Andrea Camilleri: storia di un maestro e della sua ‘sicilitudine’
Nell'anniversario di nascita dello scrittore di origini siciliane, ricordiamo i momenti più importanti che lo hanno reso l'artista conosciuto in tutto il mondo
Forse non sarà avventato affermare che chiunque abbia letto anche solo una riga uscita dalla penna di Andrea Camilleri si sia sentito siciliano per un istante. Perché il maestro la sua ‘sicilitudine’ l’ha espressa forte e chiara in molte delle sue opere; lui che in Sicilia è nato, ma dove ha vissuto solo da ragazzo. Nato sulle coste agrigentine di Porto Empedocle il 6 settembre del 1925, la Sicilia è nel sangue dello scrittore, ed è spesso la sua principale fonte d’ispirazione; musa che impregna del suo profumo gran parte delle opere dell’artista.
Una Sicilia variegata quella del maestro Camilleri, che mescola insieme le tradizioni più radicate, delle quali lo scrittore si è reso testimone da ragazzo, alla visione più moderna; Camilleri ‘siciliano’ è un uomo che ha fatto della sua arte un mezzo per raccontare una Regione che ama, ma che non perde occasione di criticare per le sue variegate sfaccettature. Il maestro non fu solo scrittore; egli fu regista, autore teatrale, televisivo e autore di saggi sullo spettacolo.
La vita e la Guerra
Nato sul mare, a Porto Empedocle in provincia di Agrigento, il 6 settembre del 1925, Andrea Camilleri trascorse gran parte della sua vita a Roma, dove muore il 17 luglio del 2019. Da giovane frequentò il liceo classico, ma non sostenne mai l’esame di maturità, perché nel maggio del 1943, a causa dell’imminente sbarco in Sicilia delle forze alleate, si decise che sarebbe valso il solo scrutinio.
Sono gli anni della Seconda Guerra Mondiale quelli del giovane Andrea Camilleri; giorni vissuti: “in una sorta di mezzo periplo della Sicilia a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento per cui bisognava gettarsi a terra, sporcarsi di polvere di sangue, di paura“, come descrive lo stesso maestro. Una gioventù difficile che lo porta a Roma, dove già dal 1949 inizia a lavorare in Rai come delegato alla produzione, regista e sceneggiatore. Ed in quegli anni Andrea Camilleri lega il suo nome ad alcune delle più note produzioni poliziesche della TV italiana: il Tenente Sheridan e il Commissario Maigret; a queste si accompagnano diverse messe in scena di opere teatrali, con particolare attenzione a quelle dello scrittore siciliano Luigi Pirandello.
Andrea Camilleri scrittore
L’attività di scrittore arriva per Andrea Camilleri in età matura; ed è allora che prendono vita i saggi romanzati di ambientazione siciliana, che sorgono dai suoi studi sulla storia dell’Isola e dagli anni vissuti nella Regione circondata dal mare. Dopo aver abbandonato il lavoro di regista e sceneggiatore, il maestro trascorre una decina di anni a cercare una casa editrice disposta a pubblicarlo; è nel 1978 che esordisce nella narrativa con Il corso delle cose (Lalli), pubblicato gratis da un editore “a pagamento” con l’impegno di citare l’editore stesso nei titoli dello sceneggiato TV tratto dal libro, La mano sugli occhi; libro che passa però decisamente inosservato ai più.
Nel 1980 esce da Garzanti Un filo di fumo, primo di una serie di romanzi ambientati tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 a Vigata; cittadina di fantasia inventata dalla fervente immaginazione di Andrea Camilleri. Tuttavia è nel 1992 con La stagione della Caccia, che il maestro diventa un autore dalla fama indiscussa con libri stampati e ristampati e una vendita che raggiunge le 60.000 copie.
“Il Commissario Montalbano sono…”
Nonostante la corposità e le molteplicità dei romanzi pubblicati nel mondo, resta il fatto che se oggi dovessi chiedere ad un bambino siciliano di recitare la frase di un noto commissario, non sarebbe difficile sentirsi dire: “Montalbano sono”. È al Commissario di Vigata, a cui tanti (tutti?) legano la figura del maestro Andrea Camilleri. Un uomo moderno, che vive una moderna relazione a distanza con la sua Livia, ma un uomo che conosce bene le tradizioni della sua terra. Così il Maestro Camilleri da vita al Commissario Montalbano, a cui affida anche un linguaggio nuovo nato dalla commistione tra siciliano e italiano.
E, a proposito della sua personalissima lingua, Camilleri spiegava: “Non si tratta di incastonare parole in dialetto all’interno di frasi italiane, quanto di seguire il flusso di un suono; componendo una sorta di partitura che invece delle note adoperi il suono delle parole. Per arrivare a un impasto unico, dove non si riconosce più il lavoro strutturale che c’è dietro. Il risultato deve avere la consistenza della farina lievitata e pronta a diventare pane”.
I gialli della Vigata odierna nascono nel 1999 e raggiungono anche il successo televisivo con la celebre serie Il Commissario Montalbano; di pura invenzione il protagonista, così come la cittadina, che prende vita nel sole, nei vicoli e nel mare della provincia di Ragusa.
Andrea Camilleri la scrittura e i personaggi unici
Nei romanzi di Montalbano, l’intreccio poliziesco è alla base, ma esso è anche un pretesto per creare personaggi unici; i protagonisti delle sue opere sono divertenti, ma spesso anche malinconici, tradizionali, ma talvolta anche rivoluzionari. Nati sapientemente dalla penna di uno scrittore che per definizione è maestro, artista e poeta. Non a caso i libri di Andrea Camilleri sono stati tradotti in oltre trenta lingue e le copie vendute nel mondo hanno superato le decine di milioni. I premi e le lauree honoris causa si susseguono nel curriculum di un genio della scrittura in grado di portare la sua ‘sicilitudine’ in tutto il mondo.
Negli ultimi anni di vita, Camilleri aveva perso ormai praticamente del tutto la vista ed era costretto a dettare e farsi rileggere i propri libri; ma alla scrittura e alla lettura il maestro non ha mai rinunciato e dalle sue parole nasce uno degli omaggi più belli fatti ai libri: “Che cosa straordinaria possono essere i libri, ti fanno vedere posti in cui agli uomini succedono cose meravigliose. Allora la testa ti parte per un altro verso, gli occhi scoprono prospettive fino a quel momento inedite e cominci a farti parecchie domande”.
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