La manifestazione capitolina si è letteralmente vestita a festa per celebrare Quentin Tarantino. Il primo premio alla carriera di questa sedicesima edizione ha attraversato il tappeto rosso tra le voci urlanti dei fan e i flash dei fotografi che chiamavano la sua attenzione. Accompagnato dalla moglie Daniela Pink, Quentin, è stato accolto dal pubblico e idolatrato per la notevole carrellata di titoli rimasti, oggi, nell’immaginario comune.

Dopo quasi 30 anni dietro alla macchina da presa, nove film girati e due Oscar vinti come sceneggiatore, il Tarantino di Django Unchained, giunto alla Festa del Cinema di Roma, ha ricevuto da un commosso Dario Argento, il premio Lifetime Achievement Award. Il regista italiano dinanzi a uno dei mostri sagri del mondo cinematografico ha esclamato un chiaro e deciso “Viva Quentin Tarantino!” subito dopo averlo celebrato come uno dei migliori cineasti sul mercato. A rendergli omaggio con tanto di sorpresa anche gli attori: Christoph Waltz, Samuel L. Jackson e John Travolta.

Photo Credits: Teresa Comberiati

Accompagnato dalle celebri colonne sonore dei suoi film di successo, il regista, dopo essersi lasciato fotografare sul Red Carpet, è stato intervistato dal direttore della Festa del Cinema di Roma, Antonio Moda. Ha confessato di essersi accorto di non essere solo un semplice sceneggiatore, bensì un professionista nel cogliere certe sfumature, non nell’immediato: “Inizialmente mi consideravo più uno sceneggiatore, poi con il passare del tempo sono arrivato alla conclusione che sono uno sceneggiatore e un regista che sa catturare le sfumature della sceneggiatura”. 

Il cinema italiano per Quentin Tarantino

L’incontro ravvicinato con il regista nonché padre di Pulp Fiction è un vero trionfo. Gli aneddoti raccontati dal cineasta si articolano tra risate e commozione nel ribadendo l’amore per Sergio Leone, autore della sua pellicola cinematografica preferita dal titolo “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” e l’aneddoto legato al compositore italiano Ennio Morricone;  premio Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight.

“Era un sogno lavorare con Ennio. Il mio compositore preferito. Ma non solo di cinema, preferito in assoluto. Gliel’avevo chiesto da anni se potevamo lavorare insieme. Facendo The Hateful Eight, ho capito che volevo una colonna sonora originale. Se me l’avesse negata – continua il regista – non l’avrei fatta scrivere da nessuno altro. [..] La sera del David di Donatello mi disse che arrangiando un po’ qua e un po’ là si poteva arrivare anche a 25 minuti. La colonna sonora era fatta. E il resto è storia”.

Photo Credits: Teresa Comberiati

Innamorato dal cinema italiano, Quentin Tarantino avrebbe il desiderio di girare un film nel Belpaese, magari proprio a Cinecittà, se non fosse che vorrebbe avere tra le mani una storia adatta. Non  è detto che la sua prossima fatica sia una pellicola, dal momento che il regista è anche uno sceneggiatore, romanziere se non un marchio che ha contribuito alla scrittura della storia cinematografica.

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