Si precisa la road map su Green Pass e terza dose del vaccino, sebbene possa slittare alla prossima settimana la cabina di regia del Governo sul nuovo decreto anti Covid. Il premier Draghi e il ministro della Salute Speranza vogliono estendere l’uso della certificazione verde a tutti i luoghi di lavoro. Un’ulteriore dose vaccinale dopo la seconda la si potrebbe somministrare già da settembre ai pazienti fragili.

Lavoro, pass indispensabile

Dalla Confindustria così come dai sindacati confederali arrivano segnali di disponibilità all’obbligo del certificato verde in ufficio o in fabbrica. A una condizione precisa, però: soltanto se i costi dei tamponi (per chi non si è vaccinato) non finiscono a carico delle imprese o dei lavoratori. “Ho sentito affermare che si vorrebbero utilizzare i tamponi per arrivare a licenziare: tutte falsità” dice il leader di Confindustria Carlo Bonomi al termine di un vertice con i sindacati.

Terza dose al via

Parallelamente, sul fronte della campagna contro il Covid, il ministro della Salute, Roberto Speranza, afferma: “Dobbiamo crescere ancora di più con le vaccinazioni“; la terza dose di vaccino anti-Covid “in Italia ci sarà“. “Partiremo sicuramente già nel mese di settembre – spiega Speranza – per le persone che hanno fragilità di natura immunitaria“. Poi – dice ancora – “con tutta probabilità la campagna della terza dose continuerà.” Da un lato “per le persone più anziane, ultra 80enni; dall’altro ad esempio chi vive nelle Rsa, dove si è pagato un prezzo altissimo“. La stessa cosa potrebbe accadere per il personale sanitario.

L’Ema: “Si valuta la terza dose

A livello Ue l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha iniziato a valutare una domanda della Pfizer per l’uso di una dose di richiamo del vaccino Comirnaty (Pfizer-BioNTech) da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose. “Le dosi di richiamo vengono somministrate alle persone che hanno completato il ciclo vaccinale per ripristinare la protezione dopo che è diminuita“, spiega l’Ema. I risultati della valutazione giungeranno entro “entro le prossime settimane”. Meno di una settimana fa la stessa Agenzia europea del farmaco aveva affermato in una nota che “sulla base delle prove attuali non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo dei vaccini Covid-19 alle persone già completamente vaccinate“.

Israele, quarta dose

In Israele, intanto, paese tra i primi al mondo ad avviare la campagna vaccinale a fine 2020, sta per cominciare la somministrazione della quarta dose del siero anti Coronavirus. Gli esperti di Tel Aviv ritengono altamente probabile che la pandemia proceda ancora a ondate. Il che fa propendere per nuove vaccinazioni ogni 6-12 mesi. La pandemia, dunque, lungi dall’essere sconfitta, resiste e costringe gli Stati più ricchi a incrementare le misure. Tutto ciò mentre la gran parte dei paesi del mondo non ha dosi di vaccino a sufficienza per proteggere la popolazione.

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