Traduzione è “l’azione, l’operazione e l’attività di volgere da una lingua a un’altra un testo scritto od orale“, come cita il l’enciclopedia Treccani. Oggi, 30 settembre, è la giornata mondiale della traduzione, un’attività della cui importanza forse non ci rendiamo conto fino in fondo. Istituita nel 1953 dalla Fédération internationale des traducteurs, proprio nello stesso giorno della festa di San Girolamo. Traduttore della Bibbia è considerato patrono di tutti i traduttori, dal momento che con la sua attività ha dato un gran contributo nel cercare di creare una teoria della traduzione. Lo scrittore ha rigettato completamente l’idea di una traduzione parola per parola, contemplata invece all’epoca, e ha introdotto la traduzione per senso.

La traduzione, così costantemente presente nella vita di tutti i giorni

A volte non ci rendiamo conto di quanto la traduzione sia spesso presente nella nostra quotidianità. Non esiste infatti solo l’atto del tradurre da una lingua e cultura di partenza a una di arrivo. Ci sono diversi tipi di traduzione, così come li divideva il famoso linguista Roman Jakobson. La traduzione propriamente detta, quella tra due lingue diverse, la traduzione che avviene all’interno della stessa lingua, detta anche riformulazione, e infine la traduzione intersemiotica, che avviene tra codici semiotici differenti. Per secoli si è cercato di creare diverse teorie che sintetizzano l’atto del tradurre e che facessero diventare la traduzione universale. Eppure, senza alcun successo. La traduzione, infatti, è una pratica che per alcuni aspetti non può essere considerata oggettiva, perché potrebbe essere soggetta a fattori influenzali da parte dell’autore.

Nella maggior parte dei casi, lo scopo dell’autore nella pratica del tradurre è quello di portare lo stesso significato, da una lingua ad un altra, cercando di traslare anche lo stesso contesto. Eppure, il traduttore non sempre riesce nella sua impresa e durante la traduzione il testo potrebbe anche perdere tratti caratterizzanti della cultura di partenza, a volte fraintendibili in quella di arrivo o addirittura inesistenti. Questo dipende però sempre dallo scopo della traduzione, se si intende traslare il significato del testo o il suo stile e la sua ‘anima’. E proprio a tal proposito, il traduttore deve sempre avere una vasta conoscenza dell’argomento che sta trattando, delle intenzioni dell’autore originale e della lingua e cultura di arrivo e di partenza.

Il forte legame che si crea tra testo e traduttore

Prima di compiere l’atto di traduzione, l’autore dovrà sempre accettare un compromesso: qualche caratteristica potrebbe comunque perdersi nel passaggio tra due lingue e culture differenti. Proprio per questo non si potrà mai identificare una traduzione perfetta, in quanto essa è anche molto legata all’interpretazione che ognuno di noi ha davanti il testo di arrivo. Si è molto discusso in passato, infatti, come il ruolo di traduttore e di interprete siano infatti legati tra di loro da un legame quasi indissolubile. Per questo forte legame tra testo e traduttore, forse non potremmo mai dare una definizione precisa per la teoria della traduzione. Sicuramente, dovrebbe essere più vista come un qualcosa di dinamico, sempre in continua evoluzione così come la lingua.

L’atto del tradurre è un’attività di elevata importanza. È una ricerca minuziosa dell’equivalente perfetto tra due lingue, culture e mondi diversi che si interfacciano tra di loro per cercare un legame. Il traduttore potrebbe allora essere visto come un ‘traghettatore di significati, che riesce a dare vita a un nuovo testo che porterà insieme le caratteristiche dell’uno e dell’altro mondo culturale e letterale.

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