Giovanni “Leone ripropose la sollecitazione (già sottolineata dal Presidente Segni), di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco“. Il Capo dello Stato ricorda la figura del suo predecessore a vent’anni dalla morte avvenuta il 9 novembre del 2001. Lo fa citando il suo messaggio inviato al Parlamento il 15 ottobre 1975, “che venne ritenuto da giuristi autorevoli, studiosi di grande livello, uno dei massimi documenti sulla questione delle riforme istituzionali”.
D’altronde il Presidente Leone è stato uno dei più esimi giuristi del Paese e la sua posizione fornisce all’attuale inquilino del Quirinale l’assist per allontanare nettamente, come ha fatto più volte negli ultimi mesi, l’ipotesi di un suo mandato-bis. Neppure “a scadenza”, come avvenuto con Giorgio Napolitano quando la classe politica del Paese non riusciva a trovare un accordo per il suo successore. Il Presidente Mattarella fin dal messaggio di fine 2020 sottolineò come fosse il suo “ultimo anno come Presidente della Repubblica”. Avrebbe coinciso “con il primo anno da dedicare alla ripresa della vita economica e sociale del nostro Paese”. Parole che ha ribadito molte volte, come davanti ad una scolaresca mesi fa: “sono vecchio, tra poco potrò riposarmi“.
Mattarella ricorda Giovanni Leone
Durante l’incontro avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri 11 novembre al Quirinale. Mattarella ha ripercorso i passaggi più importanti del settennato del VI° Presidente della Repubblica: “non ebbe remore ad abbandonare una responsabilità che gli era congeniale, quella di presidente della Camera. Ha mostrato coraggio e generosità a corrispondere all’interesse generale della vita della Repubblica“. Erano gli anni delle stragi e Giovanni Leone si adoperò in una “lenta ricucitura del tessuto sociale. E quello della ricucitura, del rammendo, è tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei presidenti che si sono succeduti al Quirinale“.
Mattarella ha infine ricordato la posizione sulla stampa definita dal presidente Leone come “componente essenziale della società“, “al servizio della verità“, “spesso inafferrabile”, per cui bisogna accontentarsi del “riscontro oggettivo, la buona fede“. Che proprio certa stampa non riconobbe al Presidente quando come ha concluso Mattarella fu oggetto di una campagna scandalistica senza precedenti.
Non solo Leone, nel 1963 la posizione del Presidente Segni
Lo stesso Leone richiamò la posizione del Presidente Segni che definiva “il periodo di sette anni sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato“. Che riteneva poi che l’eliminazione del semestre bianco (e la disposizione dell’articolo 88 comma 2 della Costituzione sul potere di sciogliere del Parlamento) allontanasse “qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione“.
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