Monelle Chiti: “Per i lavori creativi ci vuole costanza e passione”
Dall'amore per la fotografia e la musica è nata una professione preziosa di cui Monelle non potrebbe fare a meno: oggi è un'esperta del settore ed è conosciuta e seguita sui social anche come blogger ed influencer
Monelle Chiti è una fotografa musicale e, da qualche anno, anche influencer e blogger ben conosciuta in quel di Instagram. Nata e cresciuta in Toscana, ha vissuto molti anni a Milano e l’amore per la musica, unita alla passione per la fotografia, l’hanno portata in giro per il mondo, spesso al cospetto di moltissime rock band. Il suo obiettivo infatti ha immortalato colossi della musica internazionale come Foo Fighters, Chemical Brothers, The Strokes e Iggy Pop (per citarne alcuni). Di recente l’influencer ha trovato nei social il suo happy place alternandosi dietro e davanti alla fotocamera. Abbiamo avuto modo di parlare con Monelle, scoprendo cosa vuol dire essere una fotografa musicale oggigiorno, come si lavora sui social e la storia dietro il suo delizioso nome francese. Ecco che cosa ci ha raccontato.
Intervista esclusiva a Monelle Chiti
Cosa fai nella vita?
Più cose. Sono una blogger ed un’influencer, creo contenuti digitali. Durante la pandemia mi sono interessata principalmente al blog e ai social non potendo fotografare concerti, visto che porto avanti da diciassette anni l’altro mio lavoro, fortunatamente ancora in corso, che è la fotografa musicale.
Mi racconti di come hai intrapreso questa strada?
La fotografia mi è sempre piaciuta, così come la musica. Ho iniziato a fare foto sotto i palchi quando avevo 21 anni ed è poi diventato ben presto il mio lavoro. Frequento questo ambiente sin da ragazzina perché andavo sempre ai concerti. Poi ho iniziato a fotografare. Erano tempi diversi: quindici anni fa non c’erano i cellulari di oggi e non c’erano tanti fotografi come ce ne sono adesso. La passione mi ha sempre spinto verso questo ambiente e, con costanza, passione e bravura è diventato il mio lavoro.
E il lavoro sui social com’è arrivato?
Il lavoro del blog è arrivato negli ultimi sei anni. Ho sempre fotografato persone e musicisti da tutta la vita fino a quando mi è venuta voglia di fotografare anche altro. Avevo voglia di ampliare il mio lavoro con le foto ed il primo incarico che mi è stato assegnato riguardava dei prodotti di un noto brand beauty. Erano i primi anni dei social e del mondo delle influencer, lo step successivo dove in foto comparivo anche io è arrivato automaticamente.
Hai mai pensato di diventare un’influencer?
No, né tanto meno di voler fare la fotografa. È successo e basta. Ho semplicemente iniziato a farlo, non mi aspettavo niente. C’è un percorso di gavetta che, come tutti, ho fatto anche io, ma non c’è una regola scritta. C’è chi arriva e chi no. Io credo molto nel destino, ma la prima cosa è partire con la passione, con quella e basta, non devi pensare di avere aspettative. Deve partire dal cuore, dall’impeto di volerlo fare. Io lo farei anche se non fosse il mio lavoro. Credo che quello che mi ha contraddistinto sia la costanza, perché ti porta a raggiungere risultati che non pensavi di ottenere. Tante persone sono dei fotografi nati, ma non hanno la costanza per diventarlo professionalmente.
Quando è nata la tua passione per la fotografia?
Ho sempre avuto macchine fotografiche analogiche in casa. Erano di mio padre, negli anni ’70 lavorava nei teatri. Ho iniziato a scattare foto da bambina. All’epoca il processo era diverso perché bisognava sviluppare i rullini e ci voleva del tempo per cui non eri sicura di aver fatto un buon lavoro. Le mie prime foto le ho fatte in Toscana, dove sono nata e cresciuta. Ho iniziato immortalando principalmente paesaggi, animali e persone.
Perché hai scelto di essere una fotografa musicale?
Con i concerti ho unito la fotografia al mio amore per la musica. Potevo fare foto anche in altri ambienti, ma questo era il mio preferito da sempre. Quando andavo a scuola la maggior parte delle mie coetanee andava a ballare in discoteca, io invece andavo ai concerti. È sempre stato il mio happy place.
Con quali gruppi italiani hai avuto modo di lavorare e fotografare?
