Perché “Don Matteo” senza Terence Hill non sarà più la stessa cosa
A 21 anni di distanza, l'interprete ha abbandonato l'abito talare salutando per sempre la storica serie
“La persona giusta non si cerca. La persona giusta si diventa.” Eppure i telespettatori, pur senza cercarla, la persona giusta l’avevano trovata proprio in Terence Hill. A partire dal 7 gennaio 2000, sulla rete ammiraglia della Rai è approdata una serie, prodotta da Lux Vide e Rai Fiction, incentrata sulle vicende di un prete-detective. Don Matteo, in breve tempo, è diventata una delle serie di punta non solo della tv di Stato, ma del piccolo schermo nostrano, grazie alla sua commistione di azione e a quel senso di sicurezza e familiarità che riesce a infondere.
Ad accompagnarci in questo viaggio, Terence Hill – al secolo Mario Girotti – ci ha tenuti compagnia nel corso di questi ultimi vent’anni, entrando a far parte delle nostre vite. Ma, come qualsiasi storia, anche quella di Don Matteo Bondini è giunta alla fine. Se però il parroco più famoso del piccolo schermo ha scelto di andare in pensione, al suo posto indosserà l’abito talare un altro sacerdote. Insomma, è sicuramente la fine di un’epoca, ma anche l’inizio di un altro capitolo tutto da scoprire.
Don Matteo è “la persona giusta“: Terence Hill saluta i suoi fan dopo vent’anni
Ci ha emozionati, fatti ridere e, al contempo, anche riflettere nel corso di dodici edizioni e oltre 250 puntate. Ma lo scorso sabato 18 settembre, per Terence Hill è calato il sipario di Don Matteo. L’interprete ha difatti messo piede sul set per l’ultima volta nei panni del noto sacerdote, andando definitivamente “in pensione“. Per salutarlo, è stata organizzata una festa in quel di Spoleto, ormai storica location per le vicende del prete-detective del piccolo schermo. Da Nino Frassica a Maria Chiara Giannetta: quasi tutti erano presenti per salutare lo storico volto di Rai1.
Poco dopo, lo stesso interprete ha scelto di prendere la parola in prima persona, tributando un ultimo omaggio ai fan sul proprio profilo Instagram. A coloro che sono stati con lui, che si sono fatti trascinare dalle sue “avventure”. A quelli che si sono aggiunti in corso d’opera, ma che hanno scelto di accompagnarlo: un grazie va a tutti noi. Perché Don Matteo parla una lingua semplice, che arriva dritta ai cuori dei telespettatori. E in quella atemporalità in cui tutto rimane immutato, tra i viottoli di Spoleto, la chiesa, la piazza – i luoghi della tradizione – e il lieto fine combattuto c’è una sorta di desiderio atavico che ci spinge al ritorno delle origini. A quel passato come luogo della felicità, ma senza rimanere indietro con i tempi. Dietro la sua apparente leggerezza, c’è una forte componente quasi “materna”, come una fiaba con tanto di morale finale. Ed è per questo che la serie domina incontrastata da oltre vent’anni sul piccolo schermo. Anche se ora dovrà fare a meno del suo pilastro.
La fine di un’epoca ma un nuovo inizio : Raoul Bova è don Massimo
Per un personaggio che se ne va, ce n’è uno nuovo che prende il suo posto. E, come sappiamo, a ricevere il testimone da parte di Terence Hill è Raoul Bova, nei panni di don Massimo. A rassicurarci è Luca Bernabei, amministratore delegato di Lux Vide nella diretta di W l’Italia su Rtl 102.5. E, assicura Raoul Bova in collegamento telefonico: “Abbiamo avuto la benedizione di Terence.“- aggiungendo poi – “Non si parla di rimpiazzo, ma di una storia che continua, il personaggio di Terence sceglie don Massimo perché pensa che abbia i requisiti per portare avanti il suo modo di intendere la vita e parlare con la gente.” Ma, come rivela Bernabei: “Non porterà la tonaca.”
Insomma, per un nuovo inizio era inevitabile che la produzione optasse per la strada dello “shock”. L’abito talare lascerà dunque il posto a una divisa “in borghese”. E, stando a quanto trapelato, la proverbiale bicicletta lascerà spazio a una motocicletta. Niente più sarà come prima dunque, anche se don Matteo continuerà a occupare un posto importante nel nostro cuore.
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