“Leggo tutti i messaggi che mi arrivano. L’unica cosa che mi sento di dire è che in molti pensavano che Grazia Levante diventasse una donna di potere, che diventasse parte dell’organizzazione criminale”. Invece quel sistema – ci racconta Claudia Tranchese, l’attrice che l’ha interpretata, – stava stretto al suo personaggio, tant’è che voleva prendere le distanze dal quel mondo. Talento cristallino è divenuta molto popolare per il ruolo di Gomorra 4 e 5. A poche ore dal quarto episodio andato in onda su Sky e Now Tv, ci racconta il retroscena di quell’addio che vede l’interprete abbandonare i panni di Grazia Levante. Il personaggio al quale le ha dato un volto, un’anima nelle ultime due stagioni.

“La sua ambizione non era quella di diventare una boss, ma una persona libera”, ci spiega Claudia nell’intervista esclusiva concessa a noi di VelvetMAG, nella quale ci “trascina” nel profondo abisso di Grazia. Cosa le abbia lasciato Gomorra e quello che l’abbia resa una professionista autentica sono aspetti che ci rivela nella chiacchierata. Claudia, che non aveva mai interpretato la morte su un set, nell’ultima scena interpretata nella serie Sky, ci spiega di aver seguito l’istinto, e Marco D’Amore, regista e attore nel ruolo di Ciro che, prima del grande addio le ha consigliato: Ascoltati”. Hanno lavorato tanto insieme sull’emozioni represse di Grazia. D’amore non ha fatto altro che portare l’attrice ad ascoltare il lavoro che avevano fatto in questi anni e che tutto sarebbe stato un processo naturale.

Intervista esclusiva a Claudia Tranchese, Grazia Levante in Gomorra

Inizierei col citare una tua frase scritta in un recente post su Instagram: “Una possibilità. Delle volte crediamo di non avere via di uscita, accettiamo e ci accomodiamo nella posizione scomoda della scelta sbagliata. Ci accomodiamo così bene da convincerci che quello che sia il posto giusto, che non potremmo stare altrove. Altre volte, invece, lo facciamo credere solamente”. Questa frase pone l’attenzione su Grazia, la donna che interpreti in Gomorra. Ma Claudia, invece, si è mai trovata in una posizione scomoda nella si è convinta che fosse quello il posto giusto?

Mi tocca fare una premessa. Ho sempre saputo cosa volevo fare e dove volevo arrivare. E forse anche per questo che nella mia vita privata mi sono tenuta stretta, sempre, tutte quelle persone che mi davano la forza di crederci e allo stesso tempo allontanato occasioni che potevano farmi sentire in pericolo. Questa coerenza mi ha portata ad esser concentrata su quello che stavo facendo.

Se mi sono sentita mai nella posizione sbagliata? D’istinto mi verrebbe da dirti negli anni di formazione all’università. C’è stato un momento in cui mi sono chiesta: “Non è che ho sottratto troppo tempo alla mia passione?”. Mi spaventava molto l’idea di essere troppo indietro per un eventuale debutto in questo mondo. Ora invece, mi fa piacere dirti che ho capito quanto tutto quello che ho fatto, mi sia servito per ampliare il mio bagaglio personale dal quale attingo facilmente del materiale emotivo nella costruzione dei personaggi che ho la fortuna di interpretare. Mi accorgo di quanto mi serva quello che ho vissuto. Sono diventata una giornalista pubblicista. Ho fatto danza per 10 anni. C’è stato un periodo in cui mi ero convinta che volessi scrivere. Poi mi sono detta: Ma io voglio fare l’attrice. Alla luce dei miei 32 anni, mi accorgo solo oggi che non ho perso tempo. Mi serviva fare quelle tappe per arrivare poi ad intraprendere il mio percorso.

Chi è stata Grazia Levante nella quinta stagione di Gomorra?

Abbiamo lasciato Grazia in un momento drammatico della sua vita. Lei, unica superstite di un attentato ferocissimo, dove vede morire i genitori dinanzi ai suoi occhi e sparire suo fratello. La prima cosa che chiede al commissario è di sapere cosa sia successo alla persona che rappresenterà poi la sua perdita più grande. Perdendo lui, è come se avesse perso la speranza di poter essere quello che avrebbe sempre voluto. La ritroviamo in Gomorra 5 vivere delle circostanze particolari perché, come abbiamo visto, è stata messa difronte a delle scelte. La prima è stata quella in cui si trova davanti il commissario e decide di non denunciare. Nelle puntate successive ecco, abbiamo visto Grazia difronte ad un’ennesima possibilità di scelta, in questo atto è stato interessante notare la differenza tra lei e i suoi fratelli.

 

Salutare Grazia è stato molto brutto. Era di notte e faceva molto freddo. Eravamo in aperta campagna nella periferia di Napoli. Io, ricordo che tremavo come una foglia. Il giorno dopo sono stata in camera al buio a piangere. Esattamente come un lutto.

Nella serie, oltre al tuo ruolo, quale altri personaggi ti affascinano?

