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Afghanistan, il Panjshir è caduto ma la resistenza continua. Proteste a Kabul contro il Pakistan

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Libertà“. Così recita l’ultimo tweet in lingua persiana del generale Ahmad Massoud che riproduciamo a piè di pagina. Nelle ore in cui i talebani annunciano di aver preso il controllo “totale” della Valle del Panjshir, ultima sacca di resistenza contro di loro, a Kabul e in altre zone dell’Afghanistan non mancano proteste per le strade e scontri. Tramite l’account Twitter Panjshir_Province (@PanjshirProvin1), riconducibile alla resistenza anti talebana in Panjshir, si mostrano video girati con i cellulari a Kabul in cui si vedono sfilare uomini e donne che chiedono libertà e protestano contro il Pakistan, accusato di sostenere attivamente i talebani, soprattutto nella guerra di conquista del Panjshir, con armi e copertura aerea alle azioni di terra.

Non solo Panjshir, cortei a Kabul

Nella capitale afghana i miliziani degli studenti coranici hanno sparato per disperdere una manifestazione di protesta contro il Pakistan (vedi il video dal tweet qui sotto). La manifestazione, davanti all’ambasciata di Islamabad, ha visto sfilare anche molte donne. L’emittente di Kabul, ToloNews, su Twitter parla di “centinaia di manifestanti oggi a Kabul” che “gridano slogan contro il Pakistan“. Diverse donne reggono cartelli, striscioni e alcune bandierine nazionali afghane.

I talebani al Panjshir: “Siete fratelli”

Con questa vittoria il nostro Paese è ora completamente fuori dal marasma della guerra” dichiara in una nota il principale portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, riferendosi alla presunta conquista del Panjshir. “Alcuni degli insorti sono stati sconfitti mentre i rimanenti sono fuggiti dalla valle“, dice Mujahid. Poi cerca di essere rassicurante promettendo che la gente del Panjshir non subirà discriminazioni nei loro confronti. “Voi siete tutti nostri fratelli” dice. Ma video, foto e messaggi sui social sembrano smentirlo.

Il Fronte di resistenza non cede

La resistenza anti talebana nella Valle del Panjshir ha reso noto che continuerà a combattere. Il Fronte di resistenza nazionale (Nfr) ha affermato di essere presente in “posizioni strategiche” in tutta la valle. “La lotta contro i talebani e i loro partner continuerà” fa sapere l’Nfr che ha reso nota l’uccisione del suo alto comandante Fahim Dashtay. “Siamo bombardati da droni pakistani, siamo sotto l’invasione diretta dell’Isi (agenzia pakistana di spionaggio, ndr)” affermano i ribelli. Nei prossimi giorni, a quasi un mese dalla presa d Kabul da parte delle loro milizie, i talebani annunceranno la composizione del governo. Il paese non è pacificato e molte persone vivono nel terrore. La resistenza anti talebana è al momento minoritaria e senza aiuti determinanti dall’esterno, come invece lo è l’Emirato, sostenuto dal Pakistan.

Teheran con Massoud, la Ue: “Corridoi umanitari”

Ma il vicino e potente Iran adesso comincia a farsi sentire. E ora Teheran condanna “con fermezza l’assalto” dei talebani. Dal canto suo Ahmad Massoud, sfuggito ai talebani, ha lanciato un appello per la “rivolta nazionale” in tutto l’Afghanistan. “Ovunque tu sia, dentro o fuori, – è il messaggio del generale – ti invito a iniziare una rivolta nazionale per la dignità, la libertà e la prosperità del nostro Paese“. Secondo l’emittente di Dubai, Al Arabiya, un aiuto ai talebani per espugnare il Panjshir è arrivato dalle forze armate del Pakistan, con “appoggio dall’aria e lancio di paracadutisti”. Dall’Unione europea la voce del Parlamento: “Preoccupa l’emergenza umanitaria nel Panshir” scrive su Twtter il Presidente David Sassoli. “I talebani stanno stroncando nel sangue la rivolta dei cittadini. Migliaia di persone senza né cibo, né farmaci: sì a un corridoio umanitario per dare urgente soccorso a chi ha bisogno“.

LEGGI ANCHE: Afghanistan, via anche l’ultimo soldato Usa dopo 20 anni. Allarme Onu: “Crisi umanitaria ancora più grande”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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