Giornata Mondiale Alzheimer: Airalzh Onlus e l’importanza della ricerca
La Food and Drug Administration ha approvato Aducanumab, farmaco che si rivolge in modo specifico al processo degenerativo della malattia e non si limita soltanto ad 'aggredire' i sintomi della demenza
Nel 1994 l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Alzheimer’s Disease International (ADI) hanno istituito la Giornata Mondiale dell’Alzheimer. Una ricorrenza nata per celebrare e testimoniare la crescita di un movimento internazionale che intende creare conoscenza pubblica sui problemi causati da questa malattia. Oggi i malati di Alzheimer e di altre demenze sono 36 milioni in tutto il mondo, un milione solo in Italia; e questi numeri potrebbero essere destinati ad aumentare. Fondamentale, dunque, continuare a sostenere la ricerca, che ha la possibilità di sperimentare farmaci come Aducanumab, in grado di curare la patologia in maniera più specifica.
Si celebra il 21 settembre di ogni anno e la Giornata Mondiale dell’Alzheimer rappresenta un’opportunità per accrescere la divulgazione. Questa malattia si configura come la forma più comune di demenza senile, caratterizzata da un progressivo declino della memoria e di altre funzioni cognitive; uno stato provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica, per la persona colpita dal disturbo, difficoltà importanti a svolgere le normali attività quotidiane.
Adacunamab e la nuova terapia per l’Alzheimer
La Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Aducanumab; si tratta di un farmaco messo a punto dall’Azienda Farmaceutica Biogen Inc. Questa medicina è il risultato di anni di ricerca scientifica che hanno portato al primo trattamento che si rivolge al processo degenerativo della malattia. Come si apprende anche da un comunicato ufficiale, questo farmaco sembra essere in grado di rallentare il declino cognitivo e rappresenta, per cui, un’importante passo avanti nella ricerca.
È bene chiarire che esistono ancora dei dubbi sull’efficacia del nuovo farmaco per curare l’Alzheimer; tuttavia, si può comunque considerare un’importante traguardo della ricerca, in grado di dare speranza, non solo ai pazienti, ma anche ai familiari.
Airalzh Onlus
Alla luce dei risultati raggiunti, è fondamentale ribadire l’importanza della ricerca; a tal proposito, a livello nazionale, merita di essere menzionata l’Associazione Italiana Ricerca Alzheimer: Airalzh Onlus. Nata nel 2014, l’associazione si concentra sulle ricerche e ed è l’unica a promuovere la ricerca medico-scientifico; proprio per questo è intenzionata a sostenere gli sviluppi legati al farmaco Adacunamab. Gli obiettivi di Airalzh Onlus sono, infatti: l’identificazione di fattori a rischio, migliorare le tecniche per migliorare l’individuazione dell’Alzheimer e innalzare il livello della cura.
Ma lo scopo principale di Airalzh, così come della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, resta quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia. L’associazione si impegna, inoltre, ad assegnare a giovani ricercatori e ricercatrici fondi (Airalzh Grants for Young Researchersche – AGYR) che possano essere fondamentali nell’avanzamento della ricerca. I fondi del 2020, per esempio, sono stati assegnati alla ricerca in merito all’identificazione della fase precoce della malattia; i sintomi della patologia compaiono, spesso, quando il quadro clinico è già compromesso e i farmaci risultano meno efficaci. Scoprire l’Alzheimer in una fase precoce risulta, dunque, molto importante.
Un approccio multidimensionale all’Alzheimer
Tra i vari argomenti promossi da Airalzh Onlus, inseriti anche nel nuovo bando per i finanziamenti aperto a maggio, la promozione di un approccio multidimensionale e multidisciplinare alla malattia. Per prevenire l’Alzheimer, infatti, analizzare gli stili di vita, le abitudini può essere fondamentale per ritardare la comparsa dei sintomi o evitare il rischio di altre patologie croniche come il diabete.
Come da comunicato, il Prof. Alessandro Padovani, socio fondatore e membro del Consiglio Direttivo di Airalz, ha dichiarato: “La Ricerca si sta spingendo in due grosse direzioni: la terapia, con l’individuazione di farmaci atti a contrastare la malattia, e l’importanza della diagnosi precoce. Se, da un lato, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato Aducanumab, primo trattamento che non si limita soltanto ad ‘aggredire’ i sintomi della demenza, ma anche a rallentare il declino cognitivo, dall’altro c’è il ruolo della diagnosi precoce. Airalzh investe in questa direzione“. Conclude, infine, la presidente di Airalz Onlus, la Prof.ssa Alessandra Mocali: “Siamo certi che la speranza di una terapia aiuterà anche i pazienti e le famiglie a superare la “paura” della diagnosi, con un accesso più precoce al percorso di cura“.
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