Mentre dalla Banca Mondiale arriva la notizia degli investimenti Climate Action Plan fino al 2025, a Glasgow i manifestanti presenti alla Marcia sul clima arrivano a 100mila. Sono queste le ultime news che giungono dalla Cop26 che si sta svolgendo in questi giorni nella città scozzese alla presenza delle più alte cariche del mondo. Sono diverse le azioni che, sin dall’apertura della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, si stanno concretizzando; ma se molti paesi si stanno mobilitando verso iniziative per arginare i rischi e le conseguenze del surriscaldamento globale, le folle di persone continuano a far sentire la loro voce.

Finanziamenti vs manifestazioni per il clima alla Cop26

Come si legge su Ansa, il Premier italiano Mario Draghi, anche in veste di ex direttore esecutivo della Banca Mondiale, aveva affermato, durante il suo intervento alla conferenza, che l’istituto “oggi fa molto poco sul clima“; ed è, forse, in risposta alla richiesta del presidente del consiglio che la Banca Mondiale ha deciso di impegnarsi in maniera concreta. L’istituto ha fatto sapere alla Cop26, infatti, che si impegna a spendere 25 miliardi di dollari all’anno in finanza per il clima fino al 2025. I finanziamenti saranno somministrati attraverso il Climate Action Plan; ovvero un piano che comprende programmi ben precisi e investimenti anche sull’agricoltura e il settore alimentare.

Notizia molto importante che si pone anche come una prima risposta alle richieste dei manifestanti che hanno partecipato alla Marcia pacifica per le vie di Glasgow. Fa sapere ancora l’Ansa che l’attivista Vanessa Nakate avrebbe riassunto il senso della manifestazione, alla quale hanno preso parte oltre 100mila persone da tutto il mondo, con poche ma fondamentali parole; “Insieme siamo forti, e possiamo far sì che il cambiamento avvenga“.

Il corteo che da la ‘voce’ ai paesi più poveri

La Marcia per il clima è stata organizzata dal movimento del Fridays For Future, che vede tra le sue principali esponenti Greta Thumberg; anche l’attivista svedese era presente alla manifestazione e, sfilando silenziosamente con le altre persone, ha voluto far sapere che non si fida delle promesse dei leader. Il 6 novembre è stato il giorno designato a Glasgow, ma in contemporanea in tutto il mondo, per far sentire ai potenti quanto sia necessaria una mobilitazione che parta dal basso. “La Cop26 è un fallimento, solo bla bla bla“, aveva detto la Thumberg il venerdì scorso, durante lo sciopero sempre a Glasgow.

Tra le fila dei manifestanti grande presenza dei sindacati locali, delle rappresentanze dei paesi meno sviluppati e delle comunità indigene. Fridays for Future si è posto come obiettivo quello di dare la voce ai paesi più poveri, coloro che sono maggiormente colpiti dalle conseguenze dalla crisi climatica. Tra le testimonianze riportate da Ansa si legge quella di Lagi; la giovane che proviene dalle Isole Fiji ha affermato: “Noi siamo sulla prima linea della crisi climatica. I grandi paesi non pagano per i danni che ci fanno. Ma noi non annegheremo. Siamo qui per dire che siamo resistenti, che lotteremo“. Sul palco di Green Park, destinazione finale della Marcia sul clima, sono saliti attivisti dei paesi meno sviluppati e delle comunità indigene. Tra le varie testimonianze un’attivista dell’Amazzonia spiega: “Stanno distruggendo la foresta e uccidendo le persone. Noi indigeni siamo i portavoce della Madre Terra. È il momento di riprenderci il mondo e ricostruire la solidarietà. È il momento di riforestare le nostre menti e i nostri cuori“.

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