Primo piano

Vaccino, terza dose a tutti gli over 60

L'Italia accelera la lotta al Covid: riceveranno la terza dose i fragili di ogni età e i sani con più di sessant'anni, 6 mesi dopo la seconda somministrazione

L’Italia si adegua ai paesi più ricchi come gli Stati Uniti e accelera sulla terza dose di vaccino anti Covid. La riceveranno a breve tutti i fragili e a tutti i cittadini con più di 60 anni. Sotto la pressione del Pil da far crescere e della pandemia da azzerare cadono le cautele. L’Oms vorrebbe rinviare, quantomeno, la terza dose nei paesi più ricchi per dare priorità alle vaccinazioni di miliardi di persone dei paesi poveri che non hanno ricevuto ancora neppure una dose di siero. Ma niente da fare, si va avanti.

La terza dose fino a oggi

In Italia il 20 settembre sono cominciate le somministrazioni della terza dose agli immunocompromessi, ai pazienti oncologici e a i trapiantati. Adesso una circolare del ministero della Salute avvia il booster per i sessantenni. “Alla luce delle ultime deliberazioni di Ema – spiega il ministero – via libera alla terza dose di vaccino per i fragili di ogni età e per tutti gli over 60, sempre dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione“. La decisione avviene mentre sono ancora 8,4 milioni gli italiani che non hanno fatto neppure la prima dose del vaccino anti-Covid. Si tratta del 15,54% della popolazione vaccinabile. Restano nella fascia di età più critica quasi tre milioni di ultracinquantenni non immunizzati.

Draghi: “Il peggio è passato

Il peggio, nelle parole del premier Mario Draghi, è però definitivamente alle spalle. “I nostri sforzi congiunti ci hanno aiutato a tenere sotto controllo la pandemia in molti Paesi – ha detto ieri al summit delle imprese del B20 – e a darci la speranza che la sua fine sia in vista”. Draghi ha però anche annunciato la lotta al “protezionismo sui prodotti sanitari” affinché sia difesa “la libera circolazione dei vaccini e delle materie prime necessarie per produrli“. Su questo aspetto il premier punta al vertice del G20 a Roma. Fiducioso che “alla fine di ottobre si raggiungerà un forte impegno per riformare il Wto“, ovvero l’Organizzazione mondiale del commercio.

Dal 15 il Green Pass al lavoro

In Italia le somministrazioni proseguono anche in vista del 15 ottobre, data in cui il Green Pass sarà obbligatorio sui luoghi di lavoro. Nel nostro Paese ha completato il ciclo vaccinale il 79,9% delle persone con più di 12 anni, pari a 43 milioni di cittadini. Hanno ricevuto almeno una dose l’84,5%: 45 milioni. Il governatore veneto, Luca Zaia, lancia un appello: “Non possiamo mettere in difficoltà le aziende – dice – Se il Governo non prende in mano questa situazione prima del 15 sarà il caos. Facciamo in modo che le aziende possano usare i test ‘fai da te’ e se la vedano direttamente con i loro lavoratori”. In Veneto ci sono 590mila persone in età lavorativa non vaccinate. “Anche fossero solo la metà che non lavorano – spiega Zaia – ne avremmo 300-350.000 da testare ogni 48 ore. Impossibile“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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