“Raccontare al mondo la vita di Marta Russo e non più solo la sua morte.” Con queste parole Tiziana Russo, sorella della studentessa tragicamente uccisa nel 1997 tra le vie dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, ha descritto il documentario. Perché della sua scomparsa se n’è parlato da oltre vent’anni, ma nessuno ha cercato di ricostruire la figura dell’allora 22enne prima del triste epilogo. I suoi sogni, le speranze e le ambizioni trovano ora modo di essere condivisi grazie a Marta – il delitto della Sapienza, il documentario che debutterà domani 21 ottobre in prima serata su Rai2. Il programma si baserà infatti sui diari segreti della studentessa, ritrovati per caso dalla sorella Tiziana diversi anni dopo l’omicidio.
“Un racconto emozionale per dire chi c’era davvero la foto di Marta“: arriva il documentario su Marta Russo
Frutto di una co-produzione Minerva Pictures e Rai Documentari, Marta – il delitto della Sapienza è stato prodotto inoltre da Gianluca Curti e Santo Versace. Lo show si avvale anche della regia di Simone Manetti. In base a quanto dichiarato, il documentario si prefigge di restituire al pubblico la figura di Marta Russo, da una prospettiva inedita. Come ha spiegato lo stesso regista, infatti: “È un documentario che nasce dalla sfida di partire da un atto dolente come la morte per raccontare la vita, invece di seguire il solito binario crime.”
In occasione della conferenza stampa di presentazione, alla quale hanno preso parte anche i familiari della ragazza, Manetti ha poi proseguito, in merito al documentario, affermando: “Un racconto emozionale per dire veramente chi c’era dietro la foto di Marta. Ci siamo avvicinati a tutto il materiale di repertorio e delle teche Rai, fondamentale per ricostruire anche l’aspetto sociale di quegli anni. Poi c’è il repertorio familiare più intimo, le fotografie e il cardine del progetto che sono i diari segreti di Marta: un mezzo non tanto per raccontare una persona ma cercare di avvicinarsi il più possibile a lei, come se fosse la persona stessa a raccontarsi.” Lo show ha potuto fare affidamento, infatti, alle testimonianze stesse della giovane vittima.
Oltre 700 pagine, nate dalla penna della stessa Marta Russo, in un intervallo temporale compreso tra il 1985 e il 1996. Sogni e speranze della studentessa si fondono in un racconto che procede per due vie parallele, al fianco della ricostruzione dell’intera vicenda giudiziaria. Il tutto alla ricerca della figura della compianta 22enne, attraverso le sue stesse parole. Una ragazza che – come scrive – aspirava ad “essere felice in questa vita, e non in futuro, ma nel presente, per ogni attimo che vivo. Perché non so quanto potrò vivere e cosa ci sarà dopo.”
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