L’Italia e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nel mirino dell’Isis. Su Al Naba, la rivista degli integralisti del sedicente Stato islamico, sono tornate le minacce al titolare della Farnesina, con tanto di foto che ritrae Di Maio al vertice della coalizione anti-Daesh tenutosi lo scorso giugno a Roma. Nell’articolo, dal titolo Perché il Califfato li spaventa si fa anche accenno alla “conquista di Roma“. Già nel mese di luglio il ministro degli Esteri aveva ricevuto minacce sulla stessa rivista. Al vertice di Roma di giugno aveva partecipato, assieme a Di Maio, anche il Segretario di Stato Usa Antony Blinken.
Di Maio, solidarietà di Conte e Fico
“Sono vicino a Luigi Di Maio – scrive su Twitter l’ex premier Giuseppe Conte – per le nuove, gravissime minacce ricevute dai terroristi Isis. Non ci fanno paura: il suo impegno, al servizio del Paese e della stabilità internazionale, non sarà scalfito da atti intimidatori. Chi tocca Luigi tocca ognuno di noi“. “L’Italia non arretrerà di un centimetro nella sua lotta al terrorismo internazionale – afferma il presidente della Camera Roberto Fico – Le minacce dell’Isis al ministro Luigi Di Maio sono minacce a tutta la nostra comunità. A lui la vicinanza mia e di Montecitorio“.
Libia, elezioni sotto Natale
La mossa dell’Isis che addita Di Maio giunge all’indomani della Conferenza sulla Libia a Parigi. I Capi di Stato e di Governo lì riuniti hanno stabilito che le elezioni parlamentari e presidenziali si terranno nel paese alla vigilia di Natale, il 24 dicembre. Chi ostacolerà il voto incorrerà in sanzioni internazionali. I leader mondiali riuniti nella capitale francese hanno anche ribadito il sostegno al piano d’azione per il ritiro di mercenari, combattenti e forze straniere dal territorio libico.
Draghi, Di Maio e il futuro di Tripoli
Al vertice ha preso parte per l’Italia il premier Mario Draghi, dopo che Di Maio aveva presenziato alla Conferenza di ottobre a Tripoli. Fra i partecipanti al meeting di Parigi anche la vicepresidente americana, Kamala Harris. Non sono però passate inosservate le assenze del presidente russo Vladimir Putin e di quello turco Recep Tayyip Erdogan, che mantengono contingenti armati di soldati e mezzi militari sul territorio libico. Per questo il presidente francese Emmanuel Macron, che ha presieduto la Conferenza insieme alla cancelliera Merkel e a Draghi, ha rinnovato l’appello a Mosca ed Ankara per il ritiro dei mercenari.
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