Ho lavorato e fotografato tantissimi gruppi, non basterebbe spazio per dirteli tutti, sono 17 anni di concerti. Però ci tengo a citarti Caparezza, con il quale lavoro da diversi anni. Ci siamo conosciuti nel 2004 ad Arezzo Wave. Lo apprezzo tantissimo perché oltre ad essere un musicista eccezionale è una persona molto umile, umiltà che lo contraddistingue dalla maggior parte dei musicisti con cui ho avuto a che fare. Poi amo gli Zen Circus, sono toscani come me, siamo amici da tantissimi anni ed è sempre bello passare del tempo con loro.
Poi direi Verdena, Sakee Sed, Vanarin e tante altre band bergamasche a cui sono fortemente legata sia per lavoro sia per amicizia. Aggiungo anche i Ministri: li seguo dagli esordi, anche come amica, e li reputo la migliore band di Milano di sempre. Infine menzione speciale per i Negramaro: li ho fotografati ai loro esordi che cantavano davanti a 100 persone, molto prima di riempire gli stadi e fare sold-out ovunque. È stato uno dei primi gruppi che ho fotografato live e che mi ha fatto capire che quella era la mia strada.
Che cosa vuol dire per te essere una fotografa musicale?
Essere fotografa musicale non è soltanto una questione di lavoro, è una passione che porto avanti. Ci tengo a fotografare gente che ha del potenziale. Per me essere fotografa musicale è cercare di cogliere l’attimo, è fermare un momento nel tempo, è avere modo di vivere una vita parallela a quella mia che solitamente è molto più zen e tranquilla.
Qual è stato il tuo percorso di studi?
Ho studiato lingue, cosa che rifarei perché mi è servito per i viaggi che faccio, anche tuttora. Mi è sempre piaciuto conoscere altre culture e lingue straniere.
Hai viaggiato molto per lavoro?
Sì, ma non solo. Ho viaggiato tanto anche da bambina e poi da ragazzina per andare ai concerti e per andare a trovare amiche sparse in tutta Italia, cosa che faccio da quando ho 15 anni. All’estero sono andata un po’ ovunque, tranne in America. Il viaggio più lungo che ho fatto è stato a Cuba. In Europa adoro l’Olanda, il Portogallo e le isole Canarie, sono follemente innamorata di Lanzarote, è la mia isola del cuore: ha dei paesaggi meravigliosi ed uno spirito di vita meraviglioso. Recentemente sono stata ad Amburgo per un concerto e ho scoperto anche la città, mi è piaciuta molto.
Nonostante i viaggi all’estero, penso sempre che l’Italia abbia un potenziale incredibile che però non viene sfruttato. Quello che più mi manca quando viaggio è il cibo; il nostro è nettamente superiore a tutte le cucine che ho provato. Certo, ho mangiato bene anche all’estero, come dell’ottima carne in Spagna, pesce fresco in Portogallo e dolci in Francia, ma in generale la cucina italiana è l’unica cosa che mi manca quando sono via, altrimenti potrei vivrei ovunque. L’importante però è che faccia caldo!
Quali sono le tue collaborazioni all’attivo?
Ho realizzato da poco una collaborazione con Everdrop, un brand tedesco che realizza prodotti per la casa plastic free. La loro campagna – già online – sensibilizza le persone a non gettare rifiuti in giro, soprattutto plastica. Poi ho lavorato con l’ente del turismo di Amburgo, ho fatto un po’ di foto in città per Come to Hamburg. L’ho fatto anche con altre città. Ad esempio ad Amsterdam ho potuto fare le fotografie al Museo di Van Gogh (generalmente non è permesso farle). Ho vissuto bellissime esperienze in giro per l’Europa e le rifarei tutte.
E cosa mi dici della collaborazione con About You?
Hanno creato una campagna marketing molto grande e ben strutturata. Sono molto conosciuti in Germania e hanno fatto in modo di diventarlo anche in Italia. C’è fast fashion e fast fashion, alcuni li amo da impazzire, altri non mi rappresentano minimamente. About You è un fast fashion veramente valido e anche questo è il suo punto forte. Non amo i super brand, non li disdegno, ma non mi rappresentano. Invece con brand più piccoli come questo trovo soprattutto la mia taglia. Mi piace molto vestire colorata, quindi cerco di scegliere cose che mi valorizzino e mi rappresentino.
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Piccola curiosità sul tuo nome. Da cosa deriva?
Ho un nome straniero – che è il mio vero nome – perché i miei genitori andavano spesso in Francia e mi hanno dato il nome francese di una loro amica, che però non ho mai conosciuto. Anche a loro piaceva viaggiare, la Francia era una loro meta fissa, volevano per me un nome particolare e hanno scelto questo. In Francia e in Canada ho letto che è un nome molto diffuso, in Italia invece penso di essere l’unica.
