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Accordo Cartabia-Franceschini: i detenuti potranno lavorare nei musei

L'accordo prevede al momento il coinvolgimento di 52 istituti della cultura e 102 persone

Siglato un importante accordo tra il ministro della Cultura, Dario Fransceschini, e il ministro della Giustizia, Marta Cartabia. E dalla loro intesa nasce la possibilità unica per i detenuti di svolgere i lavori di pubblica utilità nei luoghi di arte e cultura.

I luoghi di cultura aprono le porte ai lavori di pubblica utilità per i detenuti

Luoghi da sogno, veri e propri templi della cultura e dell’arte saranno aperti per i lavori di pubblica utilità destinati ai detenuti. Dalla Pinacoteca di Bologna alla Reggia di Caserta, passando per il Palazzo Ducale di Mantova e le decine e decine di archivi e biblioteche in tutta Italia. I detenuti avranno l’occasione di lavorare in questi siti (52 in totale) con la possibilità di estinguere il reato, in caso di esito positivo della prova. L’accordo è il risultato di un dialogo tra i ministri Cartabia, della Giustizia, e Franceschini, della Cultura. Saranno 102 le persone a partecipare per prime a questa iniziativa, riservata agli imputati per reati con una pena di massimo 4 anni.

Le parole dei ministri Franceschini e Cartabia

Entrambi i ministri coinvolti nell’accordo hanno mostrato grande entusiasmo per la nuova iniziativa. Parlando all’agenzia Ansa, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha dichiarato: “Si tratta di una convenzione di grande valore pratico, ma anche simbolico“. Dal momento che i detenuti coinvolti hanno compiuto reati come “furto, danneggiamento di beni culturali, omissione di soccorso, lesioni personali, stradali” si prospetta per loro un’opportunità che “risponde a un’idea della giustizia penale che non è solo detenzione, ma anche di riparazione del danno inflitto alla collettività, una visione feconda e significativa insieme“.

Sulla stessa scia si colloca la decisione approvata di recente dal Parlamento, che estende l’iniziativa ai reati che prevedono una pena fino ai sei anni. Parlando dei detenuti coinvolti (23.700 quelli messi alla prova e 8.600 quelli che svolgono lavori di pubblica utilità), Cartabia ha aggiunto: “Esporli all’arte è un atto di grande civiltà“. Un’idea sulla quale anche il ministro Franceschini si è pronunciato con entusiasmo, dichiarando: “Sono convinto che darà riscontri positivi“.

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Roberta Gerboni

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Siciliana, vive a Roma. Appassionata di scrittura e giornalismo fin da giovane, inizia il proprio percorso in redazione a 17 anni, occupandosi di cultura e attualità. Per tre anni redattore del Corriere di Gela, si è dedicata alla redazione di articoli per varie testate online.
Laurea Magistrale con Lode in Lettere Classiche all' Università degli Studi di Siena, dopo aver conseguito la laurea triennale in Lettere a Catania.
Appassionata di salute, bellezza e delle vite dei reali di tutto il mondo.

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