Marco Simoncelli, 10 anni senza il “Sic”: il ricordo del numero 58
Un racconto, forse un omaggio, nel decimo anniversario dalla scomparsa del pilota originario di Cattolica, per ricordarne le doti che lo hanno reso "immortale"
Era il 23 ottobre del 2011 quando il rumore rombante delle moto da corsa si tramutava in silenzio assordante; lì, sotto gli occhi di tutti, quando stava compiendo il secondo giro nel Circuito di Sepang, in Malesia, Marco Simoncelli cadeva sull’asfalto rovente, protagonista di un incidente che ha segnato la storia del Motomondiale degli ultimi anni. Un lampo, un tentativo di risalire sulla sua Honda lungo la curva numero 11 e sul suo ‘campo di battaglia’ si spegneva uno dei giovani talenti, che aveva appena iniziato a scrivere una storia grandiosa nel MotoGP.
Il Sic erede e amico di Valentino Rossi
Nato il 20 gennaio del 1987, Marco Simoncelli muore con la tuta da motociclista a soli 24 anni, lasciando un ricordo di sé che resta immortale, anche oggi a distanza di 10 anni. Perché come ha ammesso il padre Paolo Simoncelli, in un’intervista per il Corriere della Sera: “Dopo dieci anni del Sic parlano ancora tutti“.
Il Sic così era conosciuto nel mondo degli sportivi e tra i suoi fan; lui, considerato l’erede di Valentino Rossi, celebra il decimo anniversario dalla sua scomparsa proprio un giorno prima dell’ultima gara di The Doctor in Italia sul circuito di Misano, lo stesso intitolato alla memoria di Marco Simoncelli. Coincidenze? A questa domanda Paolo Simoncelli ha risposto: “C’è gente che pensa sia un caso tanto fortuito quanto, per questo, straordinario e unico nel suo genere. Ma c’è anche gente che pensa che non sia un caso“.
Marco Simoncelli, storia di un talento
Forse quando un personaggio noto muore si fa presto a renderlo un mito, a definirlo un campione; ma in che altro modo si potrebbe definire un bambino che a sette anni sale sulle minimoto ed è proclamato campione a soli dodici anni? Difficile non pensare a Marco Simoncelli come un ragazzo speciale; speciale nella sua semplicità, nel suo sorriso immancabile, in quella massa di capelli ricci che gli davano un’aria, forse un po’, naif, ma unica. Del resto era ‘solo’ un ragazzo di 24 anni che inseguiva il suo sogno e nel suo sogno il Sic ci si è, forse, addormentato per sempre.
Considerato l’erede di Valentino Rossi, proprio perché in lui lo stesso Dottore ci aveva sempre visto una luce speciale; di Marco Simoncelli ricordiamo la sua livrea bianca e rossa con gli inserti in giallo fluo proprio per omaggiare il suo amico Valentino. E forse per un pessimo scherzo del destino, fu proprio Valentino Rossi che, non potendo fermare la sua moto in corsa nella curva 11 sul Circuito di Sepang, fu coinvolto, suo malgrado, nell’incidente che risultò fatale per il Sic. Ma ci piace pensare che Marco, nonostante tutto, non si sia pentito di essere salito in sella; perché di lui è vivo il ricordo nella mente di chi lo ha conosciuto e nel cuore di chi lo ammirato.
Un campione su due ruote
Il Sic è cresciuto con i due tempi e, dopo i primi anni in sella alle Aprilia, è diventato Campione del Mondo in 250 con la Gilera. Poi l’approdo in MotoGP con la Honda. Dal 2003 diventa il numero 58 ed è con questo numero (lo stesso che dal 2016 è stato ritirato dalla gare in suo onore) che nel 2004 ottiene il suo primo successo nel mondiale; un anno complicato, ma che permette comunque a Marco di dimostrare le sue doti straordinarie sulle due ruote e sul bagnato; nel GP spagnolo Simoncelli, nonostante le avverse condizioni climatiche, arpiona la pole position e sale sul gradino più alto del podio, un raggio di sole durante il diluvio di quella giornata.
Un giovane talento, tolto alla vita troppo presto, quando sicuramente c’era ancora tanto da scrivere. Amato da tutti, anche da chi in pista lo aveva ‘odiato’, fu, infatti, proprio il suo più grande rivale, Daniel Pedrosa, ad abbracciare per primo Paolo Simoncelli, in una stretta che il padre del Sic definì carica di disperazione e vicinanza. Ma contro chi pensa che quel 23 ottobre del 2011 Marco Simoncelli è caduto dalla sua moto per non risalici mai più, a noi piace pensare che il Sic sia risalito sulla sua moto per continuare a correre libero per sempre.
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