Secondo alcuni osservatori il progetto della Brexit era nato per tenere insieme il Regno Unito, da anni alle prese con spinte centrifughe sempre più forti. E per rilanciare una sorta di ‘grande’ Inghilterra, sganciata dall’Europa e alla ricerca di una nuova leadership internazionale. Ma a poco più di un anno e mezzo dall’uscita di Londra dall’Unione europea i sogni di gloria dell’ex potenza imperiale s’infrangono contro banali taniche di benzina.

Inghilterra, mancano camionisti

Il premier Boris Johnson sta infatti valutando l’ipotesi di far intervenire l’esercito per consegnare carburante alle stazioni di servizio lungo le arterie stradali dell’Inghilterra. Il tutto dopo un fine settimana di rifornimenti da panico, con i cittadini in coda davanti alle pompe per il timore di restare a secco. Nel paese non ci sono abbastanza autotrasportatori, per un fatto brutalmente semplice: la maggior parte di essi sono slavi. Significa che, dopo la Brexit, sono rientrati nei loro paesi senza fare ritorno. La situazione è talmente paradossale che il Governo ha dovuto modificare la sua politica post-Brexit sull’immigrazione. E sabato scorso ha concesso fino a 10.500 visti di lavoro temporanei in fretta e furia.

Prodotti alimentari e allevatori

Nel frattempo l’aumento della domanda ha portato la Petrol Retailers Association (PRA) ad avvertire che 5.500 stazioni di servizio indipendenti, su un totale di 8mila, sono senza carburante. Ma l’esaurimento dei rifornimenti di merce ha interessato anche gli scaffali dei prodotti agroalimentari. La crisi nei supermercati di tutta l’Inghilterra era già scoppiata a luglio. Adesso i diecimila permessi di tre mesi, da ottobre a dicembre, dovrebbero sopperire alla carenza di personale straniero. Parliamo di settori non secondari dell’economia britannica: oltre alla distribuzione del carburante, l’allevamento di pollame, ad esempio. Intanto, spiega online la Bbc, il Governo si prepara a sospendere la legge sulla concorrenza. Lo scopo è quello di poter rifornire in modo più mirato le stazioni di servizio che hanno esaurito i carburanti, dando priorità alle aree del paese maggiormente colpite dal problema.

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