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Ue, è scontro con Varsavia: “La Polonia ci sfida”

Per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, c'è un problema di compatibilità con il diritto comunitario. Il premier Morawiecki teme sanzioni

Il destino della Polonia è l’Europa” dice la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen (a destra nella foto), intervenuta alla seduta del Parlamento europeo di Strasburgo, oggi 19 ottobre. Il tema è scottante: in discussione c’è la compatibilità di Varsavia con l’ordinamento del Vecchio Continente. “Noi siamo preoccupati per la recente sentenza della Corte costituzionale polacca” spiega la Presidente von der Leyen. “La Commissione europea sta valutando attentamente questa sentenza. Posso però già dirvi oggi che sono fortemente preoccupata perché mette in discussione la base della Ue e costituisce una sfida diretta all’unità degli ordinamenti giuridici europei“.

L’articolo 7 del Trattato Ue

Le opzioni sono ben conosciute – sottolinea la presidente della Commissione – le procedure di infrazione, il meccanismo di condizionalità ed altri strumenti finanziari. E l’articolo 7, uno strumento potente su cui dobbiamo tornare“. “Questa situazione deve essere risolta e lo sarà“, ha aggiunto. Cos’è l’articolo 7? È la norma del Trattato sull’Unione europea che prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione alla Ue in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro dei principi sui quali poggia l’Unione. Questi principi sono essenzialmente la libertà, la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto.

La replica della Polonia

Per noi è una scelta di civiltà l’integrazione europeaè la risposta che arriva da Varsavia con le parole del premier Mateusz Morawiecki (a sinistra nella foto) – noi siamo qui. Questo è il nostro posto e non andiamo da nessuna parte, vogliamo che l’Europa ridiventi forte, ambiziosa e coraggiosa“. La Polonia, ha sottolineato, è “per un’Europa della difesa all’interno della Nato“. Secondo il premier polacco, “troppo spesso abbiamo a che fare con un’Europa dei doppi standard. Non dobbiamo lottare gli uni contro gli altri – ha detto -. Non dobbiamo cercare colpevoli dove non ci sono. La Polonia è attaccata in modo ingiustificato. Le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Non è ammissibile che si parli di sanzioni. Respingo la lingua delle minacce e del ricatto“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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