“Squid Game”, Lee Jung-jae spiega il finale e parla di una seconda stagione
Considerato il successo mondiale ottenuto, Hwang Dong-hyuk non esclude una nuova stagione e ipotizza anche le tematiche da affrontare
Squid Game non conosce pari né tantomeno limiti. La serie TV sudcoreana, ideata con non poca difficoltà da Hwang Dong-hyuk, ha battuto ogni record su Netflix, affermandosi come la serie TV più vista di sempre. Un record che ha sbaragliato persino Bridgerton, il drama ambientato durante l’Età della Reggenza che aveva conquistato il mondo intero con la storia d’amore di Daphne e il conte di Hastings. Ma, a quanto pare, una buona dose di cruda realtà è riuscita a soppiantare il romanticismo, proclamando Squid Game come serie più guardata su Netflix.
Squid Game, come Seong Gi-hun è cambiato nel finale di stagione
La storia raccontata da Hwang Dong-hyuk ha lasciato il segno, raccontando di come la disperazione porti le persone a compiere gesti impensabili. Chi arriverebbe a rischiare la vita per denaro? Chi non ha nulla da perdere, come i personaggi di Squid Game, che accettano di partecipare ad un gioco all’ultimo sangue con la vana speranza di vincere miliardi di won (moneta sudcoreana). Sadico, crudele, violento: tanti sono gli aggettivi affibbiati sul web a questa serie TV che, nonostante il bollino rosso, ha appassionato 111 milioni di account Netflix in tutto il mondo. Un interesse così elevato che dovrebbe garantire quantomeno un’altra stagione (se non altre tre, com’è successo a Bridgerton).
Il colosso dello streaming non ha ancora annunciato una seconda stagione, ma il protagonista Lee Jung-jae – che interpreta Seong Gi-hun, ha raccontato a Entertainment Weekly che il potenziale – e l’interesse – c’è. L’attore che ha animato il giocatore numero 456, l’ultima recluta del gioco mortale, ha anche spiegato il finale della prima stagione. Inutile dire che, se non volete spoiler, dovreste evitare di proseguire con la lettura.
Gi-hun ci viene presentato come un personaggio buono di cuore, altruista, con un debole per il gioco d’azzardo. Tuttavia è l’unico che riesce a salvarsi, vincendo gli Squid Game. Quella vittoria, e tutta l’esperienza in sé, l’hanno cambiato per sempre. Come racconta Lee Jung-jae: “Penso che il fatto che decida di non salire sull’aereo e andare a trovare sua figlia dimostri che è cambiato. Ma allo stesso tempo ha ancora quel buon cuore dentro di sé e sente che questo gioco brutale deve finire una volta per tutte. Tutto per evitare che eventuali concorrenti aggiuntivi vengano sacrificati. Quindi la psicologia di questo personaggio è molto complessa e passa anche attraverso molteplici cambiamenti, cambiamenti frequenti. Ecco perché penso che questo abbia reso il personaggio di Gi-hun forse il più difficile che ho interpretato finora“.
Le tematiche da affrontare in un’ipotetica seconda stagione
E riguardo un possibile seguito, l’attore ha affermato che, qualora Netflix dovesse rinnovare la serie, lui sarebbe felice di tornare a bordo. “Ho ricevuto tanto amore e supporto dai fan, quindi se ci sarà una seconda stagione tornerò volentieri. Ma non so come andrà a finire la storia o come cambieranno i personaggi, se ce ne saranno di nuovi“.
Il finale aperto di Squid Game lascia presupporre che la battaglia di Seong Gi-hun non è ancora finita. Tuttavia, come ipotizza l’attore, la trama potrebbe cambiare e inserire nuovi personaggi nuovamente sul campo d’azione. Oppure approfondire alcuni punti lasciati in sospeso. Ad esempio, Hwang Dong-hyuk ha spiegato che, nell’eventualità di una seconda stagione, potrebbe approfondire anche la trama dei due fratelli: l’ispettore di polizia che si è infiltrato nella base dei giochi per scoprire che fine avesse fatto suo fratello e l’amara scoperta finale che porta alla domanda: cos’è successo tra loro?
E non è finita qui. L’autore della serie ha spiegato: “Potrei anche approfondire la storia di quel reclutatore in tuta che fa il gioco di ddakji con Gi-hun e gli dà la carta nel primo episodio. E, naturalmente, potremmo continuare a raccontare la storia di Gi-hun mentre torna indietro, esplorando di più i suoi piani per affrontare le persone che hanno progettato i giochi“. In sintesi, le idee non mancano.
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