Antonio Cassano è stato un giocatore dalle capacità tecniche straordinarie – ve lo dice chi per ragioni anagrafiche e geografiche lo ha visto giocare al San Nicola di Bari – e dalla sicuramente maggiore capacità di generare una reazione. Non è il “tipo” di persona, come non è lo stato da attaccante, facile da fermare. Poi quando esterna, ora che sul campo non gioca più, non ci va giù piano. D’altronde non si entra nel vocabolario Treccani a caso: le sue gesta/dichiarazioni sono assurte al rango di “cassanate“. Come scrisse il collega Ernesto Menicucci sul Corriere della sera del lontano 21 novembre 2003: “Da quando è alla Roma, la sua storia si divide tra grandi colpi e grandi colpi di testa. Spettacolare in campo, pirotecnico anche fuori: un gol e una «cassanata». Con lui, insomma, non ci si annoia mai e a Trigoria, ormai, hanno imparato a conviverci”.

Le dichiarazioni di Antonio Cassano alla Bobo TV

E proprio sulla Roma, ambiente che evidentemente lo ispira (!), e che Cassano conosce bene per averci giocato, è tornato, come nella trama di un romanzo giallo. Lui che da Trigoria andò via per essere l’unico attaccante italiano a giocare nel Real Madrid (gli altri due erano Christian Panucci e il grandissimo Fabio Cannavaro). Parlando a ruota libera, come spesso accade nel riuscitissimo e divertentissimo format della Bobo TV (dove Bobo è Christian Vieri con presenze fisse Nicola Ventola e Daniele Adani) è tornato sui fischi a Spalletti, definendoli una vergogna. Le dichiarazioni partono dalla premessa: “Io voglio bene al Pupo“. Ma del rapporto odio-amore del tecnico toscano con Francesco Totti ne abbiamo avuto una prova indelebile nella serie sul capitano della Roma, Speravo de morì prima, che tanti retroscena ha svelato. Detto fatto il tecnico, ora al Napoli, torna all’Olimpico, che sponda romanista avrà visto e rivisto la serie più e più volte e ha negli occhi la splendida interpretazione di Giammarco Tognazzi, che è la versione di Totti.

Il web pro Totti e vs Cassano

E poi ci ha pensato Cassano – a cui gli spettatori della Bobo TV  sanno non è che la sua “caricaturizzazione” fosse proprio andata a genio – aizzatore e provocatore di professione a placare a modo suo gli animi! “Il tifoso deve pensare al bene della strada e il pubblico è ingiusto con Spalletti, tra 20 anni Totti sarà dimenticato, non è eterno come Maradona e Messi“. Apriti cielo de Roma! Il Pupone è Roma – sponda romanista – e forse il tempo darà ragione a Cassano – ma il web ora no.

Il tweet è del figlio del grande Falcão, e rende perfettamente e con eleganza il mood della polemica. Tenendo presente che chi non vive la città forse penserà che tutto l’ambiente descritto nella serie sia colorito, e invece no: le radio, i rumori della città cambiano. Si avvicinano alla partita come se non ci fosse un domani.

La romanità secondo Antonio Cassano

Cassano è incontrastato nelle dichiarazioni. Ad onor del vero Nicola Ventola ha provato ad intervenire dicendo che Roma non dimenticherà mai Totti. Ma il giocatore di Grumo Apula non era certo un difensore e non è stato capace di contenere il ragazzo di Bari Vecchia. Spalletti ha rincarato Antonio è “un allenatore che ha amato Roma e ama Roma, ha fatto cose divine“. Poi ancora sui fischi: “Perché ha fatto smettere Totti? Non è normale, mi fa diventare matto questa cosa. Per me è uno scandalo, lo dico a malincuore perché io mi sono trovato divinamente lì, mi amavano follemente. E’ tutto venuto fuori con Spalletti che non faceva giocare il Pupo”. Poi l’elogio della romanità – inteso come tifo romanista – di Daniele De Rossi: “era capitan futuro, ma Daniele quasi è andato nel dimenticatoio, anche se per me è eterno. Io in 20 anni non ho mai visto uno così attaccato alla Roma!
In fondo è la romanità secondo Cassano, che romano non è!

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