In arrivo una nuova iniziativa delle Gallerie dell’Accademia di Venezia che riporteranno a breve a casa Il Bravo di Tiziano, uno dei capolavori della pittura del Cinquecento. L’opera giovanile del pittore si trova attualmente al Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’esposizione a Venezia avverrà dal 24 settembre al 20 gennaio 2022. Si tratta di una delle opere giovanili di Tiziano, poi entrata nelle collezioni imperiali austriache nel 1649. Solo nel 1990 è tornato eccezionalmente a Venezia.
Il Bravo di Tiziano ritorna a Venezia per un’esposizione temporanea
L’opera di Tiziano sarà a Venezia dal 24 settembre, quando prenderà temporaneamente il posto de La Vecchia di Giorgione. L’opera pittorica, databile intorno al 1515-1520, si inserirà all’interno della collezione delle Gallerie nel contesto della sala VIII, dedicata a Giorgione e ai suoi allievi. Tra le altre opere presenti nella stessa sala, infatti, Tiziano con L’Arcangelo Raffaele e Tobiolo e Sebastiano Del Piombo con le ante d’organo di San Bartolomeo.
Il direttore delle Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia, ha dichiarato: “Il Bravo è stato scelto poiché intesse una ricca trama di dialoghi, rimandi e confronti con le opere della collezione permanente e con il contesto artistico della città lagunare che l’ha generato“. Questo prestito con il museo viennese, inoltre, rappresenta uno scambio che si inserisce come tappa di un percorso già avviato da anni. Il Kunsthistorisches di Vienna, infatti, ha preso parte al progetto Un capolavoro per Venezia, nato nel 2020 in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Lo stesso progetto ha permesso di esporre nella sale delle Gallerie la Sacra Conversazione di Lorenzo Lotto.
Le ipotesi sul soggetto rappresentato
Il dipinto di Tiziano ha suscitato molte riflessioni e interesse in merito all’interpretazione del soggetto rappresentato. L’ipotesi largamente accolta è che raffiguri un episodio di storia antica tratto dal Factorum et dictorum memorabilium di Valerio Massimo, basato a sua volta sulla Vita di Mario di Plutarco. Secondo questa lettura, il quadro raffigurerebbe l’episodio dell’aggressione e uccisione del giovane soldato Trebonio da parte del tribuno Caio Lusio.
Se ci si sofferma su altri dettagli, tra cui l’aspetto del giovane e la presenza di un serto di foglie di vite, la scena potrebbe anche alludere alla cattura di Bacco da parte di Penteo, re di Tebe, raccontata all’interno delle Baccanti di Euripide e delle Metamorfosi di Ovidio. Al di là delle possibili interpretazioni, però, quel che più colpisce, è la tensione delle figure. Come nota Francesca Del Torre Scheuch, curatrice della pittura italiana del Rinascimento al Kunsthistorisches Museum di Vienna, “la tensione che accompagna la confrontazione violenta è forte e percepibile nel vivace contrapposto, anche cromatico, delle due figure. L’osservatore è coinvolto direttamente come testimone di un attacco imminente“.
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