Quello di Patrizia (interpretato da Cristiana Dell’Anna, n.d.r.), mi ha sempre affascinato molto. Perché, ha vissuto una crescita. Puntando solo sulle sue forze si è fatta spazio in un sistema non sempre inclusivo verso le donne. Mi affascina il perché lei, che è lontana da quel contesto, alla fine finisca per essere inglobata. Si fa trascinare fino a diventare un capo clan. Quindi, sì, mi colpisce l’attrazione per il male. Quanto esso possa essere potente tanto da tirarla dentro e farla diventare più spietata di un uomo.

Di Ciro (interpretato da Marco D’Amore, n.d.r.), mi ha sempre affascinato quello che non vedevamo. L’ho sempre visto come un personaggio molto complesso. Come se una parte di lui l’obbligasse ad essere quella roba lì, ma che ci fosse invece un sotto più piccolo. Non così forte probabilmente che richiamava magari quel profilo di lui bambino, che ha subito e che non ha avuto modo di ribellarsi. Crescendo ha capito che l’unico modo per stare al mondo era riprendersi quello che gli era stato tolto per rendersi conto, forse, che quella era la strada sbagliata.

Salvatore Esposito (Genny Savastano nella serie) lo ha fatto di recente. Per te com’è stato “appendere” un’ultima volta i panni del tuo personaggio e salutarlo per sempre?

È stato devastante. Non esistono dei ruoli piccoli. E Grazia, che è sicuramente un personaggio minore se pensiamo alla grande narrazione di Ciro e Genny, ha avuto comunque un’entità, così forte, che va al di là della scelta poi di quante inquadrature le vengono fatte. Grazia ha sempre avuto poche possibilità di esprimersi, perché donna in un sistema patriarcale. Quindi, poter presentare un personaggio che a parole diceva poco e con gli occhi diceva di più, è stato possibile solo attraverso un processo di repressione. Creare e montare quei sentimenti e poi reprimerli, giocare di sottrazione. Tutto quello che sottraevo però, lo conservavo con cura e lo proteggevo. Ed è stato distaccarmi da tutto questo che mi è stato difficile. Salutare, percepire, immaginare.

Cosa pensi della copertina di Rolling Stone – il Nostro finale, dove vengono ritratti i due protagonisti di Gomorra in un bacio appassionato?

Che bello! Finalmente che bello mostrare quello che la gente non si aspetta. A me ha fatto sorridere, perché l’amicizia l’ho sempre vissuta come una forma d’amore. Nella mia vita, le mie amiche sono mie partner. Penso che nell’amicizia vale, quello che vale in amore, le cosiddette regole di fedeltà. E per me che intendo questo, quella copertina significa tantissimo. Quel bacio vuol dire tantissime cose. Quell’amore e quell’odio tra due persone che non riescono a staccarsi. Continuano a farsi guerra, ma perché in fin dei conti si amano e sanno di appartenersi. Per me, è stata una copertina bellissima.

Cover RS

Durante tutta la tua formazione attoriale, c’è stata una donna del cinema che ti ha ispirato artisticamente?

Nella costruzione di un personaggio, guardo tantissimi film, ma tendo poi a non fissare nulla perché voglio sentirmi libera. Libera di interpretare un personaggio sentendo di pancia cosa e quanto posso dare, e scavare così da dentro. Da spettatrice invece, beh, mi ha sempre affascinato la femminilità di Sophia Loren. Gli occhi di Anna Magnani. La profondità di storie raccontate con dei sentimenti così puri che ti facevano chiedere se stessi vedendo un film o un documentario. Sono attratta moltissimo da aspetti vari. Laura Morante è un’attrice che amo tantissimo. La sua arte, la sua eleganza. Come anche Margherita Buy, l’irrequietezza con quegli occhi da angelo, azzurri, così chiari come un mare infinito. Sono state tutte influenze che hanno trasmesso e mi trasmettono sempre molto, esattamente come continua a fare Meryl Streep.

Photo Credit: Piergiorgio Pirrone

Conosciamo molto bene Claudia come attrice. Ma una volta spenti i riflettori dei set, chi è nella sua vita privata, e chi o cosa le rende un luogo casa?

Fuori dal set mi piace avere i miei piccoli spazi con le persone che amo. Mi piace dedicare il mio tempo alle persone che ho intorno ed essere molto presente nella vita degli altri. Sto imparando a prendermi più cura di me, a Claudia e basta. E non sempre a Claudia in relazione agli altri. Sento casa tutte quelle persone che mi fanno sentire al sicuro. Ti dirò, non sono molto legata ad un posto. Sono più legata alle persone. Certo, Napoli per me è più che altro un sentimento di malinconia e di lotta continua, che amo e che a volte finisce di starmi stretta. Quando poi mi trovo altrove però sento che mi manca e ci ritorno con grande piacere.

Ci stiamo avvicinando al nuovo anno. Cosa ti auguri per il futuro? Ci sono nuovi progetti dei quali puoi parlarci?

Una nuova serie Raidi cui non posso dire ancora nulla, ma ammetto che ne sono molto contenta. Parliamo di un personaggio completamente opposto a Grazia, come da Ines di Generazione 56K. È un altro tassello ancora che aggiungo con molto piacere alla mia gavetta che non finirò mai. Per quanto riguarda me, mi auguro il coraggio di poter scegliere sempre quello che è giusto per la mia vita.

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