È un messaggio umile e allo stesso tempo ricco di valore, quello contenuto della Giornata Internazionale della Carità; un inno alla solidarietà gratuita, all’amore senza freni, alla fraternità senza confini. Non a caso, si celebra in occasione dell’anniversario di morte di Santa Madre Teresa di Calcutta; colei che della carità ne ha fatto uno stile di vita. Carità non è elemosina e come ha ricordato anche Papa Francesco, essa si traduce in “un dono traboccante di passione per la vita dei poveri che il Signore ci fa incontrare”.
Il termine carità deriva dal latino caritas, ma anche dal greco ἀγάπη (agápē), ossia amore disinteressato e fraterno. Nella teologia cattolica, la carità rappresenta una delle tre virtù teologali, insieme a fede e speranza; la giornata ad essa dedicata è stata istituita dall’Onu e si propone di essere un invito diretto a chiunque voglia essere mosso dallo spirito gratuito di donare solidarietà.
Carità, fede e speranza
La Giornata Internazionale della Carità è nata nel 2011 per iniziativa della società civile ungherese con il sostegno del Parlamento e del Governo locale. È nel 2012 che L’Assemblea Generale della Nazione unite sceglie la data ufficiale per celebrare la ricorrenza. Un giorno che fonda le sue radici nel desiderio di affermare l’importanza della solidarietà e del dialogo fra culture e religioni differenti. Con questa occasione si intende sensibilizzare chiunque si senta ‘chiamato‘ verso l’aiuto ai ‘fratelli‘ di tutto il mondo; gesto che si può concretizzare attraverso il servizio di volontariato.
La data scelta, il 5 settembre, coincide con la commemorazione della morte (5 settembre, 1997) di Santa Madre Teresa di Calcutta; ma ad essere celebrata è la vita della Santa, spesa in maniera volontaria e gratuita per gli altri, un esempio concreto di carità fraterna. Umile fra gli umili, vicina ai più poveri, ai più malati, ai più soli; con il viso solcato di rughe per la malattia e per l‘età, il suo sorriso non si è mai spento ed ogni segno sul suo volto ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un fratello aiutato. Madre Teresa è stata espressione della bellezza della carità e nella sua vita ‘riccamente semplice‘ ha dato costantemente espressione di gioia e pienezza. “Ciò che conta non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa.”
La carità aiuta lo sviluppo sostenibile
Ciò che rende i gesti di carità universali per ogni credo (religioso e non) è il suo contribuito allo sviluppo sostenibile di tutto il mondo. Nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dall’Onu nel settembre del 2015 è riconosciuta l’eliminazione della povertà in tutte le sue forme, come una sfida globale e requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile. Il cammino aperto da Madre Teresa in epoca contemporanea, attraverso le opere di carità, traccia i segni di una strada che dovrebbe essere percorsa da tutti per il bene comune. Fu alla luce della sua lungimiranza sociale e del suo impegno costante che alla suora di Calcutta venne consegnato nel 1979 il Premio Nobel per la pace con il riconoscimento per “il lavoro svolto nella lotta per superare la povertà e il disagio, che costituiscono anche una minaccia per la pace”. Perché aiutare i poveri è un gesto di solidarietà, ma è anche uno strumento per eliminare le disparità nel mondo e progredire insieme, camminando sulle orme di Madre Teresa di Calcutta.
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