Durante la preghiera dell’Angelus di domenica 17 ottobre, Papa Francesco, partendo sempre dalla Liturgia Odierna, ricorda l’importanza e l’impegno cristiano ricevuto con il battesimo. Gesù risponde ai due discepoli Giacomo e Giovanni che, come se fossero dei “primi ministri“, chiedono al Signore di sedere un giorno accanto a lui nel Regno dei Cieli; un desiderio di emergere, di primeggiare che il Figlio di Dio non può condividere. Proprio per questo, Gesù offre un grande insegnamento a tutti i suoi discepoli: “La vera gloria non si ottiene elevandosi sopra gli altri, ma vivendo lo stesso battesimo“; cioè, spiega il Pontefice, la Croce.

Il messaggio dunque, che Papa Francesco vuole trasmettere a tutti i fedeli, si sofferma sulla necessità di non dover primeggiare, di non dovere essere a tutti i costi “i migliori”; la vera essenza cristiana consiste piuttosto nell’offerta di un servizio gratuito verso i più fragili. Spinti, però, da un desiderio di aiuto e fratellanza e non da un senso di dovere vuoto al quale spesso non si è in grado di attribuire un significato.

La strada del servizio

La parola battesimo – spiega Papa Francesco – significa immersione. Con la sua Passione Gesù si è immerso nella morte, offrendo la sua vita per salvarci. La sua Gloria è dunque amore che fa servizio“. Non è il desiderio di potere che ambisce ad essere i più forti, i più potenti “non è potere che ambisce al dominio“; la vera gloria passa per l’amore, per l’amore verso i più deboli, i più fragili, i più bisognosi. È il servizio gratuito verso chi non ha pari possibilità economiche, sociali e rappresentative a creare uomini e donne ‘gloriosi’. “Per diventare grandi, dovete andare sulla strada del servizio“, con queste parole, come ricorda il Santo Padre, Gesù parla ai suoi discepoli.

L’invito di Papa Francesco a riflettere sui verbi: “emergere” ed “immergersi

Due logiche diverse: “I discepoli vogliono emergere e Gesù vuole immergersi“; Papa Francesco invita a riflettere su questi due verbi quasi simili e praticamente opposti: emergere ed immergersi. Il primo (emergere), come spiega il Pontefice, esprime in un certo senso la mentalità “mondana” dalla quali si è spesso tentanti; “Vivere tutte le cose, perfino le relazioni, per alimentare la nostra ambizione, per salire i gradini del successo“. Ma la continua ed estenuante ricerca del prestigio personale ed egocentrico può “diventare una malattia dello spirito” che spesso si maschera, addirittura, dietro il velo delle buone intenzioni; quando, ad esempio, sottolinea ancora il Papa, dietro le buone azioni “cerchiamo in realtà solo noi stessi e la nostra affermazione“.

Ad una logica che si basa solo sulle ambizioni, che non spinge a fare del bene solo per il desiderio di farlo, ma piuttosto per ricevere affermazione e complimenti, Gesù oppone un’altra logica: quella del servizio. Come spiega Papa Francesco, Cristo chiede a ciascuno di scendere dal proprio “piedistallo” e servire; “invece di emergere sopra la vita degli altri, immergersi nella vita degli altri“.

Servizio e compassione

Un messaggio che oggi, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della Povertà, risuona ancora più forte; preoccuparsi dei tanti bisognosi, che dopo la Pandemia, come rivela anche il Pontefice, sono aumentati. Gesù ci invita ad immergersi con compassione nella vita degli altri, compassione verso la fame, la povertà, la solitudine, l’abbandono; “quando siamo davanti al nostro pasto, grazia di Dio – come il Santo Padre invita a riflettere- c’è tanta gente che lavora e non riesce ad avere il pasto sufficiente per tutto il mese. Pensiamo a quello“.

Avere compassione non è un dato da Enciclopedia“, si tratta di persone “ed io ho compassione per le persone?“. Non è restando nell’agio delle proprie posizioni che si può offrire il proprio servizio, “Dio non è rimasto nel Cieli, ma si è abbassato a lavarci i piedi“. Dio è amore, ed è amore umile, non è ambizione ed egoismo; Dio non sta sul suo piedistallo, ma si abbassa “come la pioggia che cade sulla terra e porta vita“. Non è facile, ammette Papa Francesco, passare dall’emergere all’immergersi, dalla mentalità mondana del prestigio alla mentalità umile del servizio; “serve impegno, ma non basta“. “Da soli è difficile, per non dire impossibile” ma i fedeli possono contare su una forza che hanno dentro, sulla forza ricevuta per immersione nel battesimo. “È un fuoco che lo Spirito ha accesso in noi” ma necessita, per rimanere sempre vivo, di essere costantemente alimentato.

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