Ha avuto appena inizio la sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Sale aperte e pubblico gremito rispettando le norme anti-Covid per le prime proiezioni cinematografiche che vedono accendere il grande schermo per il film di apertura The Eyes of Tammy Faye. Le immagini in sequenza vengono fissate su una pellicola a grana grossa per riportare ai giorni nostri un’era particolarmente religiosa che ha inizio negli Anni Settanta e si conclude nei Novanta; cerchiando l’anno 1994.

Siamo in America. La parola di Dio è una lode pomposa, rumorosa. Si enfatizza il Verbo in quel che viene poi rappresentato da un crocifisso appeso sulla parete di chi acclama il miracolo. E se ad incarnare il miracolo è una bambina che infrange le regole e professa (la prima volta) la parola di Dio andando contro alle paure di una madre purista; la piccola Tammy cresce in quel che oggi viene ricordato come il fenomeno evangelistico radiofonico. Tammy Faye incontrerà al collage Jim Bakker, colui che diventerà suo marito. La loro unione è sancita da un Sermone che li vedrà perfettamente in sintonia e condurranno la loro vita seguendo i consigli di Dio. Ma cosa succede se la preghiera non è più intima ma corale? Se l’entusiasmo nel salvare il prossimo da fede si trasforma in monopolio?

La linea sottile che separa il sacro dal profano assumerà un profilo sempre più sottile, fragile. E si spezzerà. Dall’ascesa al declino finanziario, morale e personale ne hanno conosciuto le ombre Tammy Faye e Jim Bakker; protagonisti di una pagina storica realmente esistita. La pellicola diretta da Michael Showalter rivela una verità valida per la quale dietro ogni moralista si cela una personalità a volte complessa; dal chiaroscuro netto e tenebroso.

The Eyes of Tammy Faye: Faye, una leggenda per le sue ciglia

Jessica Chastain è Tammy Faye; la donna degli States che assume la voce di Betty Boop quando entra in scena e sfoggia il sorriso amaro mascherato dal forte trucco dinanzi ai microfoni della stampa mentre suo marito Jim viene portato via dal tribunale in lacrime. Ecco presentato un film nella Sala Pretassi dell’Auditorium Parco della Musica, laddove emerge la doppia faccia dell’America, tra virtù e vizi; ma anche la personalità poliedrica dell’attrice, nonché produttrice nella sua ultima fatica cinematografica, in grado di misurarsi con interpretazioni di vario genere.

Nel corso della Conferenza Stampa l’attrice Chastain appare molto affezionata al suo personaggio privilegiando l’atto in cui chiudendo gli occhi pregava Dio, un atto prezioso, cruciale che si ripete nel film con costanza spezzato poi ‘dolcemente’ da una risata singolare ed autentica, quasi vicina al pianto; una movenza facciale che mediava attraverso le sue lunghe ciglia e creava connessioni ed incontri: “Credo che Tammy avesse una forte fede, chiudendo gli occhi e pregando arrivava a Dio: penso fosse sincera nella sua fede. Era un’ossessione dover sentire Dio. Per lei era amore”.

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