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Roma si tinge della pittura klimtiana, aperta la mostra “Klimt. La secessione e l’Italia”

Circa 200 opere esposte a Palazzo Braschi, tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture dell'artista austriaco e della sua cerchia

A distanza di 110 anni dalla sua partecipazione allEsposizione Internazionale dʼArte del 1911, uno dei più grandi maestri e fondatori della secessione viennese, torna in Italia; due grandi eventi espositivi celebrano, infatti, il percorso artistico di Gustav Klimt. Dal 27 ottobre 2021 al 27 marzo 2022, il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospiterà la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia; un percorso che intente ripercorrere, attraverso le opere provenienti dal Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e da altre raccolte pubbliche e private, alcune delle tappe principali della storia artistica del genio austriaco.

La mostra nasce con l’intento di affrontare (forse per la prima volta) il rapporto dell’artista con l’Italia, narrando dei suoi viaggi e dei successi espositivi. La rassegna, curata da Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna, presenta anche una selezione di dipinti e sculture di altri artisti; le opere si trovano tutte inserite in un armonico racconto di Klimt e del suo influsso.

Amalie Zuckerkandl Klimt
Amalie Zuckerkandl, 1917-1918 Olio su tela, 128×128 cm Belvedere, Vienna

Gli eventi dedicati a Klimt

La mostra di Roma è co-prodotta da Arthemisia, che ne cura anche l’organizzazione, con Zètema Progetto Cultura. L’esposizione Klimt. La Secessione e l’Italia si compone di oltre 200 opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture. L’evento apre le porte al pubblico, permettendo a ciascuno di immergersi in uno scenario unico fatto di opere iconiche come Giuditta del 1901, Signora in bianco del 1917 o La Sposa del 1917. Tra i quadri poi un ‘ospite d’eccezione‘: Ritratto di Signora del 1916; l’opera che fu trafugata dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperata nel 2019.

Klimt. La Secessione e l’Italia si inserisce in un programma culturale più ampio dedicato al genio austriaco; al termine, infatti, della mostra a Palazzo Braschi a Roma, Piacenza ospiterà dal 5 aprile 2022 il secondo grande evento dedicato a Gustav Klimt. Questa seconda mostra si propone di dare uno sguardo inedito sull’artista viennese; un Klimt ritrovato più intimo e, fino ad ora sfuggente, soprattutto dal punto di vista personale. Klim pubblico e Klimt privato si integrano, dunque, nelle due mostre che possono essere viste come complementari e in grado di dare uno sguardo profondo sull’artista.

Ritratto di ragazza Klimt
Ritratto di Signora, 1916-17 Olio su tela, 68×55 cm Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi

Le prime sei sezioni della mostra Klimt. La Secessione e l’Italia

La mostra si snoda attraverso quattordici sezioni, ciascuna delle quali rappresenta un momento preciso della parabola artistica di Gustav Klimt. Si parte dalla prima sezione dedicata alla Vienna della seconda metà del 1800 e dei suoi edifici creati con criteri moderni; per passare poi alle opere della Compagnia di artisti Künstler che Klimt fonda insieme al fratello Ernest e il compagno di studi, presso la scuola di arti e mestieri di Vienna, Franz Matsch. Si arriva alla terza sezione dedicata alla Secessione Viennese, nel corso della quale l’artista fonda l’Associazione degli artisti austriaci. La quarta sezione, ancora legata alla Secessione Viennese si inserisce in modo particolare nel contesto del design; ovvero il legame che in quel periodo si crea tra le belle arti, l’architettura e il design.

La quinta sezione è legata ai viaggi di Klimt in Italia; paese che l’artista viennese visita diverse volte nella sua vita e dove conosce l’arte dei mosaici bizantini. La stessa Italia che, con Roma e il lago di Garda, ispirò alcuni dei suoi paesaggi. Viaggi importanti per l’evolversi della sua ricerca creativa e che accrebbero l’influsso sugli artisti italiani; accanto alle sue opere, infatti, al Museo di Roma a Palazzo Braschi si trovano le opere di artisti italiani come Gallileo Chini o Giovanni Prini. La sesta sezione è dedicata all’opera iconica Giuditta; la leggendaria figura biblica che decapita il generale assiro Oloferne è rappresentata da Klimt in maniera magistrale. Una combinazione perfetta tra erotismo e sensualità intrecciate con il pericolo; una visione moderna e, al tempo, scandalosa della femme fatale che richiama l’attenzione su un argomento molto dibattuto a Vienna all’inizio del XX secolo, ovvero il rapporto tra i sessi e il ruolo dell’uomo e della donna nella società.

Il viaggio dalla settima alla quattordicesima sezione

La settima sezione è dedicata all’abilità ritrattistica di Gustav Klimt; i soggetti, per lo più donne, rappresentano la maestria dell’artista di passare da una tecnica all’altra rendendo ogni ritratto unico. L’ottava sezione è dedicata ai Quadri della Facoltà; i dipinti, distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale, tornano a vivere nella mostra con le foto in bianco e nero, ma anche grazie alla collaborazione del Museo di Roma con Google Arts & Culture Lab Team; con una ricostruzione digitale dei panelli a colori. Il lavoro è stato reso possibile, non solo dalla Machine Learning, ma anche dalla consulenza del dott. Franz Smola; l’esperto si è servito delle descrizioni che giornalisti ed esperti dell’epoca avevano fatto dei tre dipinti.

Nella nona sezione si può ammirare l’omaggio di Gustav Klimt a Beethoven nel Fregio; un murale lungo più di 34 metri, che si estendeva per un’altezza di circa due metri su tre pareti di una stanza laterale. La decima sezione è dedicata ai paesaggi spesso idealizzati, punto fermo di Klimt insieme alle allegorie e ai ritratti. L’undicesima sezione è per l’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma; la dodicesima sezione, invece, si dirige alle opere che hanno caratterizzato l’esperienza alla Biennale di Venezia. La tredicesima sezione è, forse, quella che può essere definita ‘eredità di Klim‘ attraverso la Secessione in Italia. Ed infine, la quattordicesima e ultima sezione è dedicata all’opera incompleta del maestro viennese: La Sposa; a 56 anni, nel 1918, Gustav Klimt viene colpito da un ictus che lo condurrà alla morte. Tra le opere, ancora in lavorazione, questa dipinto che racchiude in maniera sublime il tema dell’amore e del desiderio.

La Sposa Klimt
La Sposa, 1917-18 Olio su tela, 165×191 cm Klimt Foundation, Vienna

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Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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