Dalle elezioni amministrative 2021 del 3 e 4 ottobre esce un’Italia ridisegnata politicamente. Avanza il Centrosinistra, trainato dal Partito democratico, mentre il Centrodestra subisce una netta battuta d’arresto e un forte spostamento degli equilibri al suo interno, a vantaggio di Fratelli d’Italia. Crolla il Movimento Cinque Stelle a Torino e a Roma, ma cresce a Napoli. A due mesi dalla scadenza del settennato del Presidente della Repubblica e dopo 8 mesi di Governo Draghi, imposto ai partiti dallo stesso Sergio Mattarella, il voto delle Comunali sembra dunque indicare una nuova tendenza nazionale.

Elezioni, PD-FdI poli contrapposti

Torna protagonista alle elezioni il bipolarismo Centrodestra-Centrosinistra, anche perché si fa più marcata la caduta del Movimento Cinque Stelle, la terza forza che solo tre anni fa conquistò il 33% alle politiche. Ma emerge anche una polarizzazione partitica fra due estremi: il Pd e Fratelli d’Italia. I dem, stando ai primi dati, sono il primo partito a Milano, Torino, e Bologna, e ottengono un buon risultato anche a Trieste. Nel campo avverso per Forza Italia prosegue a tendenza a perdere voti, in atto da anni. Subisce uno stop pesante la Lega, che subisce un’emorragia in diverse città del Nord, tra cui la stessa Milano, mentre Fratelli d’Italia guadagna consensi in modo esponenziale. “Secondo i dati a disposizione, direi che FdI sui numeri assoluti si afferma come primo partito all’interno del Centrodestra” osserva Giorgia Meloni.

Lega in crisi, Salvini sulla graticola

Cambiano quindi gli equilibri interni al Centrodestra, dove solo due anni fa, alle elezioni europee, la Lega ridisegnata da Matteo Salvini aveva sfondato quota 34%, diventando il primo partito politico d’Italia con ampio margine su tutti gli altri. Adesso non arriva al 12% a Milano. Un tonfo pesante perché nel capoluogo lombardo due anni fa i leghisti avevano ottenuto il 27%. Adesso per Salvini, che nel corso degli ultimi anni ha fortemente personalizzato il partito, c’è il rischio di una resa dei conti interna. Non è un caso se prima del voto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha espresso apprezzamenti per Carlo Calenda a Roma: un’uscita interpretata come una stoccata a Salvini.

FdI, crescita impressionante

Ma il fenomeno politico forse più eclatante di queste elezioni è Fratelli d’Italia. Il partito di destra, su cui pesano accuse di neofascismo mascherato, tallonerebbe a solo due-tre punti di distanza la Lega a Milano e sarebbe la prima formazione politica a Roma, con quasi il 18%. Risulta in crescita nella maggioranza delle città del Nord. Non solo: è nella ‘rossa’ Bologna che ottiene il miglior risultato in progressione: si attesterebbe a quota quasi 13% mentre 5 anni fa, alle precedente comunali, era al 3%.

Elezioni Roma, sfida aperta

Per la poltrona di sindaco di Roma a sfidarsi al ballottaggio di queste elezioni saranno Enrico Michetti, al 30%, e Roberto Gualtieri, al 27%. A sostenere il primo Fdi, Lega e FI; il secondo è appoggiato dal Pd e dalle altre forze progressiste. Fuori la sindaca uscente Virginia Raggi (M5S) e il leader di Azione, Carlo Calenda. Per conquistare la poltrona di Palazzo Senatorio, Gualtieri si rivolgerà a tutti coloro che hanno votato Raggi, ma anche ai sostenitori di Calenda. Al grosso bottino di Azione però guarda anche Michetti.

Milano, Pd al 33% (+4% sul 2016)

A Milano nelle elezioni comunali che segnano il record storico dell’affluenza più bassa con il 47% dei votanti alle urne il sindaco uscente Giuseppe Sala viene riconfermato al primo turno. Sala ha ottenuto il 57% contro il 31% dello sfidante del Centrodestra, il pediatra Luca Bernardo. È la prima volta che un sindaco di Centrosinistra vince al primo turno nel capoluogo lombardo. Il Pd resta il primo partito con oltre il 33%, in crescita rispetto al 29% del 2016.

Bologna, mai così pochi alle urne

Il Centrosinistra non trema a Bologna e Matteo Lepore diventa sindaco con una percentuale travolgente, superiore al 62%. Una vittoria che è frutto di una vasta alleanza: centristi, sinistra e Movimento 5 Stelle. Una vittoria netta ma con una grande ombra: per la prima volta dal dopoguerra il sindaco del capoluogo dell’Emilia-Romagna è stato votato poco più che da un elettore su due. L’affluenza si è infatti fermata al 51%, sotto alla già bassa media nazionale (54%).

Napoli, Centrodestra umiliato

Funziona bene a Napoli l’intesa tra centrosinistra e M5S. Gaetano Manfredi vince a valanga le elezioni amministrative e diventa sindaco al primo turno, ottenendo circa il 65%. Un valore triplo dei voti del principale avversario, Catello Maresca del Centrodestra, che si attesta al 22%. Anche qui, però, record negativo di affluenza per la scelta del sindaco. Meno della metà dei cittadini (il 47%) si è recato alle urne, contro il 54% di cinque anni fa.

Torino, tracollo M5S

Torino archivia l’amministrazione pentastellata e rimanda al ballottaggio la scelta del successore di Chiara Appendino. Il primo turno delle elezioni termina con il candidato dem Stefano Lo Russo in vantaggio sul civico Paolo Damilano, col 43% contro il 38%. Crolla il Movimento 5 Stelle, con la candidata Valentina Sganga sotto il 10%. Il ‘primo partito’ è quello dell’astensione: l’affluenza si è fermata al 48%: la più bassa di sempre.

Trieste al ballottaggio

A Trieste, sarà ballottaggio al secondo turno di queste elezioni tra il candidato del Centrodestra Roberto Dipiazza, al 46%, e il candidato del Centrosinistra Francesco Russo, al 31%. Con un vantaggio di oltre dieci punti, “sarò difficile da raggiungere“, ha commentato il sindaco uscente, parlando di “un bellissimo risultato“. Un dato vero, ma se dall’altro lato si formasse una coalizione di più realtà, la partita potrebbe essere ancora aperta.

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