“Volevo mostrare la persona reale, non la bella principessa“: così ha affermato Robert Matzen, autore di un libro su Audrey Hepburn. Il volume getta uno sguardo approfondito agli ultimi anni di vita della splendida attrice, che si è dedicata a numerosi progetti umanitari. Tra le pagine di Warrior (Guerriera), infatti, si trovano le testimonianze di membri dello staff dell’UNICEF.

Il lato umanitario di Audrey Hepburn e i suoi progetti per l’UNICEF

Dialogando con gli amici intimi di Audrey Hepburn, con alcuni appartenenti allo staff dell’UNICEF, con i colleghi operatori umanitari e perfino con gli ufficiali militari che l’hanno conosciuta, Matzen ha creato un intero volume. Il libro, infatti, testimonia il coraggio inedito dell’attrice, che più volte si è recata nelle zone di guerra, in missioni che erano molto più pericolose di quanto si possa credere. Si scopre tra le pagine della biografia che “non era fragile, era senza paura“. Quell’essere apparentemente delicato, che ha conquistato milioni di fan nel mondo grazie al suo talento, nascondeva una grande forza, che ha utilizzato e allo stesso tempo celato nella parte finale della sua vita.

La testimonianza del figlio rivela chi era davvero

Verso la fine della sua vita, l’attrice ha smesso di usare il suo nome e la sua voce per rafforzare i progetti umanitari in cui credeva. Come ha detto a un giornalista nel 1988, dopo il suo primo viaggio in Etiopia: “Non sono interessata a promuovere Audrey Hepburn in questi giorni. Mi interessa dire al mondo come possono aiutare l’Etiopia“. Consapevole della suo enorme potere mediatico, infatti, la Hepburn ha sfruttato tutta la sua popolarità per ottenere i maggiori risultati nei progetti UNICEF.

D’altronde una volta Audrey Hepburn ha dichiarato non poter “essere una protagonista per tutta la vita“. E dopo aver lasciato Hollywood alle spalle all’apice della sua carriera, la star di Colazione da Tiffany e My Fair Lady, non si è più voltata indietro. Ha cresciuto i suoi figli, ha conosciuto grandi amori e all’alba dei 60 anni si è sentita pronta per lanciarsi in un nuovo progetto con l’UNICEF. A tale proposito il secondogenito Luca Dotti ha delineato un significativo ritratto della madre. “Per molte persone, mia madre era nota per la sua bellezza e la sua eleganza – ha dichiarato – ma la sua vera essenza era la determinazione. Sì, era graziosa e gentile, ma era anche molto determinata. Era una tosta. Sareste sorpresi di quanto potesse essere tosta mia madre. Non accettava un ‘no’ come risposta e sapeva essere estremamente testarda. Sempre in modo gentile. Sapeva come far sentire la sua voce“.

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