ambasciatore pachistano al Serena Hotel della capitale afghana.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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