Dopo una lunga attesa, torna in onda da stasera Non è l’Arena, il rotocalco condotto da Massimo Giletti su La7. Si tratterà di un’edizione all’insegna della novità, a partire dal giorno stesso di messa in onda che, per la prima volta, sarà di mercoledì in prima serata. Il giornalista ha difatti abbandonato la fascia, ormai consolidata, della domenica sera durante la quale il programma è stato trasmesso a partire dal 2017. Ma Giletti appare tutt’altro che intimorito dal cambiamento, tanto da affermare: “Una nuova sfida; averne voglia alla mia età è un indice di quanto abbia voglia di mettermi in gioco.” Ed è stato proprio questo atteggiamento “spavaldo” il leitmotiv della conferenza stampa, che si è tenuta proprio ieri, alla vigilia del debutto. Ecco cos’altro ha aggiunto il conduttore in merito alla nuova edizione di Non è l’Arena.
Non è l’Arena, per la prima volta in onda di mercoledì: un “eretico” Massimo Giletti alla ricerca della verità
“Non riesco a capire perché vengo etichettato come populista, è ingiusto. Se proprio dovete etichettarmi dite che sono un eretico, uno che va alla ricerca della verità, che è poi l’etimo della parola.” – da questa esigenza costante di Massimo Giletti di ricercare la verità nasce, mossa dai migliori propositi, la nuova edizione di Non è l’Arena. E proprio durante la conferenza stampa di presentazione, il giornalista ha proseguito, tuonando: “Avere inviati che a rischio della loro pelle entrano nelle zone dei Casamonica o io che vado in posti pericolosi come Corleone, vuol dire essere populisti? Non riesco a capire.”
Dopo due mesi di silenzio e di incertezza, Giletti è tornato al timone del programma, prodotto da FremantleMedia e nato dalle ceneri del precedente L’Arena (in onda su Rai1). Non solo, l’emittente si è assicurata il volto televisivo grazie ad un contratto biennale, che lo vincolerà fino al 2023. Per il suo ritorno di stasera 29 settembre, Giletti è intenzionato a partire in medias res. Tirando fuori una scatoletta contenente mascherine FFP2, in rappresentanza di una delle forniture giunte in Italia, ha difatti introdotto uno degli argomenti che tratterà in trasmissione, affermando: “Questa certificazione (mostrando dei documenti, nda) parla in modo molto chiaro, sono scarsamente protettive. Domani dirò in che ospedale sono utilizzate. Perché nessuno parla più dei 190 milioni di mascherine sequestrate in tutta Italia? Io sono molto preoccupato. Vorrei fare questa domanda anche al Ministro Speranza, ma i nostri giornalisti non vengono più fatti entrare in alcune conferenze stampa, come quelle della struttura commissariale.”
Non è l’Arena, una “tv d’inchiesta“
Ancora una volta, pur consapevole di toccare alcuni nervi scoperti, Massimo Giletti torna all’ennesima potenza. Il giornalista ha dunque plasmato la trasmissione in una vera e propria televisione d’inchiesta, con cui si prefigge lo scopo di “tirare fuori situazioni molto scomode che si cercano di nascondere“. Da mesi ormai, a causa delle minacce ricevute, il giornalista vive sotto scorta: “Mi hanno fatto ascoltare un’intercettazione dalla Calabria dove parlano di me, e certo non è piacevole, ma soprattutto parlano del programma, per quello che ha scoperto.
Dobbiamo credere in quello che facciamo. Non è vero che la tv di inchiesta non serve, può avere dei riflessi molto forti.” In molti avevano letto nel saluto dell’ultima puntata della scorsa edizione una volontà di allontanarsi dal piccolo schermo. Ma il ritorno imminente del giornalista ha smentito queste voci: e, da stasera, in prima serata su La7, sarà possibile finalmente rivederlo in azione.
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