Ed è con il regista di Sora, Luca Rea, che il western arriva oggi alla Mostra del Cinema di Venezia. Il documentario realizzato insieme all’amico Quentin Tarantino, il cui titolo è Django & Django – Sergio Corbucci Unchained, riprende il nome del protagonista proprio partendo dal Django, ovvero celebre film del 1966 girato dal regista romano scomparso nel 1990. Nella Sala stampa del Palazzo Casinò, la moderatrice Alessandra De Luca introduce il film fuori concorso per Venezia78 chiedendo a Nicoletta Ercole la genesi del suo progetto.
“Un anno fa raccontai l’intenzione di omaggiare Sergio, di ricordarlo. Dopo trent’anni dalla sua morte, è stato un po’ dimenticato quel regista che ha fatto molti generi; ma soprattutto gli ‘spaghetti western‘; spiega la costumista Nicoletta Ercole che, ispirata dalla passione per il regista Sergio Corbucci ha portato a termine un lavoro cinematografico che oggi 8 settembre, viene presentato nella cornice del Festival veneziano: “Ho pensato di dare a Sergio quello che lui aveva dato a me. Per cui, Tilde è un’amica, ama il cinema, è una grande produttrice. La Lucky Red c’ha creduto, come anche Andrea Occhipinti. E poi – aggiunge la costumista – un amico carissimo, che è Franco Nero perché Sergio amava dire una cosa: “Ford aveva John Wayne, io ho Franco Nero“; per cui gli appartiene in tutto e per tutto, si appartengono e sono molto amati ed così che è nata questa cosa”.
Franco Nero racconta l’amico Corbucci
Che Quentin Tarantino provi una grande ammirazione per Sergio Leone e Sergio Corbucci non è una novità, per cui il documentario di Luca Rea, viene naturale ascoltarlo dalla voce del regista e attore statunitense. Meno, che al di sotto del ‘velo western’, allora, si nascondesse la voglia di riflettere su temi molto rilevanti, quali il razzismo, la rivoluzione, il fascismo. Argomenti di cui si occupava lo stesso Corbucci. In merito alla riflessione appena esposta in Conferenza stampa, prende parola Franco Nero; l’attore preferito di Sergio: “Io allora ero giovanissimo e non ero cosciente dell’impegno politico nascosto nei film di Corbucci, ma è sempre stato per me una persona speciale che mi ha dato modo di diventare popolare in tutto il mondo. Era poi una persona di una simpatia unica – continua Nero – spesso quando arrivava sul set mi diceva: quanti vuoi che ne ammazziamo oggi, venti, trenta? E poi lo faceva”.
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