Lo studente egiziano Patrick Zaki, 30 anni, dell’Università di Bologna sarà scarcerato. “Anche se non è stato assolto” dalle accuse. Lo hanno riferito alcuni avvocati del giovane, in prigione da quasi due anni, al termine dell’udienza a Mansura (Egitto) a un capannello di cronisti tra cui il corrispondente dell’Ansa.
Zaki presto fuori dal carcere
Non si sa al momento quando Patrick Zaki uscirà dal carcere, riporta online l’agenzia di stampa. Ovvero se nella stessa giornata di oggi 7 dicembre oppure nei prossimi giorni. La prossima udienza del processo a suo carico si terrà il 1 febbraio 2022. “Bene, bene, grazie“: alzando il pollice, così Zaki aveva risposto prima del verdetto a un diplomatico italiano che gli chiedeva come stesse. Lo studente aveva risposto dalla gabbia degli imputati. Si è appreso che il diplomatico ha potuto parlagli brevemente per rappresentargli la vicinanza delle istituzioni italiane e Patrick ha ringraziato per quello che l’Italia e l’Ambasciata stanno facendo per lui.
“Un grande respiro di sollievo”
“Abbiamo appreso che la decisione è la rimessa in libertà ma non abbiamo altri dettagli al momento“, ha spiegato la legale di Zaki, Hoda Nasrallah all’Ansa. “Un enorme sospiro di sollievo” ha dichiarato a caldo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Finisce il tunnel di 22 mesi di carcere e speriamo che questo sia il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione“. “L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista“.
Zaki, accuse per scritti a difesa dei deboli
La situazione giudiziaria per Zaki è adesso un po’ meno avvolta dall’incertezza. Il regime lo accusa, fra l’altro, di “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese“ per alcuni post social e articoli in cui difendeva i diritti delle minoranze, come i cristiani copti a cui egli stesso appartiene. Un reato per cui rischia 5 anni di carcere. Ma non basta. Restano in piedi le accuse di “minare la sicurezza nazionale” e di istigare alla protesta, “al rovesciamento del regime“, “all’ “uso della violenza e al crimine terroristico“. La notizia della prossima scarcerazione è comunque un grande passo in avanti, se si considera la durezza del regime del dittatore Al Sisi. Lo stesso sotto il cui governo uomini dei servizi di sicurezza hanno sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore friulano dell’Università di Cambridge, Giulio Regeni, 28 anni, nel gennaio 2016.
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