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Aborto a San Marino e nozze gay in Svizzera, via libera dopo i referendum

In Italia, intanto, rischio "sabotaggio" della certificazione firme per il quesito sulla depenalizzazione della cannabis, mentre supera un milione di firme il referendum sull'eutanasia

Aborto legalizzato nella piccola repubblica di San Marino e matrimoni omosessuali adesso ammessi in Svizzera, dopo l’ammissione delle unioni civili nel 2007. Entrambe le novità sono arrivate tramite referendum, in questi ultimi giorni.

Il referendum a San Marino

A San Marino ha stravinto il sì alla depenalizzazione dell’aborto. L’affluenza è stata del 41,11% in media con le altre consultazioni. Al termine dello scrutinio delle 37 sezioni, il 77,30% degli elettori ha approvato la legalizzazione dell’aborto. I sono stati 11.119 contro i 3.265 no. In base all’attuale legge, le donne non potevano abortire nemmeno se in pericolo di vita. L’interruzione di gravidanza era un reato punito con la reclusione da 3 ai 6 anni. Le donne sanmarinesi intenzionate ad abortire si recavano finora in Italia. Ora, con la vittoria del sì, la legge cambierà.

Il referendum in Svizzera

D’ora in poi, invece, in Svizzera, saranno legali le nozze tra persone dello stesso sesso. Al referendum, stando alle proiezioni, il sì avrebbe ottenuto il 64%: una maggioranza netta. Si sono espressi a favore tutti i cantoni della Confederazione elvetica. Il quesito era sostenuto dal Parlamento e dal Consiglio federale ed è stato presentato insieme al voto per aumentare la tassazione dei grandi patrimoni. All’inizio del 2020 un altro referendum aveva stabilito che l’omofobia è un reato. Con il voto di quest’anno la Svizzera aggiorna la norma sulle unioni civili del 2007 e si allinea così alle legislazioni di Francia, Germania, Austria, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito. L’Italia rimane uno dei pochi paesi europei, con Polonia e Ungheria, a non consentire i matrimoni omosessuali. Consente però, dal 2016, le unioni civili fra persone dello stesso sesso.

I referendum in vista in Italia

Nel nostro Paese proseguono il loro cammino i referendum sulla depenalizzazione della cannabis e sull’eutanasia legale. Gli organizzatori del primo lamentano però il rischio di “sabotaggio” dell’ampia raccolta di firme digitali (oltre 500mila). Ciò perché circa un quarto dei certificati elettorali chiesti ai Comuni – per validare e certificare definitivamente tali firme – non sono arrivati. Mancano 3 giorni alla scadenza: il Comitato promotore ha chiesto al Governo l’estensione al 31 ottobre della data ultima per la consegna delle firme certificate. Sono invece più di un milione gli italiani che hanno sottoscritto il referendum sull’eutanasia legale, a due settimane dalla consegna della documentazione in Corte di Cassazione, l’8 ottobre.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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