Com’è il tuo rapporto con la community social?
Quello che cerco di trasmettere nelle mie foto è qualcosa di positivo. Preferisco che il rapporto con la community sia basato su un mood positivo, che ti dia voglia di fare. Se devo affrontare un brutto argomento o una cosa brutta che mi è capitata, salvo rarissime volte per come sono io preferisco non parlarne.
Un argomento che ti sta molto a cuore?
La salvaguardia dell’ambiente e gli animali. Su questo cerco di sensibilizzare tanto sui social, cerco di trasmettere messaggi positivi. Ho anche partecipato più volte alle manifestazioni di Friday For Future, anche tempo fa a Berlino.
E argomenti che invece ti mettono in difficoltà?
Ce ne sono diversi, ma preferisco non affrontarli affatto. Non conosco tutti i miei follower, che siano pochi o tanti non conta. Quando dai un consiglio serio riguardo argomenti importanti, come la salute mentale ad esempio, non sai chi c’è dall’altra parte. Il messaggio che passa oggi con i social è che io che ti parlo lo faccio come se tu fossi il mio migliore amico e non è così, perché non ti conosco bene al punto da darti un consiglio del genere. Per questo evito di farlo. C’è chi lo fa e va bene così, ma non fa per me. Preferisco dare consigli che chiunque possa mettere in pratica in qualsiasi stato d’animo sia.
Una passione a cui non rinunceresti mai?
Le serie TV e l’astrologia. Credo tantissimo nelle caratteristiche dei segni, negli oroscopi un po’ meno. Io ad esempio mi sento molto Leone: nel bene e nel male, non potrei essere un altro segno.
Parlando di serie TV, quali sono le tue preferite?
Dark, per me, è la serie delle serie. Una cosa così è incredibile sotto qualsiasi punto di vista. Un’altra che mi piace tantissimo è Black Mirror, il futuro distopico di cui parlano che in pratica è già qua ma peccato che tanti non lo colgono. Adoro le cose concettuali, i messaggi di fondo che lancia una serie. E poi sono innamorata di Peaky Blinders, Cillian Murphy è uno dei miei attori preferiti. Ti aggiungo anche Stranger Things, ho i brividi ogni volta che sento la musica iniziale. Ho anche fotografato uno degli attori, Finn Wolfhard (Mike) che è anche un musicista. Ho fotografato un suo concerto qualche anno fa Berlino per Rolling Stone, poi ci siamo scritti sui social, ha ricondiviso anche una mia foto, ringraziandomi. Anche tutt’ora ci sentiamo ogni tanto, anche se in realtà non è l’unico attore che sento. E infine ti aggiungo il recente Squid Game, i coreani sono pazzeschi nella recitazione (vedi anche Parasite) e nel raccontare una storia.
Con chi ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe una collaborazione a livello di salvaguardia del pianeta e degli animali, ma questo non sempre è possibile. Devi avere determinati permessi se devi spostarti in Africa o in Australia ad esempio. Da qui non puoi fare tante cose, se non dare contributi economici. Con il WWF qualche collaborazione sia economica ed effettivamente tangibile l’ho fatta, l’ultima risale ad un aiuto che ho fatto per quanto riguarda i koala. Tempo fa con il mio compagno ci eravamo interessati anche a Sea Shepherd, ma fare parte attiva e andare con loro in mare non è così semplice.
Il consiglio che daresti a chi vuole seguire la tua stessa strada?
Se vuoi fare qualsiasi lavoro creativo deve esserci una passione di fondo. E una passione bella grande anche. Io consiglio sempre questo in primis e non di pensare che un giorno con quel lavoro diventerai ricco o ti darà dei benefici. Oggi i giovani pensano “al fine”, c’è la voglia di volere tutto e subito, vedi tanti esempi sui social, il ritrovarsi da un momento all’altro famoso è diventato più semplice e tanti aspirano a quello non facendo gavetta. Sono cresciuta con altri ideali e credo nella costanza, nel fare qualcosa, del non affidarsi solo ed esclusivamente alla fortuna, più che altro perché credo molto nel destino. Non essere invidiosi o cedere alla competizione è un altro consiglio che mi sento di dare. In questo ambiente sono sentimenti molto presenti, che però io non ho mai provato per gli altri, e forse è per questo che la vivo bene. Alla fine la vita è una questione di scelte.
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