“Squartalized”: l’arte di Nathaly Caldonazzo e Vito Bongiorno contro la violenza sulle donne
Un progetto dedicato alla lotta contro ogni forma di abuso che vede protagoniste, loro malgrado, vittime indifese
Lo scorso giovedì 11 novembre a Roma nel salotto Thesign in preview, sono state esposte alcune opere in anteprima del progetto Squartalized; iniziativa realizzata dagli artisti Nathaly Caldonazzo e Vito Bongiorno e che si lega alla lotta contro la violenza sulle donne, di cui il prossimo 25 novembre ricade la Giornata Mondiale. Il progetto, che debutterà in primavera al Museo San Salvatore in Lauro, indaga e approfondisce i traumi fisici e psichici derivati dagli abusi di ogni genere. Alla mostra si lega anche un docufilm “molto crudo” secondo le stesse parole dei curatori; questo aprirà l’evento artistico insieme alla realizzazione di un profumo.
Squartalized: il progetto
Nathaly Caldonazzo, attrice affermata, scopre la passione per la pittura nel 2013; il tema della violenza sulle donne, per il quale da anni si batte in prima linea, è da lei prediletto. Attualmente è in coppia con l’artista
Vito Bongiorno per il progetto artistico Squartalized. Lui, artista di origini siciliane che ha vissuto tra New York e Monaco di Baviera, è noto nello scenario dell’arte contemporanea per la sua denuncia al “sintetismo della vita“, come egli stesso lo definisce; ovvero la crisi dei valori, la frenesia della vita contemporanea, il rilievo dato alle cose futili. Pensiero che si sposa in maniera intensa con gli ideali artistici di Nathaly Caldonazzo e del progetto artistico Squartalized.
Come ci ha rivelato l’attrice, nel corso dell‘intervista rilasciata a VelvetMAG, Squartalized è un termine coniato da lei; “significa squarto paralizzante, percorre il trauma della violenza fisica o emotiva, che una donna vittima di abusi può subire“. L’attrice e pittrice ha dimostrato in diverse occasioni di credere e sostenere la solidarietà tra donne e con questo progetto, in collaborazione con Vito Bongiorno, mostra tutta la sua attenzione, interesse e sentimento di denuncia verso la violenza di genere.
Superare lo “squarcio dell’anima“
Come si legge nella nota che presenta il progetto, Squartalized riveste uno stato d’animo, “l’essere squartato (sentirsi) e paralizzato“; un danno e un dolore che toccano il corpo ma anche, e soprattutto, l’anima. “Chi ha subito Squartalized non sarà mai più quello di prima. Ci vorrà tempo (troppo), ingegno, un grande amore proprio e una tenacia da Samurai, da Talebano. Indietro non si torna, non si può tornare, non si DEVE“. Il progetto è dedicato a chiunque abbia subito violenza e non riesce a risorgere dal proprio trauma; una condivisione di un sentimento che accomuna tutte le vittime di violenza (almeno nella maggior parte dei casi) e che ha bisogno di essere attraversato per essere superato.
“Ci vorrà molto tempo a prendere atto di questo, perché questa violenza non fa parte di te e non puoi pensare che possa far parte di qualcuno perché è troppo atroce. Ebbene tu l’hai subita. Sarà un fatto Karmico? Può darsi. Sta di fatto che devi necessariamente prenderne atto“. Squartalized affronta il tema dell’isolamento emotivo che può derivare da una violenza; il fatto di sentirsi soli, diversi, sporchi. Un trauma che esige di essere affrontato e che necessita di tempo e cura. Ma per riprendere la propria vita in mano è necessario ripartire da quello “squarcio dell’anima“; attraversando il trauma, il dolore con tutti i suoi tempi. Senza costringersi ad avere fretta, senza nascondersi, senza sentirsi colpevoli di quello che si è subito.
LEGGI ANCHE: Fondazione Marcegaglia, la campagna che difende i diritti di ogni donna