Giovanni Gastel ha infatti ritratto, con la fotografia, i più grandi del suo tempo. Dal cinema alla moda, dall’arte al design, dallo spettacolo, fino alla politica internazionale. In mostra ci sono infatti i volti di Barack Obama, Marco Pannella, Forattini, Ettore Sottsass, Germano Celant, Mimmo Jodice, Fiorello, Zucchero, Tiziano Ferro. Ma anche Vasco Rossi, Roberto Bolle, Bebe Vio, Bianca Balti, Luciana Littizzetto, Franca Sozzani, Miriam Leone, Monica Bellucci, Mara Venier, Carolina Crescentini.
Giovanni Gastel: tra i più grandi geni della fotografia mondiale
Un “ritratto collettivo di anime” che consacra il genere del ritratto fotografico a opera d’arte, in cui la rappresentazione del volto è concepita come punto di partenza di un’indagine umana e psicologica che svela la persona dietro al personaggio. Quasi tutte le fotografie sono in grande formato, la maggior parte in bianco e nero, mentre nella parte finale del percorso trovano spazio ottanta immagini della serie dei colli neri, considerati ritratti “ai margini della spiritualità dell’anima”.
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, afferma: “Giovanni Gastel è stato un sofisticato ritrattista del mondo. Non solo visi, ma corpi, mode, gioielli, tessuti, ambienti. Con un sorriso, faceva sembrare facile il gesto infallibile e preciso di un grande fotografo. Il suo lavoro si è intrecciato più e più volte con i percorsi di Triennale, cui aveva regalato idee, progetti e ispirazioni. Con queste due mostre la nostra istituzione rende il primo doveroso omaggio a questo genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso, troppo presto.”
The people I like: il ritratto come opera artistica per eccellenza
Il titolo della mostra è una dichiarazione d’intenti. Giovanni Gastel si svela nella sua più intima autenticità e consacra il “ritratto” opera artistica per eccellenza. Presentando oltre duecento ritratti, la mostra documenta una parte importante del suo lavoro. Modelle, attrici, artisti, operatori del settore, vip, cantanti, musicisti, politici, giornalisti, designer, chef fanno parte del caleidoscopio di fotografie esposte senza un ordine preciso. Al centro c’è sempre l’anima che traspare dalla posa, dall’espressione del volto e dalla sua teatralità. I ritratti assumono un ruolo centrale che non si ferma all’analisi fisica, ma scava nella sfera psicologica del personaggio. Tutti i ritratti sono in grande formato, la maggior parte in bianco e nero, mentre nella parte finale del percorso espositivo trovano spazio ottanta immagini della serie dei colli neri, dei ritratti ai margini della spiritualità dell’anima.
In mostra anche i primi lavori di Giovanni Gastel
In parallelo si potrà ammirare anche la piccola mostra I gioielli della fantasia, realizzata in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea con i primi lavori che hanno dato a Giovanni Gastel la notorietà internazionale. Sono esposte venti immagini di un più ampio progetto commissionato all’autore da Daniel Swarowsky Corporation nel 1991 per l’omonimo libro, tradotto in quattro lingue, e la mostra di gioielli del XX secolo. Dopo la prima presentazione al Museo Teatrale alla Scala, la mostra ha circolato per sei anni in alcuni dei più importanti musei europei di arte applicata. Dal Museum Bellerive di Zurigo, al Victoria and Albert Museum di Londra, al Museum für Angewandte Kunst di Colonia, al Kunstgewerbemuseum di Berlino, per raggiungere poi anche gli Stati Uniti.
Giovanni Gastel e la sua strabiliante carriera
La carriera di fotografo di Giovanni Gastel inizia in un seminterrato a Milano verso la fine degli anni Settanta. Qui Gastel trascorre i suoi lunghi anni di apprendistato scattando foto e imparando le tecniche base di un mestiere che l’avrebbe poi portato al successo. Tra il 1975 e il 1976 lavora per la casa d’aste londinese Christie’s, mettendo in pratica ciò che aveva appreso. La svolta della sua carriera arriva nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda.
Tra gli anni Ottanta e Novanta la carriera di Gastel nel mondo della moda esplode parallelamente al boom del Made in Italy. In quegli anni, Gastel sviluppa campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane. Tra queste: Versace, Missoni, Tod’s, Trussardi, Krizia, Ferragamo e molte altre. Il successo in Italia lo porta anche a Parigi, nel Regno Unito e in Spagna. Sebbene la sua carriera inizi nel mondo della moda, Gastel capisce rapidamente che il suo impulso d’espressione necessita anche di progetti con fini prettamente artistici.
La consacrazione arriva nel 1997 quando la Triennale Milano gli dedica una personale
Curata da Germano Celant, la mostra lancia Giovanni Gastel ai vertici dell’élite fotografica mondiale e il suo successo professionale si consolida così tanto che il suo nome che compare su riviste specializzate accanto a quello di mostri sacri della fotografia Italiana come Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna. Ma anche di leggende internazionali dal calibro di Helmut Newton, Richard Avedon, Annie Leibovitz, Mario Testino e Jürgen Teller. Il successo professionale apre le porte a un altro lato del repertorio fotografico di Gastel che fino alla fine degli anni 2000 era rimasto inesplorato: il ritratto. Negli ultimi anni, Gastel si scopre appassionato di questo ramo della fotografia e, come sempre ha fatto nella sua carriera, vi si immerge totalmente.
LEGGI ANCHE: Arte, Un presepe a soggetto rinascimentale nella Cappella Sistina