Internet day: Siamo o no schiavi della Rete?
Dati, profili, social media nell'era dell'informazione è il potere 2.0
Internet è senza alcun dubbio la scoperta tecnologica degli ultimi 50 anni che ha totalmente rivoluzionato e stravolto le nostre vite. La Rete nata in ambiente militare è via via evoluta in un grande contenitore di informazioni comprese anche tutte le ultime notizie a portata di mano. Per parecchi decenni Internet ha rappresentato soprattutto questo, una gigantesca enciclopedia digitale a cui attingere e un canale di comunicazione veloce ed economico, anche grazie alle preziose email, evoluzioni digitali della vecchia missiva. Oggi invece ha acquisito molto più potere. Ha preso le sembianze di un vero e proprio mondo parallelo da abitare e da sfruttare con tutte le sue risorse.
La rete globale è invece sempre più piccola
Su internet oggi si fanno acquisti di ogni genere, e quindi si vendono i propri prodotti. Si incontrano nuove persone, si cerca lavoro. Esistono start up sviluppate interamente sul web. Ci rivolgiamo alla rete come una bussola (maps e app a non finire) quando ci perdiamo; come alla nostra vecchia agenzia di viaggi; se ci serve un consiglio per un ristorante in zona. Le affidiamo la selezione di ogni tipo di servizio, avendo sempre la certezza che una recensione abbia scelto per noi il più affidabile.
La rete telefonica non ci basta più per sentirci connessi con il mondo, è il segnale della wifi a fare la differenza ogni volta che ci spostiamo. Internet inizialmente poteva essere paragonato ad una sorta di Far West dove si investivano risorse alla ricerca dell’oro e di grandi occasioni. Oggi è strutturato al contrario come una vera e propria megalopoli. Anche se è sempre meno chiaro chi comanda, chi è il prodotto e chi vende. Crediamo di aprire una finestra sul mondo, mentre è proprio su internet che la nostra visuale diventa sempre più piccola. I motori di ricerca studiano le nostre preferenze ed in base alle nostre ricerche realizzano i nostri profili attraverso i quali poi strutturano la pubblicità più compatibile con i nostri gusti.
La banca dati dei social media: quando l’informazione è il potere 2.0
I social media sono collettori di una quantità di dati personali gigantesca: i nostri gusti, i luoghi che visitiamo, la rete di amici, il lavoro che facciamo, la nostra data di nascita, il domicilio e molto altro. Dati che istantaneamente non ci preoccupiamo di condividere, convinti che faccia parte del gioco e troppo spesso, sbagliando, che siano al sicuro. Crediamo che i social siano a nostro servizio, mentre a parte il pregio di regalare ad un vecchio amico la possibilità di contattarci, anche senza il numero di telefono, in realtà i social network creano una rete dove i pesci siamo in tutto e per tutto noi. Sono i nostri dati, le nostre identità, i nostri commenti, i nostri pensieri politici, ad essere messi all’asta o svenduti ogni volta. Tutti questi dati sono risorse preziosissime di un mercato che può venderli ad un prezzo cospicuo e che, come lo scandalo di Cambridge Analytica ci ha insegnato, si rivelano vitali. Per chi vuole vendere certo, ma anche chi voglia incrementare e ad esempio il proprio consenso politico.
Il cambio di paradigma di Internet: da persone ad utente-oggetto
La rete ha trasformato le persone in utenti-oggetto. Oggetto di attenzione di privati che arrivano ad avere un potere decisionale molto importante su di noi. Internet oggi ha assunto le sembianze di uno specchio che cerca click dopo click di mostrarci ciò che si vuole vedere. Una sorta di città di vetro dove ogni cosa è studiata e registrata da ingegnosi algoritmi, con l’unico vero intento di catturarci nella rete: la rete dei consumi, la rete dei social network.
Internet non ha volto, al massimo qualche proprietario, geniale inventore miliardario, e forse è proprio questo a renderlo così potente e così generalmente percepito come innocuo. Nei fatti in realtà ingloba il mercato di dati e scendendo ad un livello deep anche e spesso scambi di questi assolutamente non regolamentati. Le fake news, la tracciabilità delle nostre azioni, la privacy, sono solo alcuni dei problemi ancora irrisolti. Il rapporto internet-uomo è senza alcun dubbio attualmente piramidale in quanto il vertice controlla e conosce l’oggetto osservato, mentre l’oggetto raramente – praticamente mai – possiede una conoscenza alla pari. Basta pensare alle difficoltà ad esempio di disattivazione dei cookies nelle pagine web per farsi un’idea. Oggi se vuoi un’informazione, i social o la rete ti “prendono le misure”, benzina e motore umano dei giganti del web. Come gli schiavi lo erano della grandezza delle piramidi egizie.
Che tipo di società sta creando la Rete Internet oggi?
Ci siamo trasferiti fisicamente in un mondo virtuale ideale dove ogni cosa è più veloce, dove tutto appare più semplice, dove ogni capo di abbigliamento sembra più bello. Il mercato online delle vendite è il più aggressivo e in ascesa del XXI secolo. I cosiddetti giganti del web hanno registrato dal 2014 un incremento straordinario pari al 104% a discapito del fatturato delle multinazionali manifatturiere che nel quinquennio 2014-18 hanno ottenuto un incremento solo pari al 13%.
Internet fa risparmiare tempo, fa risparmiare i costi, è il luogo dove ogni cosa diventa nuova ed eccitante. Tutto – comprare, parlare, giocare, ordinare da mangiare – è più comodo e divertente che nella realtà. Eppure l’unica vera comodità e rivoluzione che offrono le potenti società di e-commerce e i social network, è soprattutto quella di sostituirsi a te, “di risparmiarti la fatica”. Si direbbe che il loro consumatore ideale sia una persona apatica, poco socievole e opulenta: membro di una società ideale tecnicamente assistita o forse financo parassita. Nietzsche ha scritto: se “tu scruterai a lungo nell’abisso, allora anche l’abisso guarderà dentro te”. Internet è attualmente un’abisso, e noi siamo oggi in tutto e per tutto assistiti, osservati, studiati, fin nell’abisso dei nostri desideri.
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