Passato alla storia come uno degli artisti più leggendari che il Novecento abbia conosciuto, Pablo Picasso rappresenta senza dubbio un simbolo non solo della sua era; rivoluzionario, innovativo, padre di una corrente artistica, ecclettico e mai scontato. Pittore, scultore e litografo, l’artista spagnolo è stato fondamentale nella nascita e lo sviluppo del cubismo; decretando, in qualche modo, i principi che stanno alla base dell’arte astratta. Un creativo per eccellenza che aveva nel verbo ‘sperimentare’ il suo motore.

L’arte di Pablo Picasso e la sua vita si intersecano costantemente in ogni periodo creativo. Nelle opere dell’artista ci sono le sue passioni, le sue paure, i suoi amori, i suoi sentimenti e i suoi odi. Il maestro di Malaga ha, infatti, inciso nelle sue opere lo spettro della sua stessa esistenza, con tutte le sfumature che essa ha comportato.

Pablo Picasso e l’origine del genio artistico

Nasce a Malaga il 25 ottobre del 1881 dal professore della scuola di Belle Arti e modesto pittore dell’epoca, José Ruiz y Blasco, e Maria Picasso y López de Oñate di origini italiane, dalla quale prenderà il nome d’arte. Il giovane Pablo è un ragazzo prodigio, a 13 anni supera le abilità del padre e a 15 anni è in grado di eseguire un impeccabile ritratto della sorella. Furono il trasferimento della famiglia a Barcellona e la sua adesione al Caffè Els Quatre Gats, dove fece la sua prima mostra, a segnare la sua iniziazione ufficiale nel mondo dell’arte.

Nel 1904 Pablo Picasso si stabilisce a Parigi; lì vive un periodo molto delicato e si scontra con la povertà; per l’artista sono gli anni dell’incertezza. Sperimenta tutti gli stili dall’impressionismo all’Art Nouveau, dando prova del suo spiccato genio nell’evoluzione costante e nel mutamento senza limiti. “A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino“, sono queste le parole con cui Picasso descrive la sua arte in continua sperimentazione.

Il Periodo Blu, il Periodo Rosa e il Cubismo

A Parigi, Pablo Picasso apre il suo primo atelier in un vecchio fabbricato, il Bateau Lavoir; è qui che dipinse i suoi primi quadri. In quel luogo nasceva l’arte che avrebbe rivoluzionato la storia dell’arte. Fino al 1904 si assiste al Periodo Blu di Picasso: figure dallo sguardo assente e smagrite, prostitute, mendicanti, persone angosciate dipinte con il colore del blu e le sfumature del turchese. L’artista imprime la sua stessa malinconia e tristezza nelle sue tele; le stesse tele che spesso era costretto a bruciare per riscaldarsi. Anni bui, segnati anche dal suicidio dell’amico Carlos Casagermas, di cui La Vie è uno degli esempi più lampanti. Tuttavia, dal 1904 il Periodo Blu si trasforma nel Periodo Rosa; non ci sono stravolgimenti nella tavolozza di colori, solo un utilizzo di cromature più tenui. Una leggerezza di sfumature che si accompagna ad una ritrovata serenità nell’animo dell’artista; Boy with a Pipe è una delle opere più note di questo periodo.

Nel 1906 incontra la scultura iberica e fu in quel periodo che realizza una delle opere più famose e controverse: Les Damoiselles d’Avignon; cinque prostitute con l’aria arrabbiata in quadro senza apparenti prospettive pittoriche. Un’opera completamente diversa dalle realizzazioni precedenti che anticipa il moderno cubismo di Pablo Picasso. Non si può parlare di Picasso senza menzionare il cubismo e non si può parlare di cubismo senza menzionare Pablo Picasso. Sono la riduzione ai minimi termini delle figure, senza volumi, con la quasi totale assenza di spazi, dove tutto si riduce a forme geometriche. Un movimento che ancora oggi è considerato rivoluzionario e che più di ogni altro è stato in grado di sconvolgere e influenzare l’arte del Novecento.

Picasso, le donne e la rivoluzione

Di Picasso si dice che “Cambiò le sue amanti ogni volta che ha cambiato stili di pittura“; sì, perché l’artista poliedrico fu senza dubbio circondato da molte donne nella sua vita: mogli, amanti e modelle. La prima, Fernande Olivier, conosciuta a Parigi ispirò le opere del Periodo Rosa. L’ultima Jacqueline Roque, che sposò nel 1961 e alla quale dedicò 400 ritratti. Ma nel corso della sua vita ci furono, Eva Goule, Olga Khokhlova (prima moglie di Picasso) Marie-Thérèse Walter e tante donne, tanti amori, tante storie che l’artista rappresentò sempre nelle sue opere: dal tormento, all’amore, dalla passione, alla disperazione.

Picasso morì a 91 anni, l’8 aprile del 1973 dopo alcune settimane di malattia a Mougins; Si era ritirato in esilio a sud della Francia quando Francisco Franco aveva preso il potere in Spagna durante la guerra civile. Ed è ispirandosi alla sanguinosa guerra civile e al bombardamento sulla città che da il nome all’opera che nel 1937 realizzò Guernica; una delle sue opere più note, manifesto contro il dittatore, dove sono impressi tutta la disperazione e l’odio contro la guerra. Si racconta che quando l’ambasciatore tedesco Otto Abetz vide una fotografia dell’opera chiese: “È lei che ha fatto questo orrore, maestro?” e Picasso rispose: “No, è opera vostra“.

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