Covid, rischio Natale in ‘giallo’. A Milano “Prima della Scala da ripensare”
Se è vero che l'epidemia in Italia è meno forte che all'estero, continuano a crescere su base settimanale i nuovi casi e le ospedalizzazioni
Mancano venti giorni alla Prima della Scala di Milano e sul Covid il sindaco del capoluogo lombardo, che è anche presidente del Teatro lirico più famoso d’Italia, non nasconde la sua preoccupazione. In tempi di contagi in aumento il Macbeth di Shakespeare che il 7 dicembre aprirà la stagione lirica milanese “sarà uno spettacolo che dovrà essere un po’ ripensato” dice Beppe Sala. Forse introducendo, quantomeno, l’obbligo di mascherina per i coristi.
“A Capodanno niente assembramenti”
Per quanto riguarda il concerto di Capodanno, invece, “saremo ancora prudenti, vogliamo evitare di creare troppi assembramenti” col rischio che aiutino il Covid. In merito alla Prima, Sala ha spiegato: “Serve attenzione e noi lo verifichiamo in modo quotidiano anche nelle nostre azioni. Ho avuto lunghissime discussioni con il sovrintendente“. “La situazione è ancora questa, non ne siamo ancora fuori, non mi pare che siamo in una situazione di allarme però l’attenzione va tenuta“, ha aggiunto il sindaco.
Covid Italia, possibili nuove misure
Il punto è che lo spettro di nuove restrizioni anti Covid, anche solo a livello locale, aleggia su tutti gli italiani. Si prospetta un Natale certamente non in lockdown ma la risalita dei contagi è nei numeri, così come quella, più lenta, delle ospedalizzazioni. Al momento il Governo non sembra orientato a soluzioni drastiche, mentre resta l’impianto dei colori con alcune regioni in procinto di tornare dopo mesi in zona gialla. Prima fra tutte il Friuli Venezia Giulia, in giallo forse già dalla prossima settimana. Di ieri 15 novembre, invece, l’ordinanza sui trasporti con le nuove regole per treni e taxi.
“Restrizioni? Ai non vaccinati“
In un simile contesto, sono diverse le voci che chiedono che eventuali misure restrittive siano indirizzate esclusivamente alle persone non vaccinate. In questa direzione si è orientato oggi un colloquio telefonico tra il governatore del Friuli-Venezia e Giulia, nonché presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, e quello della Liguria, Giovanni Toti. A favore del modello Austria – lockdown per i No Vax – si è espresso il senatore di Italia Viva Matteo Renzi nella sua e-news. Frena su una possibile ulteriore stretta il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Nel frattempo, secondo un sondaggio Emg-Different per Adnkronos 7 italiani su 10 sarebbero favorevoli a un lockdown per non vaccinati in Italia.
Covid, “il vaccino ha salvato 12mila vite“
Da uno studio in via di pubblicazione emerge intanto che la campagna vaccinale ha evitato in Italia 12.100 morti legate al Coronavirus. Al tempo stesso anche consentito la ripresa di circa la metà dei contatti sociali rispetto a quelli che si registravano prima della pandemia. Alla ricerca hanno partecipato scienziati dell’Istituto superiore di sanità, del ministero della Salute e dell’Istituto Bruno Kessler. Lo studio è firmato anche da Silvio Brusaferro, Giovanni Rezza e Stefano Merler.
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