Con una raffica di perquisizioni della Guardia di Finanza partite nella serata di venerdì, a borse chiuse per non creare dirette conseguenze sul titolo della Juventus, le plusvalenze sono tornate nel mondo del calcio italiano. Secondo la procura di Torino sarebbero 282 milioni spalmati in 3 anni, e forse capaci di mascherare le enormi difficoltà finanziarie della “vecchia signora“. E che la situazione potesse essere complessa era apparso chiaro fin dalla difesa ad oltranza dell’affaire Superlega. Ma secondo l’impianto dell’indagine in corso si tratterebbe di un vero proprio sistema di gestione – ripetuto negli anni – e definito dagli inquirenti “malsano“.

Tra gli indagati di cui si ha notizia, non figura nessun calciatore, ma solo i vertici del Club: il presidente Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ex dg Fabio Paratici, i dirigenti (o ex) Stefano Bertola, Stefano Cerrato e Marco Re. La Juventus è chiamata in causa in qualità di persona giuridica e, sul fronte della giustizia penale, in caso di condanna rischia una forte sanzione pecuniaria. Sul fronte della giustizia sportiva, nel caso analogo del Chievo nel 2018 sono stati decurtati tre punti dalla classifica finale. In più essendo i bianconeri quotati c’è da valutare la problematica delle false comunicazioni ai mercati e l’azione della Consob.

Plusvalenze: i bilanci e la valutazione dei giocatori alla Juventus

Di per sé una plusvalenza che si genera, al momento della cessione, tra il prezzo di vendita e il valore residuo non ammortato, non è illegittima. A meno che non sia fittizia. Solo un mese fa, come ha ricostruito l’Agenzia Ansa la Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche, aveva acceso un faro sulla questione. Nel mirino sono gli scambi a prezzi molto alti e spesso quasi senza movimento di denaro. A cui si aggiunge la questione della valutazione di un calciatore che non è vincolata da criteri oggetti. Il sospetto su cui sta indagando la procura è che la plusvalenza sistemi i bilanci delle società e la Juventus ne ha fatto ampio uso. Alla rigo Proventi da gestione diritti calciatori si trovano 157,2 milioni nel bilancio 2018-19; 172 milioni nel bilancio 2019-20 w 43,2 milioni nella stagione in corso che ha risentito maggiormente della pandemia. L’ipotesi dei pm torinesi è che questi ricavi fittizi camuffassero perdite di esercizio.

Le intercettazioni

Naturalmente il tutto non si limita alla mera analisi dei bilanci. Il ruolo delle intercettazioni telefoniche delle Fiamme Gialle nell’indicare cosa cercare è centrale nel decreto di perquisizione: “investimenti oltre le previsioni di budget“; “costi connessi ad acquisti e stipendi scriteriati“; “ammortamenti e tutta la m**** che sta sotto e non si può dire“. Una frase su tutte: “dovevi fa’ le plusvalenze e facevi le plusvalenze“.

Nel mirino movimentazioni relative ad under 17, 19 e 23. Come in scambi multipli tra club a somma zero o corrispettivi giudicati “fuori range“. Come pure su Cristiano Ronaldo e su un’altra frase intercettata che cita una “carta famosa che teoricamente non deve esistere” e che gli inquirenti hanno cercato tra le altre cose nelle perquisizioni.

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