Walt Disney, il padre di Topolino tra luci ed ombre
La storia di un personaggio che tra fantasia e immaginazione appare controverso ancora oggi a 55 anni dalla sua scomparsa
Ha regalato ai bambini di tutto il mondo i racconti animati che hanno fatto la storia; nel 120esimo anniversario dalla nascita di Walt Disney, ripercorriamo i momenti che hanno caratterizzato la vita di un uomo leggendario e allo stesso tempo controverso. “Fare l’impossibile è una specie di divertimento“, sono queste alcune delle parole che il “padre di Topolino” ha utilizzato per descrivere il suo mondo; perché l’animazione per Walter Elias Disney non fu mai soltanto un mestiere. Con i suoi film e cartoni animati, l’animatore più celebre del mondo ci ha consegnato una sua visione della fantasia, che non è passata inosservata, né ai bimbi di ieri, né ai bimbi di oggi.
Ma nonostante a Walt Disney vada il merito di aver portato l’immaginazione nello scenario comune, da sempre il creatore dei classici d’animazione è stato accompagnato da un alone controverso; ancora oggi, a distanza di 55 anni dalla sua scomparsa le critiche e le opinioni avverse accompagnano la storia di uno degli uomini più conosciuti in tutto il mondo.
Verso l’animazione
Walter Elias Disney nasce a Chicago il 5 dicembre del 1901; quarto di cinque fratelli. La sua infanzia è caratterizzata dalla vita nei campi e forse per questo nelle sue opere restituisce come sogni, gli stessi che anche lui, come ogni bambino, avrà avuto. Nel 1909 la famiglia Disney si traferisce a Kansas City, dove la vita non è facile per il piccolo Walter che aiuterà il papà a vendere giornali.
Giovanissimo inizia a lavorare alla Kansas-City Ad una società che si occupava di animazione; lì nascerà il suo amore per questo mondo. Walt Disney intuisce che se quei pezzi di carta si fossero mossi, sarebbe arrivata la svolta nel mondo del disegno. Così riesce ad aprire, in un vecchio garage del fratello Herbert insieme ad Ub Iwerks e grazie all’aiuto economico del fratello Roy, il suo primo studio. Nascono, dunque, Alice Comedies e Oswald The Lucky Rabbit i primi successi firmati Disney che ottengono un contratto dalla Universal.
Come nasce Topolino
Le cose con la Universal cambiarono quando al fianco di Margareth Winkler arrivò Walter Mintz, il quale ritenne opportuno ridurre i pagamenti. Walt non riuscì più a pagare i suoi creativi e molti lo abbandonarono. Legalmente Oswald apparteneva alla Universal; ma i pochi collaboratori che avevano deciso di rimanere accanto a Disney decisero di riscattare la loro creazione e nacque un personaggio nuovo. Accorciarono le orecchie di Oswald e ne trasformarono la coda; il coniglio era diventato un topo.
Dalla genialità di Walter nel creare gag e l’arte di Ub nel creare 700 disegni al giorno nasce Plane Crazy: il protagonista è un certo Mickey Mouse, che porta con sé l’idea rivoluzionaria del sonoro (a dare per primo la voce a Topolino fu lo stesso Walt Disney). È il 18 novembre 1928 quando nel Colony Teather di New York viene proiettato un breve cartone animato. Questa data segna per molti l’inizio della Disney.
I riconoscimenti
Da lì a breve arrivarono anche i primi riconoscimenti. Nel 1929 nascono i cortometraggi musicali chiamati Silly Symphonies. Nel 1932 le Silly Symphonies, grazie anche alla nuova tecnologia Technicolor, diventarono a colori; e nel 1932 Fiori e alberi, fu il primo cortometraggio a colori a ricevere un Oscar. Il 21 dicembre 1937 al Carthay Circle Theater di Hollywood venne proiettata la prima di Biancaneve e i sette nani; nel 1938 il primo lungometraggio animato ricevette il maggior incasso dell’anno.
Walt Disney aveva realizzato il suo sogno di donare ai cartoons un aspetto che non fosse solo divertente, ma anche emozionale ed empatico. Il Premio Oscar alla carriera arrivò nel 1939; a consegnarlo fu una giovanissima Shirley Temple. Per l’occasione, il premio fu consegnato insieme ad altre 7 statuette Oscar in miniatura. Nel frattempo Walt Disney realizzò un altro suo grande sogno quello di regalare ai bambini la possibilità di ‘vivere‘ nel mondo della fantasia; alle ore 14:00 del 17 luglio 1955 ad Anaheim veniva aperto il primo parco Disneyland.
Le accuse a Walt Disney
Ma la vita di Walt Disney non fu fatta solo di riconoscimenti e plausi; come forse la maggior parte delle persone che lasciano un segno nella storia, anche il padre di Topolino non fu risparmiato da critiche e accuse anche piuttosto pesanti. Con 26 Premi Oscar su 59 candidature Disney non è solo la personalità più premiata della storia del cinema, ma probabilmente anche la più discussa e controversa. Tra le accuse più ricorrenti a Walt Disney vi è quella di razzismo e antisemitismo; dove il caso più emblematico sembrano essere i corvi neri di Dumbo, indentificati come caricature dei lavoratori delle piantagioni. Ma forse tra le tematiche più controverse, rimestate anche ai nostri giorni, vi sono le accuse di sessismo.
“Perché i personaggi sono ossessionati dall’aspetto di Biancaneve? Come mai Cenerentola non ha nessun hobby o talento? E perché la bella addormentata non fa niente se non pungersi e aspettare di essere salvata?”, scrive Jeff Guo sul Washington Post nel 2016. Un’analisi del ‘mondo delle principesse’ sembrerebbe far emergere un contesto maschilista, in cui tutto è stabilito dagli uomini, fin dal numero delle battute recitate. E poi c’è la polemica, giunta pochissimo tempo fa, alla riapertura del parco di Anatheim dopo il lockdown rispetto al bacio non consensuale del principe a Biancaneve. Si leggeva a tal proposito sul San Francisco Gate: “non si può parlare di vero amore se qualcuno non sa cosa sta succedendo“.
Insomma tra luci e anche tante ombre, Walt Disney resta ancora oggi uno dei personaggi più discussi. Ma senza prendere posizione rispetto alle critiche mosse, mi piacerebbe ricordare il padre di Topolino, come colui che ha data forma ai sogni. Ronald Reagan alla morte di dell’animatore il 15 dicembre del 1966 affermò: “Da oggi il mondo è più povero” e personalmente un concetto che, nonostante tutto, mi lega a Walt Disney risiede nel “Se Puoi Sognarlo, Puoi farlo“.
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