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Pallavolista morta in Afghanistan: “Non è stata decapitata dai talebani”

Secondo il sito indiano Alt News, l'omicidio di Mahjabin Hakimi sarebbe una fake news ma l'ex ct Mauro Berruto ha avuto riscontri sul terrore delle giovani atlete afghane e sulla morte della ragazza

Ha suscitato sdegno in tutto il mondo la notizia della decapitazione da parte dei talebani di Mahjabin Hakimi, 18 anni, giocatrice della nazionale junior di pallavolo femminile dell’Afghanistan. Secondo il sito indiano Alt News, specializzato in fact checking (verifica dei fatti) contro le fake news che circolano in Rete, la notizia è falsa. In realtà, al momento, le informazioni in proposito sono controverse. La situazione in Afghanistan è talmente delicata che non è facile la verifica delle notizie.

Notizia rilanciata in tutto il mondo

Molte testate di vari continenti, compresa la nostra, avevano rilanciato due giorni fa l’informazione. Sia molti giornali indiani che il quotidiano iraniano internazionale Independent Persian l’avevano pubblicata con risalto. A rivelarla all’Independent Persian, un’allenatrice sotto pseudonimo, secondo cui il macabro omicidio di Mahjabin Hakimi sarebbe avvenuto all’inizio di ottobre. Nessuno però ne era venuto a conoscenza perché i talebani avevano intimato alla famiglia della vittima di tacere.

Alt News: “La storia di Hakimi è diversa

In realtà, sostiene il sito Alt News, “diversi utenti dei social” anche giornalisti afghani “hanno messo in dubbio i resoconti sulla morte di Mahjabin Hakimi. Hanno sottolineato che è morta all’inizio di agosto, prima che i talebani prendessero il controllo di Kabul.” Il sito indiano di fact checking ha contattato un membro della famiglia di Mahjabin. Secondo lui i talebani non hanno ucciso la ragazza che effettivamente è morta ma non in ottobre.

“Trovata morta in casa del fidanzato”

Mahjabin era in procinto di sposarsi, a quanto pare, ma in conflitto con i futuri suoceri, anche a causa di una borsa di studio degli Stati Uniti. “La morte di Mahjabin è avvenuta il 6 agosto – sostiene il familiare contatto da Alt News – e il suo corpo è stato trovato nel bagno del suo fidanzato a Kabul. Egli ha affermato che Mahjabin si è soffocata a morte. Tuttavia, la nostra famiglia sospetta un comportamento scorretto da parte dei suoceri“.

Ipotesi suicidio e non solo

In sostanza, secondo l’indagine di Alt News, la morte di Mahjabin Hakimi sarebbe stata causata dal suicidio della ragazza oppure dai suoceri che avrebbero avuto un ruolo nella sua morte, come afferma la famiglia di Mahjabin. I familiari della vittima non credono al coinvolgimento dei talebani. Alt News sostiene inoltre che una “fotografia del suo cadavere condivisa da suo padre dimostra che non è stata decapitata.

La ricostruzione di Berruto al Corriere

In Italia il Corriere della Sera, che aveva dato online la notizia della decapitazione di Mahjabin Hakimi, ha contattato l’ex ct della nazionale italiana di pallavolo, Mauro Berruto. Nella ricostruzione del quotidiano di via Solferino, il 27 agosto una pallavolista afghana lo aveva contattato su Whatsapp esprimendo un messaggio disperato: “Mi uccideranno come hanno fatto con la mia compagna di squadra, l’hanno massacrata come un animale“. Berruto, attivandosi subito assieme ad altri, era riuscito a fare in modo che la giovane si salvasse facendola giungere in Italia.

Le atlete sono vittime del regime

Dopo la notizia della morte di Hakimi, l’ex ct italiano ha chiamato la pallavolista sopravvissuta. Lei gli ha confermato che era proprio Mahjabin Hakimi la giovane che i talebani avevano ucciso. Di etnia hazara, Mahjabin lavorava come poliziotta. Giocava per la squadra comunale della capitale afghana, il Kabul Municipality Volleyball Club, e nella nazionale giovanile del Paese. “Probabilmente è stata uccisa nella prima metà di agosto – ha detto Berruto al Corriere – prima della presa di Kabul, ma la notizia è uscita solo ora perché la famiglia era stata minacciata di ritorsioni da parte dei talebani. Non è confermata la circostanza della decapitazione, ma questo cambia poco“. Non si può escludere che la notizia sia suscettibile di nuovi sviluppi nelle prossime ore.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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