Per quanto riguarda il Covid “possiamo prevedere che ci sarà una pressione elevata o estrema sui posti letto negli ospedali in 25 Paesi europei. E una pressione elevata o estrema sulle unità di terapia intensiva in 49 dei 53 Paesi fra ora e il 1 marzo 2022“. Così l’Oms ha lanciato un nuovo allarme sulla pandemia. Il totale delle vittime in Europa supererà i 2,2 milioni entro la primavera del prossimo anno (finora sono 1,5 milioni). Per invertire questa tendenza, spiega l’Oms, e per poter “convivere con il virus” è necessario assumere un approccio “vaccino più“. Vale a dire assumere i vaccini standard e il richiamo booster, ossia la terza dose di siero.
Covid e terapie intensive
In Italia, intanto, in 8 fra Regioni e Province autonome cresce la percentuale di posti in reparto occupati da pazienti Covid con sintomi. Si tratta di Calabria (al 7%), Marche (al 10%), Puglia (al 4%), Piemonte (al 5%), Toscana (all’8%), Umbria (al 7%), Sardegna (al 6%) e Bolzano (al 9%). In altre 6 Regioni sale la percentuale di letti Covid nelle terapie intensive: Basilicata (al 2%), Lombardia (all’11%), Veneto (al 6%), Piemonte (al 6%), Sicilia (al 10%) e Trento (al 10%). La situazione è stabile in Friuli Venezia Giulia, ma a livelli oltre soglia, pari a 15% e 17%. Questi i dati del monitoraggio Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) che confronta i dati del 22 novembre con il giorno prima.
Super Green Pass, problemi in vista
In queste ore il Governo valuta nuove misure restrittive per arginare la quarta ondata di Covid che ormai in Italia provoca fra i 6mila e gli 11mila nuovi casi al giorno. Si pensa a un Super Green Pass, valido, cioè, per vaccinati e guariti, relegando la validità del tampone al solo ingresso sul posto di lavoro. Ma è possibile introdurre una distinzione tra vaccinati e non vaccinati senza l’obbligo del vaccino? Il dibattito sul Super Green Pass apre una serie di questioni da affrontare. Il primo problema è che il doppio binario per vaccinati e non vaccinati potrebbe essere oggetto di ricorsi.
“Allora meglio l’obbligo vaccinale”
Lo ha sottolineato, spiega l’Ansa, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli. “Mi pare un rimedio difficilmente praticabile e, dal punto di vista normativo, molto rischioso come possibilità di giustificazione dei singoli divieti“. Un problema che ci sarebbe pure dal punto di vista pratico, visto che “anche i vaccinati contro il Covid possono essere portatori del virus“. Piuttosto, è la conclusione di Mirabelli, “se la situazione è così vincolante per cui i non vaccinati non possono compiere una parte molto consistente della loro attività, della loro vita lavorativa o di relazione, allora questo giustificherebbe l’imposizione di un obbligo di vaccinazione. Non una sorta di lazzaretto domestico“.
Covid, vaccino e privacy
Un’altra questione da risolvere riguarda i dati personali riservati degli italiani. Con il doppio binario del Green Pass, infatti, chiunque effettua i controlli può conoscere se il cittadino è vaccinato, guarito dal Covid o ha fatto un tampone. Un punto sul quale il Garante della Privacy ha in passato espresso parere negativo. “Ciò che va comunque evitato – ha detto Pasquale Stanzione – sono le discriminazioni in base alle scelte vaccinali. Così come l’indebita conoscenza, da parte di soggetti non legittimati, dei dati sanitari degli interessati“.
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