A due giorni dalla fine della Conferenza mondiale sul clima dell’Onu a Glasgow (Scozia), circola la bozza delle conclusioni finali della Cop26. I paesi che la sottoscriveranno cercheranno di descriverla come un successo, così come, al contrario, il movimento giovanile internazionale dei Fridays for future ha già accusato Cop26 di aver fallito in pieno i suoi obiettivi. L’agenzia di stampa Ansa anticipa intanto alcune delle conclusioni della bozza finale che, prima dell’approvazione, passerà sotto la lente dei Governi per le loro osservazioni. La United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) ha infatti pubblicato la bozza nella notte fra ieri e oggi 10 novembre.

Cop26, gas serra e CO2

Nel documento finale, Cop26 “riconosce che limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi al 2100 richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali di gas serra.” Ma non solo, perché occorre anche “ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010“. L’obiettivo, sotto questo punto di vista, è ridurre le emissioni “a zero nette intorno alla metà del secolo“. La bozza, poi, “riafferma l’obiettivo globale di lungo termine di tenere l’aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali. E di perseguire gli sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli pre-industriali“.

Un decennio critico per il clima

Il documento della Cop26 evidenzia inoltre che “l’impatto del cambiamento climatico sarà molto più basso con un aumento della temperatura a 1,5 gradi.” Riconoscendo che tutto ciò “richiede azioni significative ed efficaci da tutte le parti in questo decennio critico“. Con la bozza si invitano “le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica“. E, soprattutto, si chiede alle parti “di accelerare l’eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili“.  Infine Cop26 sottolinea “l’importanza critica delle soluzioni basate sulla natura e degli approcci basati sugli ecosistemi“. Il che significa, in pratica, “proteggere e ripristinare le foreste, ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità“.

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