Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti” così il filoso contemporaneo Karl Popper definiva la sua visione di “tolleranza“; un concetto che, se analizzato da ogni sfaccettatura, consegna una visione d’insieme che si può declinare a tutti gli ambiti della vita. Del resto, come recita l’Art.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza“. Ma se guardiamo alle discrepanze sociali, alle diseguaglianze di genere, alle discriminazioni delle minoranze, sembra difficile pensare che questo concetto sia parte integrante della società. Ed è per ravvivare questa ‘formula’ che l’UNESCO ha istituito la Giornata Internazionale della Tolleranza.

Dai diritti umani alla tolleranza

Era il 1949 quando l’Europa e il mondo vivono le drammatiche e devastanti conseguenze della guerra; interi popoli distrutti solo per il fatto di essere ‘diversi‘ e in quanto tali nemici. Consapevole dei traumi di questa separazione nata dal ‘io’ diverso dal ‘tu’, dal ‘noi’ diverso dal ‘loro’, la neonata Organizzazione delle Nazioni Unite approva la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; un trattato che si ispira ad alcuni principi fondamentali che si trovano nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America e nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino.

I principi e le rivendicazioni delle lotte e delle conquiste relative ai diritti civili nascono proprio dalla consapevolezza che il documento elaborato dalle Nazioni Unite ha fatto fiorire in tutti i paesi del mondo. Tuttavia, la strada verso l’inclusione e il rispetto totale e globale sembra ancora un terreno da percorre; e se molti diritti sono stati conquistati, altri sembrano ancora una meta agognata ma non raggiunta. È il 1995 quando l’UNESCO decide di celebrare i principi ispiratori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che si possono racchiudere in un unico e trasversale concetto: la tolleranza.

Integrazione, cooperazione e inclusione

Secondo il dizionario Treccani, la tolleranza di definisce come un “atteggiamento teorico e pratico di chi, in fatto di religione, politica, etica, scienza, arte, letteratura, rispetta le convinzioni altrui, anche se profondamente diverse da quelle cui egli aderisce e non ne impedisce la pratica estrinsecazione“. In quest’ottica è difficile non intuire il legame inteso tra questo concetto e i diritti umani; il dialogo, la cooperazione, l’integrazione, sono, infatti, le fondamenta sulle quali si costruisce la tutela dei diritti stessi. Principio sul quale si fondano le Nazioni Unite e che deve essere promosso, inevitabilmente, con il riconoscimento delle differenze e dell’identità di ciascuno.

La Giornata Internazionale della Tolleranza nasce un anno dopo l’adozione della Dichiarazione dei Principi sulla Tolleranza, avvenuta il 16 novembre 1995. La Dichiarazione si basa sui termini e rispetto di ogni diversità culturale e sociale, riconoscendo i diritti inalienabili di ogni persona. In quest’ottica la tolleranza non si declina solo a livello morale; essa è anche il principio ispiratore e concreto delle attività di tutti i paesi che appartengono alle Nazioni Unite. Questi ultimi hanno pertanto il dovere di contrastare le forme di intolleranza, attraverso apparati legislativi che tutelino i diritti umani e promuovano dialogo e confronto pacifico. L’istruzione, i posti di lavoro, l’accesso alle cariche pubbliche, ogni aspetto della vita sociale dovrebbe e deve basarsi sull’inclusione. Per parafrasare Voltaire si potrebbe concludere: “Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo“.

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